Linea d'ombra - anno VII - n. 40 - lug.-ago. 1989

In che misuralo stato di emarginazioneche la giovaneha condivisoconi suoiamici ha contribuitoadesasperarei suoiatteggiamentineiconfrontidel luogodi l~oro, e a immaginareper sé un ruolodiverso,più gratificante,nelmondoe nella società? Confusa con i poveri, ma non identica a loro, Elide sa che ciò che le secca di più a fare la bidella è il fatto di non avere uno status.Le pare che lo status sia quella cosache diventamanifestasolamente attraverso la deferenza degli altri: dunque è un bene relazionale, che di per sé non esiste, ma la sua improvvisascomparsa può essere fatale a colui o colei il quale ne viene privato. Essendo una virtù del mondo esteriore, è inattingibile a Elide e a quelli come lei, diversamente da altri stati gratificanti e ineffabili, che si ottengono anche con la semplice appliçazione.Uno può pureessere unprincipesomalo,ma senessunogli mostradeferenza, se nessuno si accorge che è in incognito, è spacciato, non ha status, e può anche morire di dolore. A lenire questa sofferenza · serve partecipare (vedendo, udendo, telefonando) alla Tv e persino alla radio, pensava spesso Elide. E l'urgenza di questobisogno, pensavaaltrevolte, ci fa misurareche fegatoavevaGesùCristo, a girarsene tanti anni quasi incognitoper Israele, con l'unico status di Messia: e infatti poi s'è visto che cosa gli è capitato, e quanta temprata durezza interiore si ha da avere per travalicare nello spirito questa legge inesorabile della società umana. Le persone come Elide, che non sono belle, sono particolarmente sensibili ai problemi dello status, e quella parte di loro - di loro, che pure sono fiori della creazione- quella parte che appartiene al fisicoe al materiale, la pulsante carnemondana,nonostante tutto spasimae si contrae nelle trappoledel comportaresociale, nelle paniuzze delle gerarchie. Se un professore passa nel .corridoio, tutti lo salutano, e lui saluta per primo soltanto i pari grado.Tutti gli altri sidistinguono tra loroa secondadi chi non salutano per primi: i docenti non salutano gli studenti, gli studenti non salutano gli impiegati, gli impiegati salutano per primi i professori e non tutti gli altri. Questo, ha decisoElide, è lo status. Eppure qual è la differenza vera negli occhi della creazione, tra me e tutti costoro? L'apparenza è uguale, stessi i vestiti, stesse le parole, stessa televisione, stessi libri di uso quotidiano, analoghe le case, i tragitti inmetropolitana e in autobus. Stessi forse anche i sogni, o almeno il modo di interpretarseli. Leggiamo tutti gli stessi giornali, votiamoquasi tutti nello stessomodo, ci intrappolanopregiudizi simmetrici se non uguali. La varietà di oggettiche possediamo, il bazaare décor materialee immaterialedellenostre persone e delle nostre case non ha più nulla di sacrale, non serve a distinguere il rango e il decoro socialedi Elide da quello di nessun altro. Elide pensa che se non ci fosse lo status (avvoltonel suo bozzolo di potere, magnifica crisalide di energia e di vigore tra gli uomini), se non ci fosse la legge universale delle società umane che incunea ciascuno nella dura macchina degli scopi.e delledeferenze, se tuttociò nonesistesse,anchesulla terra tuttisarebbero uguali nella diversità. Certo, ci sono cognizioni teoriche e pratiche, bagagli di ore di contemplazionepassati al cospettodi oggetti dello spirito diversi, finezze raggiunte toccando pieghe differenti della mente, plaghe di tenebre inegualmente distribuite trame e loro, i corpi... la bellezza, il mentale..., "eppure checosa vale poi tutto questo ai fini ultimi della consistenza cosmica e STORIE/BEER della sussistenzaterrestre? Lo Statogarantiscea tutti una semipovertà analoga, e uguali diritti. Nel mansionario celeste, nel libropaga dell'Universo siamo fatti diversi, ma intimamente uguali: perché dunque farsi umiliare tantoprofondamente dalle differenze che ci assedianoe per le quali nonappaiono in nessun luogoalbi del riscatto, sanatorie,Armageddonnépresenti né future?E gli amici del terzo,del quartomondo, che pure sono molto,moltodiversi, ma che adesso a furia di stare tra noi ci assomigliano sempre di più, e noi a loro, anche i professori?Così, tra riflessioni siffatte, passano molte delle giornate di Elide: la quale non pensa mai alla ricchezza, ai beni materiali, al vertiginoso mercato che avvinghia nella sua rete di transazioni il mondo. l'erché poi dovrebbe? Il denaronon è mai statoper lei (per ragioni di gusto?di destino?) una delle forme in cui spgnare l'infinito nella materia: non ha mai vinto e nemmeno giocato una lotteria, e non sapreb- · be nemmeno da quale punto avviare una proficua catena di pensieri sulla natura dell'oro. Comunque, a conclusione di queste considerazioni terrene, dettate, le sembra, dalla parte inferiore di sé, Elide vorrebbepercuotere e frustare tutti quelli che non sono come lei: come predica un famosomaestro di meditazione, schiacciare i calli degli altri produce buona energia per se stessi. Eppure a volte è costretta a pensare, proprio perché l'invidia la possiede per ore con la sua energia stagn~ntee distruttiva, che la stradadell 'illuminazione non sia per lei, e che invece il suo destino sia quello di restare a vagare insiemeèon gli altri, nelle tenebre senza conoscenza, per tutta questa vita e anche per molte altre. Forse fin dall'inizio era inteso che non doveva trovarsi tra gli eletti - soltanto, a lei quella scoflsolanteverità non si ancora era manifestata. Pensieri tremendi, fatti inacidire nell'anima dal suo polo di energie negative, che la gettano in una disperazioneprofonda. In quelleoccasioni è tentata di risollevarsi con aiuti esterni, palliativi vegetali o sintetici,canne,pere, aitro: maormai sarésistere e farneameno'. Poi lentamente l'ansia si acquieta, i pensieri si fanno migliori, si svuotano delle fermentazioni emotive. Allontanati dal brusio del quotidianodiventano nitidi, monocromi, puntiformi. Elide medita, e finalmente trascende il suo esistere: poiché l'anima è creata circolare, è ragionevole che sia anche nata per perfezionarsi nel moto circolare. Ancora una volta si slarga il meatoper il quale il mondomaggiore defluisce e sgorga nel minore. ... Gliavvenimentisonodipiù difficilericostruzioneapartiredalle ore 19.45,quandogli ultimiduestudentilascianola sopraelevazionedel Dipartimentodi ScienzeStorico-socialiApplicatee Comparate.Le testimonianzedi questiultimi,AntonellaBertolini e FrancescoClemenzi,riferisconoche la giovaneera intenta alla letturadi unvolumee non risposenemmenoal loroarrivederci cordiale. Elide chiude i suoi libri e i suoi pensieri, controlla che anche tutti gli uffici siano chiusi a chiave, spegne le luci. Sosta nel corridoio che separala sopraelevazione dal resto del mondo, guarda fuori dalla finestra: le cappelle dei pini attraverso i vetri spezzati, tranquilli e solitari; la luna, quasi piena, che illumina i prati silenziosi, i bordi bianchi e nitidi degli edifici, monumenti alla ragione e alla dignitàdel sapere; il cielo che si schiarisce, mentre il ' 107

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