Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

ICANNESI STEVENSODERBERGH, LE BUGIE, DELLA GIOVENTU MorandoMorandini Cannes '89 è stato un festival dei giovani: tredici dei ventidue registi in concorso avevano meno di quarant'anni. Tre debuttanti: l'americano Soderbergh, la neozelandese Càmpion, lo svedese Nykvist, figlio d'arte. Tre al secondo film lungo: Tornatpre, la francese Claire Devers, lo spagnolo Villalonga; tre al terzo: gli americani Jim Jarmush e Spike Lee, lo jugoslavo Emir Kusturica. (Non s'è mai visto ùn bosniaco più premiato di lui, diceva un amico di Belgrado.) Ha vinto il più giovane: Steven Soderbergh, nato ventisei anni fa in Georgia da famiglia di origine svedese, e ,cresciuto in Louisiana. Uno scandinavo del profondo Sud, dunque. La giuria di Wim Wenders e C. ha sorpreso tutti assegnando laPahna d'oro a Sex, lies andvideotape. Deve essere stata una vera cotta, almeno per la maggioranza dei giurati, se l'hanno insignito pure del premio al migliore attore: James Spader, un biondino non più che bravino. Per soprammercato il suo film ha vinto anche il premio della Fipresci, cioè della critica internazionale. Questo Soderbergh è nato con la bonora, direbbero a Bologna. Ha un anno in meno di Truffaut quando nel '59 esordì a Cannes con/ 400 colpi, un anno in più di Moretti che nel '78 vi presentò Ecce Bombo. Nella mia corrispondenza da Cannes gli dedicai poche righe: "Carino e simpatico mi sembrano gli aggettivi pertinenti per dire le virtù e i limiti di Sex, liesandvideotape, scritto, diretto e montato dall'esordiente S_oderbergh... È un home-rrwvie in cui il basso costo non pregiudica la buona qualità tecnica. Non dà più di quel che il titolo annuncia, i temi e i personaggi non sono né nuovi né originali, ma li offre be.- ne: gli attori sono bravi, il ritmo è svelto, Soderbergh racconta con garbo senza smancerie né dilettantismi". Credo di essere, almeno dai festival- per scelta e pernecessità- uno dei recensori più concisi della penisola, ma non è che i miei colleghi gli abbiano dedicato più spazio. La prima metà del film, dove si presentano e ii mettono in situazione i quattro personaggi, è ammirevole per esattezza descrittiva, giustezzadi toni, agilità di dialoghi. Soderberghha occhi per vedere, leggerezza nel raccontare' e soprattutto un orecchio finissimo. Dopo qualche anno di vagabondaggi solitari, il trentenne Graham Dalton torna nella natia B~ton Rouge (Louisiana) con un bagaglio leggero e una bella scorta di videointerviste, da lui filmate, a donne che parlano della propria vita sessuale. Un hobby? Qualcosa di più: quei video sono, ormai da anni, l'unica sua fonte di piacere .• Il videoamatores'installaincas'adi un vecchio compagno di università, avvocato di successo che tradisce la moglie Ann, frigida e in analisi, con la cognata Cynthia, meno bella della sorella ma più eccitante ed eccitata. Un po' come in Teorema di Pasolini, anche se siamo più vicini a/l declino deil' impero americano di Arcand, l'arrivo dello straniero rompe l'apparente equilibrio della situazione, rivela bugie e finzioni, provoca contraccolpi a catena. Venuto il momento di passare dalla.mise eri piace alla mise en scène, c_ioèdi raccontare gli sviluppi della situaèiorÌe, Soderbergh abbandona l'aguzza cattiveria del!' inizio e la sua sapiente drammaturgia del banale quotidiano per scivolare sul piano inclinato e patinato del romance hollywoodiano alla ricerca di un finale catartico: farà la frigidità di Ann da cataplasma rigeneratore per l'impotenza di Graham? quali sono le bugie che fanno bene ali' amore? fino a che punto si può, in amore, mentire col videotape come strumento sostitutivo del diario 'intimo? Un'immagine di Sex, lies and videotape .di Steven Soderbergh. ICONFRONTII ITALIAI:LPARADISO CONTINUA AD ASPETTARE PaoloMereghetti Fors è merito dell'onda lunga, forse è I' effetto del post Made in Italy, fo;se è che questi anni Ottanta ci hanno proprio addormentato e niente riesce più a séalfire certe indifferenze, ma in questi sussulti d'estate vien da chiedersi cosa diavolo hanno visto quei pompieri del "Nuovo Cinema Italiano" che in paradiso han trovato spazio per tutti, Tornatore e Tognazzi jr., Abatantuono e Salvatores, il ritorno dell'impegno e il piacere del divertimento ... Ha cominciato il festival di Cannes suonando le trombe per Tornatore. Ai francesi, che quanto a sale e cinema forse stanno peggio di noi, una volta che si lascino gli Champs Elysées e le multisale del quartiere latino e si esca da Parigi, non è sembrato vero di trovare lacrime e celluloide sparse a piene mani nella lontanissima Sicilia. Così l'applauso è diventato di rigore,.come l'abito scuro. Certo, Tomatore ha fatto un film più onesto e meno svaccato di Scola, forse perché più vissuto sulla propria pelle ~i provinciale che soltanto in una sala di provincia poteva sognare {IlOndipiù vasti di _quelli in cui era costretto a crescere. E finché l'ha sorretto la memoria e il ricordo di un'Italia più commedia della commedia all'italiana, il film piace e diverte anche. Ma quando Nuovo cinema Paradiso cerca di fare il salto all'oggi, e tirar non dico una morale ma un finale da quel- . lo che ha raccontato, allora ci ritroviamo davanti la faccia sbiancata di Perrin che quando torna a casa sembra entrare ih un setdiMarienbad e, ahinoi, fai! regista di film ideali per la categoria "non l'ho visto e non mi interessa". E così Tomatore (come già Scola) ci lascia · soprattutto con tante domande (perché non si riesce a parlare di cinema senza cadere nelle macchiette, perché tutto deve rimanere solo accennato in superficie, perché il salto dallo ieri ali' oggi è sempre così diffiéile pernon dire impossibile) e soprattutto con un dubbio: che per troppi registi il punto di riferimento non sia mai la storia ma la storia del cinema e che quindi tutti sappiano raccontare l'Italia solo attraverso il filtro già filtrato del neorealismo - per,gli anni Quaranta -del suo epilogo rosa - per i Cinquanta -e della commedia ali 'italiana - per i Sessanta. Ma sempre e comunque attra- . verso le semplificazioni e le schematizzazioni del cinema. Questo aiuterebbe a spiegare perché quasi nessuno si azzarda sul qui e adesso, come se non avesse pezze d'appoggio per capire e raccontare questi nostri anni. Problemi, questi, che se Tomatore non risolve, Tognazzijr. neppure affronta. L'appartamento dove si muovono i protagonisti di Pic43

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