può fare un film. Con il sistema Debray si può fare facilmenteun film. A proposito della rivoluzione in America latina Debray sostieneche chi ha unruolo di responsabilità in sfide limitatee coordinate, deve avere completa fiducia nelle cose da fare e al tempo stesso una totale diffidenza nei propri collaboratori. Questa formula forse non serve per il lavoro politico militante, ma nel cinema è indispensabile, imprescindibile. Fiducia nel senso che c'è qualcosadiconcretodafareesfiducianelsensochenonèdettoche chipartecipaalprogettodebbaaderirvi come ioaderiscoalprogetto. Io ho molte idee generali, non credo sia necessario nemmeno spiegarle; non vedoperché tutti dovrebberoessere interessatialle mieossessionipersonali, anche se sonoossessioni importanti,che so, per il mondo,peri 'umanità. Invece capisco che perun tecnico un certo tipo di luce che si deve metteree per l'attore un certo tipo di lavoro fisicoe di coordinamento con un altro attore, è qualcosa di molto importante. Dunque semplicementec'è una gestione fra il progetto generale e il progetto particolare di ciascuno. Questoè qualcosache hoimparato sui testi politici: ho imparatopiù daquesti testi che da Stanislavskij oEjsensteJno altri autori direttamente legati al teatroo al cinema. Dunque in ogni casofare teatro o cinema significa costruire un microu.niverso. Sempre, sì. Per la precision~ una repubblica, una repubblica che non_deve essere universale. E l'unica condizione : uÌlarepub- _ blica che devepratic;are la coesistenza. Prima hai parlato di ossessioni, potresti rivelare qualcuna delle tue ossessioni? Una è il rapportofra paesaggio ecorpo.Questo va dalla speculazione di LuIloeLuria, fino alla visione,quando erobambino, di un uomoalla settimana fatto a pezzi dal treno, davanti a casa.Tutte queste cose sono necessariamente legate. lo abitavo davanti alla linea ferroviaria. Il treno passava e di tanto in tanto travolgeva qualcuno, anche treper settimana, e lo faceva apezzi. Io vedevola gente accòrrere e portare via i pezzi. Dopo andavo al cinemae vedevo che il cinema er.afatto con piccoli pezzetti di pellicola e ho dovuto fare una relazione fra questi due avvenimenti. Ho comin- ·ciatoa pensare al corpo sparso. Dopo hovissuto l'esilio e l'ho vissuto un po' allo stesso modo. Questa è un'ossessione, nel senso che logicamentevedo da dove viene, manon posso smetteredi ritornarea leiedi ripercorrerla. Nonè untrauma infantile,possoparlarne, era sì abbastanza sconvolgente, madal momentoche eraun fatto collettivo, non era così traumatico: tutti i bambini vedevano questa cosa, e ne parlavano. Tecnicamentecomefunzìonaper teilrapportocinema!teatro? Teatro-cinema/ cinema-teatro, una forma-canzone. Quando facciocinema io vedo sempre teatro. Non vadomai a vedere imiei film, dopo. Dunque quelloche vedo dei miei filmsono le mini rappresentazioni teatrali di ogni giorno davanti alla camera. Dopo, quando faccio il filmsi tratta semplicementedi'constatare questi elementi. Dunqueilfattore primario è semprequellodellarappresentazione? · · ' Per me sì,alpunto che io rifiutodi scriveresceneggiature.Faccio sceneggiatureper gli amici, per miamoglie, per gente vicinaa me, ma per me stesso non faccio mai sceneggiature. Comeprocedi? Scrivo molte sceneggiature, pòi vedo come è il giorno. Se fa caldo, se fa freddo,~ I'attor~ ha bevuto troppo, se è stanco, se è mattina, seè sera.La gola non è la stessa, la voce nòn è la stessaalle nove del mattino e alle due del pomeriggio, e diventa più acuta alle sei del pomeriggio, questo si sa. 60 Quelloche ti interessa, dunque è la rappresentazionedavanti a te, nonquella che andrà davantialpubblico? · Sì, almenocome lavoro, come materia, è questo. E l'idea, nella testa, che sono tuttipezzetti di rappresentazione, dunquecorpospazio, corpo tagliato. · Nel casodi uno spettacolo teatrale,ilfatto che si rappresenti per più sere, in tua assenza, ti creadeiproblemi? · Questa è un'altra cosa. Questaè lafobiadel pubblico. Iononho scelto di vedere lo spettacolo con il pubblico. Neanche il cinema. Io non vedomai un mio film con il pubblico. Lo vedo da solo.Mi piace vederei giornalieri, da solo.Ma siccome vederloda solo,al1'inizio, sarebbepoco democratico, allora lo lascio vederea tutti e alla fine lo vedo ioda solo, quando tutti l'hanno visto, così nessuno si sente aggredito. · Devi comunquetenere contodelfatto che quello chefai deve andare davanti alpubblico. Io credo che tutti siamo più o meno la stessa persona, dunque dieci persone sono il pubblico, più o meno buono dell'altro. Dieci amici che sonoveramente amici ti diranno sequalcosa non funziona. Bastà. Io credo alla teoria secondo la quale il pubbliconon esiste. È unmodo di diventare stupidi assieme, dunque una forma . isterica. Io sento veramente osceno che la gente rida allo stesso tempo della stessa gag di Chaplin. Quello che mi piace è di vedere gente che vede tutto a freddo e poi freddamente fa un rapporto abbastanza libero con altra gente. Quando ci sono dieci attori e ·dieci del pubblico, il rapporto è piùchiaro; economicamenteè impossibile, dunque questo si fa in anteprima. Due scene di Edipo Iperboreo (foto di Piero Tauro, per il C.S.R.T. di Pontedera).
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