Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

IL CONTESTO sphemy Law (richiesta anche dalla recente manifestazione islamica di Londra) anziché abolirla, o a episodi come la partecipazione di laburisti al rogo in cui a Bradford è stato bruciato il libro dello scandalo.Suquesta strada di recenteRoy Hattersley, il vicesegretario laburista,ha ufficialmente chiestoallaPenguin di bloccare l'uscita dei Versi satanici in edizione economica. Su questa strada si potrà forse tutelare dentrouna societàunapluralitàdi culture, a patto però di moltiplicare i divieti incrociati, e di aumentare gli steccati anziché abbatterli; la convivenza che si prospetta è quella di un plura!ismodi monadi incomunicanti a garanziadi rispetto reciproco.E una lottizzazione di libertà che le aumentaper i gruppi, ma le diminuisce per gli individui, sia in quanto cittadini di uno stato, sia in quanto eventuali membri di comunità. La prospettiva è poco rassicurante. La libertà di espressione non è un semplice corollariodell'autonomia dell'opera d'arte. Essa è indivisibile nelle sue manifestazioni; quando se ne cede un pezzo se ne cede sempre troppa. I suoi limiti sonolimiti d'uso e di esercizio della democrazia. 1) Alessandro Bausani, traducendo per l'edizione Einaudi delle Quartine avverte: "Traduco con 'prete' il persiano sàheb-fatva, muftf, dottore della legge musulmano". ANTOLOGIA Altriroghi forge Luis Borges (1938) È nÒta la venerazione che l'Islam professa per il suo libro sacro. I teologi musulmani affermano che il Corano è eterno, che i centoquattordici capitoli che lo, formano sono anteriori alla terra e al cielo e sopravviveranno alla loro fine, e che il testo originale - la Matrice del Libro - si trova nel paradiso, dove ,è venerato dagli angeli. Altri sapienti, non contenti di queste prerogative, hanno divulgato che il Corano può prendere la forma di un uomo o di un animale e contribuire alla eseJ. L. Borges Ida "Time") e H. G. Wells. 16 cuzione degli impenetrabili disegni del Signore. Egli stesso - al capitolo diciassette della sua opera - dice che anche se gli uomini dovessero collaborare con i demoni per confezionare un altro Corano, non ci riusciranno ... H.G .Wells (nel capitolo quarantatré della sua Breve storia del mondo) si rallegra di questa incapacità umano-demoniaca, e deplora che duecento milioni di musulmani acquistino questo libro confuso. Indignati, i maomettani residenti a Londra hanno proceduto nella loro moschea a una cerimonia espiatoria. Di fronte a unasilenziosacongregazione, il dottor Abdul Yakub Khan, barbuto e ortodosso, ha dato alle fiamme un esemplare della Breve storia del mondo. traduzione di Saverio Esposito da Textos cautivos (19361939), Tusquets, Buenos Aires 1986, p. 293. LETTURE Nero, grigio e a colori Goffredo Fofi .. Occhi aperti sul mondo Non tutto è fatto a caso nell' editoria italiana. Non so, per esempio, a chi risalga l'idea e la linea di una casa editrice collana che salva quasi da sola l'onore del mastodonte Mondadori - tante teste e mani e soldi per così vacui risultati! Parlo della Serra e Riva che, perduta la sua autonomia economica, ha però saputo difendere e affermare uno spazio e un progetto. Pubblica libri che ame piacciono particolarmente, quelli a cav allo tra memoria, giornalismo, inchiesta, viaggio, romanzo, documento, storia. Libri preziosi, a volte molto densi"ea volte molto svagati, sempre insoliti, sempre utili. Degli ultimi segnalo A occhi aperti di Marùia Gellhorn (traduzione di Andrea Ogunbisi, L. 32.000), ottantenne giornalista molto radical e molto americana che ebbe una celebre liaison con Hemingway e che, sul piano giornalistico, fu più chiara, determinata, intelligente di lui. In attesa di leggere le sue cronacJ\e da molte guerre, ancora annunciate da Serra e Riva, queste cronache di pace o di tra-le-guerre vanno dagli anni Trenta agli anni Ottanta, e dimostrano un vigore, una salute morale davvero invidiabili. Qui si vede la superiorità di certo radicalismo americano, di certo protestantesimo anche, nel modo ciiintendere il giornalismo: come professione di alta responsabilità e non come spazzatura (vedi il caso Italia, oggi); come ricerca di verità da comunicare ai lettori oltre le ideologie; come testimonianza di storia e non di "Politika"; come partecipazione alle speranze o al lutto degli altri e non come cinismo superficiale e "superiore". Anche la Gellhorn ha sue simpatie che a volte la pre-determinano (Israele, Polonia e Cuba, per esempio) sovrapponendosi ali' analisi politica, andando oltre, forse partendo da prima. Ma anche quando ci sembra preve1mta, si avverte il suo sforzo di non esserlo. A nord del Sud di Shiva Naipaulèun altro titolo Serra e Riva di giornalismo, stavolta anni Settanta (trad. Ilde Carmignàni, L. 27 .000). Romanzière~sociologogiornalista come il fratello V.S. (Shiva è morto appena quarantenne nell'85) l'autore ha pensato il suo libro "come una specie di romanzo, un insieme di persone, di luoghi di incontri". E davvero da questo giro in Kenia, Tanzania e Zambia si impara molto, da questi incontri si esce un tantinò frastornati ma anche avvertiti: sulla predominanza bianca, pur sempre, e sulle divisioni, sulle false prospettive, le comode affermazioni, le tensioni rere eh~ hanno investito un mondo tutto diverso dal passato e tutto diverso dal nostro e pure fatto di queste cose e di molte altre ancora. Lo sguardo ironico di Naipaul è di aiuto a non cadere nelle trappole che il viaggio e gli incontri possono tendere.L'entusiasmo radical della Gellhorn, abbiamo visto.non le evitava tutte.Il rischio è · semmai un altro, che il sanissimo scetticismo possa diventare a tratti cinismo. È un rischio che, a esser chiari, non sempre evita un altro grande romanziere di confine, H.M. Enzensberger,nei sette viaggi europei raccolti da Garzanti (Ah, Europa!, trad. di Claudio Groff, L. 32.000). H. M. E. azzarda ritratti di nazioni e, ah, come ci coglie! Eppuresirestaunpo' scontenti, alla fine, perché H. M. E. ci sembra mostruosamente intelligente ma anche troppo innamorato della propria intelligenza, e da questa a volte trascinato in affermazioni più spiritose del necessario, più "vere" della verità, rette, infine da un eurocentrismo checor - rispondeaquellochespessoprende di mira e finisce per esserne una variante. Voci indiane • Negli Oscar Mondadori compaiono a volte belle antologie letterarie, ultima delle quali, a cura di Claudio Gorlier e di Paolo Bertinetti, è Racconti dell'India (trad. di Lidia Zazo, L. 10.000). Sono in realtà autori .indiani di lingua inglese tra i quali - messa da parte l'indiana abusiva e un po' facilona Ruth Prawer Jahbvala, che apre non del tutto degnamente-trovo due vecchie conoscenze di "Linea d'ombra", l'ottimaAnitaDesai-

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