Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

tenuto.Un veroe proprioluogocomunedellapubblicisticaitaliana contemporanea è la lamentela sul fattoche i partiti privilegiano gli schieramentirispetto ai contenuti, le formule rispetto ai programmi.L'insistenza con cui laquestionevieneposta è la spia di unareale scissionetradue sferedistinteche,pur avendonumerosi punti di contatto, si presentanoprevalentementein modoseparato, obbedisconoa logiche e regole diverse. La primadifferenzarilevànte riguardal'ampiezza dell'ambito decisionale. Le sceltedi politica partigianahanno in genereun carattere fortementecomprensivoe centralizzato,sono prese - comesi dicenel gergopolitico- a360gradio a tuttocampo,tendono a essere gestite a un unico grande tavolo o anche su tavoli diversi ma fortementeinterdipendenti sullabase di calcoli complessi che tengonoconto degli equilibri tra i partiti in numerosissime istanze.Qualsiasialterazione ancheminimadegli equilibri in unpuntoqualsiasidel sistemaistituzionaletendea ripercuotersi a catena su molti altri punti. È sufficienteche un partitoo una sua corrente si sentaa un certo punto sottorappresentatoin qualche ambitorispettoallaquota di voti (elettoralio congressuali)di cui ritiene di poter disporre, perché l'assetto precedente venga messo in discussione.Si pensi per esempioalla ricorrenzaquasi.ossessivaconcui il tema delle giunteanomale riaffioranel dibattito politico nazionale, alla meticolosaprecisione con cui sono gestiti i processidi lottizzazioneo al fattoche qualsiasipiccolo spostamento in una consultazioneelettoraleanche parziale finisce per essere utilizzato, spesso con successo,da qualchepartito o da qualche correnteper ottenerequalcosa di più in tutt'altro ambito.Il giocopartigiano è condottoa tuttocampo,da unnumeromoltoristrettodi attori (le segreteriedei partiti e i capi-corrente) sullabasedi unparametrocondiviso(anchesetutt'altroche oggettivo),ossiala quotadi potere (misuratain terminidi voti)di ciascuno. La comprensivitàe la centralizzazionesono invece fenomeni del tuttoeccezionalinegli ambiti in cui si fa la politica sostanziale.Qui la regolaè piuttosto la settorializzazione.Le scelteche riguardano, diciamo, la sanità, la politica industriale, la scuolao l'ambiente vengono prevalentementegestitee maturate in abiti specializzatie decentrati lungo un filo che collega gli uffici studi dei ministeri, le commissioniparlamentari, i dipartimentidei partiti, i gruppidi interessespecificamentecoinvoltinel temasul tappeto, gli esperti.Ma anche quando le decisioni approdanoad ambiti più generalied investono il consigliodei ministri nel suo insieme o le aule parlamentari, la tendenzaprevalentè è a trattare le singolequestioniin modo separatocon scarse ripercussioni di un tema sulI'altto. La sfera della politica sostanzialeè basata . su una scarsa interdipendenza tra ambiti diversi o scarsa comprensività. Fanno eccezione le contrattazionidi carattere globale cheprecedonolaformazionedei programmidi governoe quelle che si svolgonodurante le verifiche tra i partiti della maggioranza. Oppuregli accordi di caratteregenerale tra governoe sindacatinelleareneneo-corporative.Maloscarsopesoeffettivodegli impegniprogrammaticitra i partiti e il debole ruolo degliassetti neocorporativi in Italia, mostrano che si tratta di eccezioni che confermanola regola Qui si direbbepiuttosto che sia la natura delle poste in giocoo dei problemida risolvereo dei conflitti socialipropridi ciascunasferapolitica,a conformarela retedecisionale in ciascunambito. Ciascun settore tematicocostituisce unasortadi campogravitazionale,cheattiraattori, interessi,competenze. Manonc'è solounadifferenzanell'ampiezzadellearene.Anche lepersone fisicheche partecipanoall'una o all'altra sonodiverse.Negli apparatipartitici si verificauna sortadi divisionedel lavoro tra "gli attivistidi partito" specializzatinel gioco partigiaIL CONTESTO no ed esperti negli equilibri e gli "attivisti di settore" che si specializzano nel trattamento di specifici problemi. Tale divisione del lavoroè resaesplicitaperesempiodallastrutturazionedeipartiti in dipartimentio in sezioni che tendorioa gestire inmodo semi autonomole sceltedel propriosettore,con contatti privilegiati con quegli apparatiburocratici, quegli interessi e quegliesperti di altri partitiche gravitanoattornoallostesso settore.I respon- .sabilidegli ufficienti locali deipartiti sonoattentissimial problema delle coalizioniin periferia, ma sono del tutto indifferentirispetto alle politiche perseguite dai loro esponenti nei comuni e nelle regioni. La possibilitàche gli attivistidi settoresianocatturatida lealtà, appartenenzeo interessinoncoincidenticonquelladelproprio partito è sottogli occhi di tùtti. Si pensi per esempio al classico conflittocheda sempreopponenell 'àm bitodel partitocomunista i politici di partito e i politici amministtatori nelle giunterosse. Ma anche nel caso delle Usi, che sono diventate emblematiche dell'invadenza partitocratica, il ruolo dei partiti è tutt'altro che univoco.Unaricercasull'universo degliamministratoridelleUsi piemontesi (2) ha confermato che effettivamente i membri dei consigli di gestionesono tutti di estrazionepartitica, mache se i partiti hanno il monopolio delle nomine non è detto che essi abbiano il monopoliodelle politiche nel campodella sanità.Anzi è risultato che molti amministratori di Usi vivono una situazione oppostadi isolamento,mancanzadi indirizzi,marginalitàrispettoai loropartitie chesonocostrettia "in_ventarsi"per proprioconto le scelte che devono compiere. È del resto altamente improbabileche i partiti siano in grado di garantire una qualche forma di coordinamentoo mediazione (non parliamodi indirizzoo di lineapolitica) sulle sceltesostan- · ziali tra le migliaiae migliaia di agenti dislocati nelle istituzioni più diverse.Anzi si ha l'impressione chepiù la presenzadei partiti nelle istituzionisi fapervasiva,piùproblematicadiventila ca- .pacità di coordinamentodei partiti stessi.Tutto sta a capire qual è la natura delle obbligazioni che leganogli agenti dei partiti rispettochi li hanominatio fatti eleggere.Si trattacertamentediobbligazionimoltovarie.Ma è probabileche tocchino solotangenzialmente e in punti marginali le scelte politiche di fondo che competono loro. È frequente per esempio che i responsabilipolitici di un assessoratoo di un ente pubblico siano più interessaDisegno di Dovid Scher. 9

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