Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

primomondo:espressioneegli stessodi questeculturediconfine, Rushdiene indaga_tensionie dinamiche,creativitàe paure.Come unaltrograndescrittoreanglo-indianodi questianniediquestitemi, V.S.Naipaul, ancheRushdie coglienell'emigrazione i motivi non solodi perditae coazione,maanchedi fugae ricerca,di rivalsa e di elaborazionedel puovo. Ed è in questa zonamobiledi frontierafra leculture,e nelle spintee pulsionicontrastantiche la attraversano,che laclamorosavicendadel librorivelaspaccatisignificativi. Nucleo tematicodel romanzo di Rushdie, centro generativo della narrazione,è l'inchiesta sulla provvisorietàcome costitutiva dellastoriaedellestoriedegliuomini,e sul dubbiocomeunico orizzontepossibiledi conoscenzae di terrenasalvezza.I suoipersonaggisonofiguredall'identità ambiguae polimorfa:mezziangeli o mezzi diavoli, i due protagonisti assommano la duplicità professionaledell'attore (l'uno dalle"millevoci", l'altro daimille volti) a quellaculturaledell'indiano a Londra. È irriconoscibile Saladinst>ttole fattezzesataniche,comeè ingannevolela voce dell'arcangelochepuòcelarequelladiSatananell'ispirazionedel profeta. Il Benee ilMalenonhannosembianzecerte, comenonci sono mondi buoni contrapposti a mondi integralmente cattivi: non c'è nessunaidealizzazionenostalgicadelle cultured'origine degli emigranti,comenon c'è indulgenzaper la dura Inghilterra thatcheriana(tant'è veroche ilministrodegliesteri inglese,GeoffreyHowe, fraunaprotestae l'altra control'Iran, nons'è trattenuto dal dichiarareil romanzo"scandalosamenteantibritannico").. In questa visione radicalmente antimanicheae dissacratrice delle dicotomieassolute fra verità ederrore, fra il sé e l'altro, dei dogmi che compattanotradizioni ed etnie sotto il poteredi chi li amministra,risiedeforse la ragioneprofonda dello scandalo,ciò che ha fatto del romanzo, scritto da un musulmanoche taglia le sue radici, un evento-simboloda demon•zzareda parte dell'integralismo islamico:qualcosa di più e qualcosadi menodella blasfemia. La conquistadelleanime Il liberopensatore,o il testimonedel disinc~to -se sipreferisce una definizionepiù sofisticata-, non dovrebbe accettare troppo passivamentele dichiarazionidi blasfemiada parte delle chiese, difendendopoi con i miglioriargomenti il nostrodirittoa essere blasfemi.Quandoil mondoèdiventatotroppovarioecomplicatoperchélechiesepossanodichiarareconcredibilitàecolpire con efficaciacolpedi eresia, peccati di riforma, corruzionidi coscienze che cambiano, l'accusa di blasfemia diventa l'unica pronunciabile,perché sposta il problemadalla sostanzaalla forma: anzichéattaccarela violazionedell'ortodossiae dellanorma, denunciail sovvertimentodei codici linguistici,che nonrichiede argomentazione,perché offende una sensibilità prima che una dottrina. La storia delle accuse di blasfemia nell'Inghilterra del Sette e Ottocentoè assai istruttiva. Val lapenaalloradi coltivaredue sospetti,piuttostoovvi,ma del tuttoignoratida coloroche si sonoaffrettatia esaltarela civiltàdell'occidentecontroil selvaggioorienteo ildirittodi unmonolitico islam,maiesistito,a offendersiper l'indecenza delleculture miste, dubbiosee trasgressive.Il primoè che ciò che offendei fondamentalistisciitisia, primadellablasfemia,l'eresia antimanichea, che sarebbeperò assai più difficile da dichiarare, e non troverebbelastessarisonanzain unmondoislamicoamaggioranza sunnita. Il secondosospettoè che l'accusa di blasfemia sia una soluzione, comedire, teologicamentefacileper esponentidi unmondo islamico minacciatonon dal di fuori, ma dal di dentro. Fred Hallidayl'ha chiamatala lottaper conquistarel'anima degliemiIL CONTESTO grati (o leanimechestannomigrandodaunaculturaali' altra).Chi havisto My beautyful laundrette capisce di che cosa siparla(HanifKureishi, losceneggiatoredelfilm,anglo-pakistano,è statotra i primi in Inghilterraa schierarsiconestremanettezzadallaparte diRushdie). È unmondoincui la fedenella letturameccanicadel Libro e la sottomissionealle gerarchiedella famigliacadonodall'interno, e perfinonell'Inghilterra thatcherianagiovanistranieri con passaportobritannico trovanofinanziamentiper cominciare attivitàeconomicheindipendentidalcircuitodellafamigliaindianaoai:aba,dallepetrosterlineedallabenedizionedeicleri.Se,per fortuna,Rushdieè ancora vivo, il religiosomusulmanoche non era stato al giocodella solidarietàislamicain Belgioè giàmorto. Quanti straniguardianiper una tradizione Nei nostrimassmedia I versisatanici ha cominciatoa far notizia alla metàdi febbraio, coincidendol'incitamento all'omicidio lanciatodaKhomeinie l'imminenzadella pubblicazioneitaliana. Si è finito così col trascurare i precedenti. Un sommario sguardo alla mappa dei paesi e governi coinvolti nella censura preventiva al libro serve a diradare le troppo avvolgenticortine del fanatismoislamicodietro cuibuonaparte della stampaitalianaha trovatocomodoriparo. La minacciadi morteiranianasegna un indubbiosaltodi qualità,maè soloil culminedi unacampagna di ostilità assecondata da governi normalmente niente affatto identificati,a torto o a ragione, con l'intolleranza fondamentalista, la cui invadentepresenzapotràdunqueancheessereanalizzata, al di là dellostereotipodell'Islamprofondo,inbaseallapiù fa- · miliarecategoriadella ragion di stato. Già nel novembre 1988 il Centro culturale islamico di Regent's Park, il World Muslim Congress, il Consiglio islamico d'Europa presero una serie di iniziativeper ottenere che il libro venisseproibitoin Inghilterra,inEuropa,e in tuttigli statiislamici, come l'India, il Sudafrica,l'Arabia Sauditae l'Egitto avevano già fatto.Secondol'islamista ingleseMaliseRuthven, lamaggior partedelleassociazioniche in Inghilterrachiedevanoilbandodel libro di Rushdie erano sovvenzionatedal governo saudita (e in qualchecasoda altrigoverni stranieri). La Ruthvenricordavaanche che il fondamentalismowahabitadella dinastia sauditaregnante proibiva tuttora nel paese classici della cultura islamica come al-Ghazzalie al-Ashari.Dell'Arabia Saudita da noi non si parlamale,anzi spessosi parlabenissimo(peresempio,IgorMan su"La Stampa");ilcarattere filoccidentaledella suapoliticaestera oscuracompletamenteil fattochesi trattadi unodei duegoverni fondamentalistiin carica in paesi islamici.L'intervento saudita nonpotevaquindi stupire; mal' elencodegli altripaesi arrivati primi a bandireil libro di Rushdieè istruttivo. Subitodopo che nel settembre 1988una lunga recensionesu "India Today" aveva giudicato il libro un'opera letterariacomplessa,contenenteperò"almenoinparteunattaccoall'Islam", tre deputati indianiavevanochiestolaproibizionedell'opera, prontamenteconcessail 5ottobredalgoverno"per ragionidi oscenità, turbamentodei rapporti tra l'India e altri paesi, offesa ai sentimenti religiosidi settori del popolo indiano, turbamentodell' ordine pubblico". Come Rushdie sottolineò in un'intervista rilasciataimmediatamentedopo, l'imminenzadi un'elezione importante rendeva un governo indù particolarmentesensibileal consensodellacomunitàmusulmana.Questonon ha evitatocompletamenteunoscontrosanguinosocon le frangepiù radicali,ma lo ha contenutonei limitidi un episodioisolato. Il governopakistano (rettofortunosamenteda unadonnacontroogni precettodella legge islamica)con un'analoga politica ha tolto di manoai suoi oppositoriunpretestoreligioso. L'elenco dei governiche hannoimmediatamentebanditoil li13

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