Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

tia, la mutilaziorie, la tortura, il freak, le ppse indecent!, le parole,sconvenienti e oltraggiose". Tuttò, m The Holy Graal conferma questa tesi, dal duello tra Artù e un cavaliere che rimane man mano, senza braccia e senza gambe, ridot: to a tronco sotto gli occhi degli spettatori; alle canzoni dedicate al "Non-così-coraggioso-Robin", uno dei cavali eri, cui i compagni fanno intuire mutilazioni progressive, orrende e imbarazzanti. Nel grottesco dei Monty Python, dunque, si esprimono tutte le ossessioni infantili ~e! corpo divorato, dissipato, mangi.ato, esploso. Di un corpo, appunto, grottesco perché incapace di trovare un limite tra sé e il mondo esterno, affascinato da tutte le attività che rientrano nel campo del basso, dalla scopata trasformata in le~one dal vivo fino al "miracolo della nascita" sotto forma di paradossale parto in Il senso dellavita. Insomma, tutto quello che d~vvero non conviene nominare all'ora del tè. Laureati in medicina, in legge, in letteratu- .ra inglese a Oxford gli' over-educated Pythons adorano - è evidente -1 'ora del tè, le squisitezze formali e formaliste della lingua inglese, forse perfino il number 10 di Downing Street. Per questo non possono resistere alla tentazione di dissacrarli con puntigliosa applicazione né sarmo evitare il dialogo forbito e l'incalzare di Ì)npeccabili dibattiti razionali in contesti talmente impossibili da mettere a nudo il Re cioè quella società inglese che, nella contem: poraneità, sarà oggetto delle pesanti attenzioni di Ten:y Jones nel suo film Persona/ Services e di John Cleese in Unpesce di nome Wanda. Razioriale, abbiamo detto. Non a caso, visto che l'idolo dichiarato dei Pythons è Cartesio, il c_uifamoso detto "Penso, dunque sono" è diventato in bocca a Cleese "Credo di aver capito. Vuol dire chequalcosamisfugge".Inuna delle prime trasmissioni del gruppo, Cartesio appariva pensoso in un intermezzo animato. Sopra la sua testa, in un fumetto a forma di pallone, la frase '.'Penso, dunque sono'.'. All'.improvviso una mano gigantesca entra in campo e con uno spillo fa scoppiare - nonché sparire - pallone e Cartesio. Nella sequenza successiva, due casalinghe (due Python travestiti) farmo la spesa al supermercato discutendo di filosofia. La conclusione del dialogo è: "ma lei scambierebbe un Cartesio con un Hegel e un Heidegger?". "No, mi tengo Cartesio. Natur~- mente". . Oltre che un mondo del "grottesco" e, dunque, del fisico, quello dei Pythons sembra èssere un universo del paradosso•giocato e costruito attraverso la lingua, .erede della perversa lo• gica di Lewis Carroll. La.Gran Bretagna amata e odiata dai nostri è tutta lì, nella lingua formale, nelle formule consunte del dire che nas~ndono la realtà e la mistificano. In questo senso - al di là della provocazione in sé raJlpresentata dalla storia di un povero ,Crisi sc~bi_ato per, il Cristo vero - The Life of ~riannmane 1 opera più estrema del gruppo. A nassumeremolta della comicità del gruppo basterebbe la sequenza in cuiBrian, diventato militante del "Popular Front of Judea" contro i Romani occupanti, debutta scrivendo su un muro, di notte, "Ronumes eunt domus", Roma 0 ni go hom~. Il soldato romano che lo sorpren66 de alle spalle, anziché arrestarlo, comincia a correggergli gli errori in latino, con molta severità, obbligandolo a scrivere in grande, su tutti i palazzi, la frase corretta: "Romani ite domum". Quando la luce del giorno rivela le e)lormi scritte un altro drappello, naturalmente, si mette all'inseguimento di Brian. Una comicità dell'assurdo, fredda e di contrappunto, giocata IANTOLOGIAI DUEMONTHY PYTHONS PRIMAEDOPO ILDILUVIO T erry Gilliam Vivo in Gran Bretagna da ventun anni, ma sono nato a Minneapolis, nel Minnesotà, il 22 novembre 1940. Quando avevo undici anni i miei genitori si sono trasferiti a Los Angeles dove ho frequentato le scuole superiori. Poi sono andato a New York e ho collaborato per tre mesi a un giornale satirico abbastanza simile a "Mad", che si chiamava "Help". Dopo ho viaggiato per l'Europa. Nel 1965, in.Francia, non avevo più una lira e così mi sono presentato d_a Repé G~sc~y che molto gentilmente m1ha comrn1Ss1onatoqualche tavola di disegni, che poi sono apparse su "Pilote". . Quando sono tornato in èalifornia, ho lavorato per un W' di tempo come illustratore freelance, mi sono nuovamente trasferito in California, ho lavorato in una agenzia di pubblicità che ho lasciato dopo un armo, perché la carriera stava soffocando il piacere. Era il 1967: c'era la guerra del Vietnam, sentivo che I' America stava cambiando e mi sono detto che avevo due strade davanti a me: o restare e impegnarmi nella politica oppure tagliare i ponti con tutto e andarmene a fai;e quello per cui non ero poi così dotato. Ho scelto di trasferirmi in Inghilterra. E sono tornato a fare disegni per i fumetti o cartoon per la televisione. E co- · sì ho ritrovato persone che avevo conosciuto in passato. Nel 1964, a New York, avevo incontrato John Cleese e Graliam Chapman; li avevo persino coinvolti nella realizzazione di un fotoromanzo per "Help". E loro mi harmo commissionato alcuni disegni animati per il loro spettacolo Do Not Adjust Your Set. Attraverso loro ho conosciuto Eric Idle, Michael Paline Terry Jones, insieme abbiamo lavorato a una trasmissione per Marty Feldman e così abbiamo cominciato ad avere abitudini in c0,- mune. Tra noi il più conosciuto era John Cleese e lui riuscì a convincere quella della BBC ad affi -· darci un programma, .atutti e sei. Ed è così che sono nati i Monty Python. Godevamo di una libertà totale e il nostro spettacolo è presto divent~to molto popolare. E alcuni dei nostri miglion sketch sono poi diventati la struttura di base delprimofilmdeiMonty,AndNow,Something Completly Different (1971). . · Tra il 1969 e il 1975 abbiamo prodotto per la BBC un programma alla settimana: una cosa delirante. Lavoravamo 24 ore su 24, sempre sul punto di scoppiare e man mano che gli armi paseternamente di sponda. E acuminata, sin quasi a sfiorare il blasfemo. Sempre in modo delizioso. Come quàndo uno della folla, alla brutta e petulante Maridy, madre di Brian creduto il Messia, domanda perplesso: "Excuse me, are you a Virgin?", ottenendo in risposta un compassato e indimenticabile "/ beg your pardon?". savano, diventava sempre più difficile restare uniti come gruppo. Non per ragioni d'incomprensione, al contrario, perché ognuno voleva anche fare delle cose personali, tutto da solo, e invece quel ritmo settimanale rendeva impossibile ogni fuga personale. È per questo che il ci- • nema ci è sembrata la soluzione migliore per salvare i Monty Python. · All'interno dei Monty Python tutti facevano tutto, anche se in fondo c'erano delle specializzazioni. Io, per formazione e gusto, sono piuttosto un visuale. E un regista di fortuna. Quando abbiamo deciso di fare Monty Python and the Holy Graal (1974) Terry Jones e io ci ·siamo detti che, per quel che ci costava, avremmo potuto dirigerlo noi stessi. Non l'avevamo mai fatto e così siamo diventati registi da un . giorno ali' altro, sui due piedi. Di solito i miei film cominciano con i toni dellacoll11J1.ediaepoi cambiano passo. Proprio come avviene nella vita, che comincia in maniera gaia, divertente e col passare degli anni si colora di nero, di triste, di tragico. Ma poi, è proprio così? Si potrebbe tranquillamente sostenere ilcontrario. E del resto, sarebbe altrettanto interessante fare un film che comincia come un dramma e poi si trasforma in una commedia. Sotto: John Cleese, Terry Jones e Terry Gilliam con Sting. In alto: Mickael Palin in Monthy Python. Il senso del/avilo.

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