Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

STORIE/HRABAL no, la gioiaaltruimi faràpiaceree ali' imbrunireverdesottola loro finestrami impicco... Glideihannoabbandonatoquestopaese,sene sonoandatianche gli eroi antichi,Eracle, Prometeo... mia moglie se n'è andata così comePerla, la figlia del Rabbinodi Bratislava,quellache mi ha volutobenee ioa lei perchéassomigliavatantoallamiaPipsi, questadomenicaho vissutol'imbrunirequandoscendevasopraPragaunsoledi sangue, le nuvolecolorcannellaprimadel tramontoprofetizzavanoun temporale,lapiazzadellaCittàVecchia venne chiusacon enormi auto gialle con le sbarre ai finestrinie con l'iscrizioneVBe invia Kaprovagli idranticonpotentispruzzi spazzavanovia i pedoni sotto le macchine,dietro i portoni tiravano il fiatoquelli che unmomentoprima erano statibattutida una stampellafrancese,e una vecchiadi ottant'anni che gridava: Chi mi ripaga lamia preziosa pellicciacosì inzuppata?Un gruppo di membridellamilizia si trovavadavanti a Umprume attirava l'attenzione sull'entrata, le vetratedellaUmprumeranoaccese, e dietro le vetrate si animavano le figure degli allievi perché duevolteali'annoper duegiorni festeggiavanolachiusura,laprima volta ora, poi alla fine dell'anno... un giovane è arrivatocon lachiave, imilizianiinsistevanocheaprisse,ma il giovane,unassistente,risposeche quello era territorioaccademico,che nessuno può entrarvi,un milizianodisse che era obbligatoa far entrare tutti i miliziani,perché unmomentoprima eranoentratitreuomini col passamontagna,l'assistente replicòche ci avrebbepensato lui e avrebbecomunicato loro il risultato dell'iAchiesta;entrò e si chiuse la porta alle spalle... e nel frattemponei sottopassi della metropolitanala gente piangevanon di commozionema di gas lacrimogeni,la polizia per le stradefermavaquellizuppie io non sono andato alla BirreriaDallaPervinca perché era chiusa per motivi tecnici,allora mi sonosedutoalla BirreriaU Ottiìe al tavolo vicinosi è seduto un giovanedal pulloververde,poi ne sonoarrivatialtri tre che si sono sedutidietrodi me e al nostrotavolo ed eranopure giovani poliziotti in servizio travestitiin pullover coloratie in giubbotti e assomigliavanoai calciatori,e con gli occhi ci siamoannusati e ho avutopaura e senza batter le ciglia guardavo direttamente al cuore della calma e del silenzio, perché gli dei hanno abbandonatoquesto mondo e questa città, durante questa sera domenicale ho raggiunto la vera solitudine rumorosa, la cima del vuoto, ho raggiunto l'inquietudine finale dovesonoarrivatiKierkegaarde FriedrichNietzsche.Moltevolte ho volutobuttarmi dalla finestradel quinto piano dove vivo, non per questo,maperché ho visto a lungoagonizzarela miaPipsi,miamoglie,che tantoassomigliavaaPerla,maquandoho letto che Kafkaavrebbevoluto buttarsidal quinto piano, da lì dove viveva, Maison Oppelt, commerciante in vini all'ingrosso che immagazzinavasotto la piazza della Vecchia Città più o meno settecentomilabottigliedi vinipregiati,quandoho lettocheMalteLauridsBriggeviveva a Parigipureal quintopiano, quandoho saputodi questiquintipiani ho lasciatoperdere unpo' il miosalto dalla finestrae se avessi avutoabbastanzaforzami sareicomprato una tanicadi benzina, mi sarei dato fuoco, però ho paura, nonsonocoraggioso,non sonocomeMuzioScevola,quelgiovanotto che si arse il braccio sinistrosottogli occhi terrorizzatidei nemicidicendoa Roma ce ne sonomigliaia comeme, però io ho paurae in findei c~ntimi piaceaverpauraessendopenetratodal32 Cecoslovacchia 1969 (foto di Josef Koudelka, Centre National de la photographie, Parigi). • l'inquietudine finale, come Kirkegaard,come Nietzsche, io che hogliocchipienidi lacrimee sonozuppod'acqua comequelliche con i propri occhi hanno assaggiato il gas lacrimogenoe con il propriocorpolaviolenzadell'idrante,e questograzieallamiafantasiae allamiacapacitàdi percezione,mentregli altril'hanno assaggiatacol corpo e con l'anima... Questa domenicaperò ho anche capito perché vent'anni fa quando i lettori mi porgevano i miei libri da firmare,.perchého scrittoalternativamentein due luoghi... nella BirreriaAllaTigre D'Oro oppurealla Gallicien... già vent'anni fa mi accorgevoche la gentecominciavaad avere l'occhio spostato, così comel'avevano avuto i figli del Rabbino di Belz e gli ebrei in genere... Quandolunedìsono arrivatoa Pragada Kersko,quandosono uscitodalmetròallafermatadelMuseoallequattromenounquarto, ho visto la statuadi San Venceslaoerigersi nella sua armatura comeunaminaccia,e intornoa lui, dando le spalleal suo stallone, giravano attentamente i poliziotti, uomini giovani con un'enorme piega nei cappotti troppo larghi, stretti da una cintura perché il loropetto risplenda, ho visto la gente scorrerelungo gli spettatorisui marciapiedi,guardando lì, nel luogodove volevano mettere i fiori, quelli a cui non era vietato ma non era permesso,dalmarciapiedeoppostosi sentivanoi fischi, hovistoche proprio suimarciapiedie sui bordi c'erano poliziotticomequelli che offrivanodifesae aiutonon desideratia San Venceslao,ho ".istocome uno che fisch~va è stato trascinato attraversola folla in unandrone...però io nonavevopiùbisognodel gaslacrimogeno, iohopiantosilenziosamenteperchéforseveramentegli dei hannolasciatoquestomondo,e seneè andatoErcole,e seneè andatoPrometeo,se ne sono andatequelle forze che facevanogirare il mondo,ecome ultimorestòqua ad ardere,non un roveto,ma unostudentechenelmomentoincui ardevaerasolocoluicheera, e se io fossi statocon lui, in quel momento,l'avrei pregatoin ginocchio perché ardesse ma in un altro modo, perché ardesse di verboche avrebbepotuto farsi corpoper aiutare i non ardentiancora, e semmaiardenti di spiritoe nello spirito... Ma è successo. Signore, se puoi, allontanada me questo calice... nemmenoCristo volevaessere inchiodatoalla croce. Però alla fineè successo, ed è successocosì come è successo,così come a Praga, un fiam-

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