SCIENZA/MONOD mune una caratteristica essenzial€,:i valori e l'etica non dipendonodalla sceltadell'uomo. Che il fondamentoloro attribuitosiadivino o "naturale", essi si collocano al di là della sfera della libertà umana. La ragione o la fede possono servire a identificareericonoscere dei valori, ma non a definirli o a modificarli. L'etica e i valori non appartengono all'uomo, bensì l'uomo ai valori. È certo facilecogliere il fine psicologico e il ruolo socialeper cui questi concetti sono stati posti suunpiedistallo così elevatoda . renderli inaccessibili all'uomo e intangibili. Il fine psicologico è di mitigare e forse anche soddisfare la brama di significato, del significato cioè di realtà assolute come la vita e la morte. Il ruolo sociale è di garantire la stabilità: nessuna struttura sociale i cui fondamentipossano essere messi inquestione, negati, respinti,da chicchessia e in qualunque momento, riesce a sopravvivere. Le basi di un sistema di valori devono perciò apparire non solo indiscutibili ma anche per così dire inaccessibili. - L'invenzione dei miti e delle religioni, la costruzionedi grandi sistemi filosofici possono dunque considerarsi il prezzo che l'uomo ha dovuto pagare per sopravvive_rein quanto animale altamente sociale. Come ben sappiamo, esistono altri animali sociali, come le api, le formiche o le termiti, che hanno adottato un metodoassai più affidabile per assicurare la stabilità delleproprie 36 istituzioni, vale a dire la determinazione genetica del comportamento mediante un adeguato cablaggio embriologico del loro sistema nervoso. In realtà l'uomo è il solo animale sociale il cui codice di condotta sia in gran parte trasmesso dalla cultura piuttosto che per via genetica. Questo spiega·perché le società umane hanno la propria storia laddove le società animali possono vantare soltanto la paleontologia. Benché, come sappiamo, non siano esenti dal cambiamento, i tratti geneticamente codificati sono "off limits" e al di fuori della portata della specie. Stabilizzati dalla selezione, possono sopravvivere immutati per centinaia di migliaia o per milioni dianni. Nonostante tutti gli sforzi di preti, uomini politici e filosofi, i _codiciculturali non sono intangibili. Nel corso della preistoria e della storia si sonomodificati a unritmo al quale l'evoluzione biologica, genetica, non avrebbe neppure potuto avvicinarsi. Tuttavia, nonostante tutti questi cambiamenti, un concetto è rimasto, invariante, sino ad un'epoca recente, cioè che un qualche fondamento immutabile del sistema di valori esistesse davvero e fosse possibile trovarlo o riconoscerlo; È questoconcetto-più di ogni altro essenziale in qualunque sistema etico, pietra angolare di ogni struttura sociale, unico surrogato (ancorchépoco affidabile) del codice genetico- che ora la scienza ha distrutto, ridotto a una assurdità, relegato al rango di insensata illusione. Sarannocerto in molti a non condividere quest'ultima dichiarazione, un po' radicale. Tutti sappiamo che c'è stata una pleto- . ra di scritti e di discorsi benevoli e sistematicamente ottimistici sulla scienza, che l'hanno presentata come un'~ttività ésclusiva~ mente costruttivae creativa.L'immane potenziale distruttivodel metodo scientifico è stato ampiamente ignorato, in parte, credo, non per ignoranza ma per paura di affrontarlo. (Naturalmentemi riferisco soltantoalla distruzione di ideeo concetti, nonallabomba.) Che le idee o i concetti dalla scien_zadichiarati insostenibili fossero erronei o privi di senso dal punto di vista oggettivo, non vuol dire che fossero soggettivamente senza significatoe non servissero a uno scopo. Evidentemente, è vero il contràrio. Vediamo comunque brevemente come e sino a che punto i concetti tradizionali che hanno dato un "senso" all'esistenza umana siano divenuti tuttisemprepiù insostenibili nelcontesto della scienzamoderna. Il nocciolodella questione potrebbe essere posto inquesti termini: in tutti o quasi i sistemi mitici, religiosi o filosofici, l'esistenza dell'uomo riceve il suo significato dall'essere considerata t>artedi un piano generale che rende conto dell'intera natura e del creato. li "piano" può essere ingenuamente attribuito a un mitico eroe fondatoreo, più grandiosamente (benché menopoeticamente), a una qualche astratta intenzione divina; si può anche ritenere che, date le "leggi della natura", l'uni verso nella sua evoluzione non potesse mancare di produrre l'uomo e la sua storia, per giungere alla fine inevitabilmente alla società senza classi. ·Benché diversi tra loro, questi sistemi hanno struttura e funzione sociale identiche. Muovono tutti dal presupposto che tra l'uomo e l'universo, tra la cosmologia e la storia esista una continuità ininterrotta, un'alleanza immanentee profonda in cui l'uomo e la natura contribuiscono insieme al conseguimento del piano universale odell'inevitabile esito del creato. Idee siffatte presuppon-
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