Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

.. IL CONTESTO bro comprendeinfineun governonon famosoper il rispettodelle razze non bianchee il governo laicodel paese che è statounodei duepoli della laicizmzionedell'islam e dellacreazionedellostatomodernonelmedio oriente.E nonsorprendeche ilgovernosudafricano abbia trovato la censura un prezzo eccezionalmente vantaggiosorispettoallapossibilitàdi averegratitudineecomplicità dai coloured musulmani.Quanto·ali'Egitto, è notoquantole nuove forme di fondamentalismosiano temute dalla classe dirigenteper la loropossibilitàdi attirare il consenso'socialedeglioppressi a una politica eversiva. Tutti questi governi hanno tenuto un basso profilo sulla questione Rushdie, cosicché si potrebbe avere l'impressione che in almenoquattrodei cinquecasi governimoderatiabbianocedutoallapressionefanaticadei lorocittadini.Maè altrettantoevidenteche in India,Egitto,Pakistane Sudafricail casoRushdieè stato unottimopegno-nelgiocodei conflitti interni.Così,anchenelle associazionimusulmaneinglesinonè mancatounmoventeinterno alle iniziativedelle leaderships tradizionali(incollegamentocon i governidi origine), teseamantenere uncontrollosu comunità incui i processidi emancipazione dei giovani e delledonne s~no diventandoimportanti. @-~-, -~--\~~,-.-~ _"':::,=.;:-- \~ ... , :'. ) -- ... ~'{ - . ' . - \.' Salman Rushdievisto da Tullio Pericoli ("L'indice", N. 3/89). Il sacroe il profano Nellereazionioccidentali,dietrol'unanime condannadel truculentoanatemadell'ayatollah, da troppeparti- inpresediposizione ufficiali, commenti giornalistici,recensioni del libro- la contrapposizionetrasacroeprofanoè stataaccoltacomeorizzonte decisivosu cui schierarsi. I preti di ogni monoteismo,vescovi cattolici e anglicani,rabbini e teologi eterodossi (comepuntualmente documenta Paolo Flores d' Arcais nell'articolo Il papa khomeinista su "Micromega") non hannoperso l'occasione per levarsi in difesadel sacrouniversale,i cui benefici riverberigiovano pur sempre alle rispettive vocazioni integraliste (offese, com'è noto,anchedanoidai sostenitoridiprincipi laiciinmateria di abortoe ora di religione).L'incitamento all'omicidio non im14 pone nessunritegnoalla non obbligatafrettolositàdelloschierarsi contro il libroblasfemo.La chiesacattolicanon emetteneppure unanotadi protestacontroun ambasciatoreaccreditatopresso lo'statodel Vaticanoche ripetutamentee pubblicamenteincitaal delitto (oltre a organizzare, come apprendiamo dal "Sabato", i fondamentalistisciiti nel nostro paese, che non si riconoscono nella più moderataconiunità musulmana). Ma anche da pulpiti laici non ha mancato di esprimersi una sorprendentecondiscendenzaverso l'"offesa" arrecata alla religione islamica,con conseguenteabbanjlonodel profanatorealle sue responsabilità.Sconcertala forte dissonanzatra la difesadel principio della libertà di espressione,proclamato in astratto,e il tonodi sufficienza,quandonondi fastidio,cheè statoriservatoalla personaconcretadello scrittore:vittima sì, ma non innocente. Eloquentel'esordio della recensioneai Versisatanici su"L'indice": per ben venti righe l'islamista SergioNoia argomentacome Rushdiesiaun"cafone" inquanto"personachegratuitamentesfida una credenzareligiosa senza un adeguato suppo•o scientifico". Galileo poteva permetterselo, aggiunge dopo. Giordano Bruno,viendapensare,ahiméno,chédi supportiscientificidifettava.Dopoaverpassatoal vaglioinquisitoriodella filologiacoranica lepaginedelromanzo,senzaconcederealcunaautonomiaali' invenzioneletteraria,Noia concludeche il tasso di blasfemiaè alto, e dunque la reazione (cacciaall'uomo a parte) giustificata. Sul "CorrieredellaSera" il decanodegliarabisti italiani,Francesco Gabrieli,passa in rassegna i peccatidel libro,disapprovando la commistionetra sacroe profano,l'"®Yirriverente pastiche di tradizionestorico-religiosae di fantasia,che è bencomprensibile abbiadisgustatoe sdegnatoi credentidi quella fede".Non è chiaro se talicriterivalganoancheper laproduzioneartisticadell'occidente, perchéallorache dire di quell'irriverente pastiche che è l' Age d'or di Bunuel,che non avevaneppure il supportodi qual- . che vangeloapocrifo? O forse noi possiamo permetterci libertà opulente che non sono da tutti?E Rushdie sapeva bene con chi avevaa che fare.Il relativisticorispettoper le culturediverse,che sono universi storici compositi e contraddittori,genera seri malintesiquandoleriducead essenzesovratemporali(inquestocaso l'islam scritturale),aumenta l'incomunicabilitàreciproca.Usato in chiave apologeticae giustificazionistarende un cattivo servizio al suo oggetto; contribuiscead accreditare l'immagine di un mondo islamico com·patto,premoderno (mentre sta vivendo i traumiormai secolaridi una modernizzazionedifficile),arcaicamente intoOei-ante(quando si tratta invece di un'intolleranza da XX secolo),mentremanca al compitodi illuminare i conflitti di una tradizione,le controversiee le alternative,di cui anche l'inespertoha sentoreo notizia.Forsehaqualcheradicedaquelleparti, e non sarà tuttomerito dell'occidentalizmzione, il manifesto, passatonelmassimosilenziodellagrandestampa, sottoscrittoda unfoltogruppodi intellettualidiquasitutti ipaesi islamici,chedichiarano"contro il fanatismoe l'intolleranza, noi siamotutti dei SalmanRushdie". Ma nella polifonica deplorazionecontro l'irriverenza di Rushdie confluisconoanche voci inaspettate.Quel sottile indagatore di inquisizioninostranee di usie abusidel sacronellastoriaitaliana che è statoSciasciadichiaraoggi, facendon~una questione di gusto,che "le rivelazioni bisognalasciarlecuoceree scuocere nel lorobrodo" ("La Stampa").Comesechi incitaali' omicidiodi Rushdiefossedispostoa tracciaredoveimmagina Sciasciail confine tra le rivelazionie le loro "emanazioni temporali, le imposizioni unanimistiche,le diseguaglianzedi diritto o di fatto" nelle società teocratiche. Chi non abbiapreso in mano il librodi Rushdie è ragionevolmenteautorizzatoaritenere,dalla letturadi commentie recensio-

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