te passato il tempo della prosa d'arte, degli alambicchi della parola ornata. Dimenticati i dialetti, si era appreso un italiano generico che non era il sinistrese di cui parlavano i giornali, ma italiese. Parlare svelto, giovane (ecco un aggettivo fortunato). Molti di quei cento vocaboli movimentisti facevano parte della pratica quotidiana. Alcuni erano scritti sui muri, elzeviri spray e telegrafici, tracciati, per comodità ulteriore di comunicazione, in nero o rosso, a semplificare il messaggio. Altri finivano nelle trattative sindacali che avevano bisogno di un plafond di comprensibilità stringata e quasi proverbiale: la Piattaforma, appunto, che nei casi difficili era rivendicativa e in quelli normali comune o d'intesa. La Struttura era un'altra parola usata e ambiva quasi sempre a divenire Polivalente. Il Confronto era un termine passato dalla pubblicità (la televisione cominciava a fare sentire il suo peso) alla politica. Le Contraddizioni erano sempre nel Sistema e si guardavano bene dal farsi notare a prima vista. Quando la Struttura ce la faceva a diventare Polivalente, era una trattoria con annessa sala dibattito o una scuola elementare con flipper. Il Territorio era nei cieli della filosofia, uscito dalle angustie catastali. Spazio e tempo, forme pure della sensibilità. Aprire al Territorio. Era un obbligo. Poteva servire ad arricchire il Dibattito. Meglio, a renderlo Articolato. E il cerchio si chiudeva perché il Dibattito era la parola grimaldello per aprire tutte le porte che la cultura del potere aveva chiuse, nel tempo. Dibattito sul Tempo Libero. Libero o liberato? Non senza ragione si preferiva il secondo termine, a ricordo delle lotte per ridurre l'orario di lavoro. Il tempo libero lo dovevano gestire i lavoratori, secondo lo statuto. Sì, ma come? E non erano lavoratori quelli che lavoravano al Circolo? Dibattito sul teatro da programmare. Bisognava sentire i sindacati senza protestare perché altrimenti si poteva ricevere la qualifica, vecchia ma sempre marchiante, di qualunquista. Infuriavano i collettivi. La professionalità era vista con sospetto. La'qualità come un elemento fuorviante e pre-rivoluzionario. I Danzatori Scalzi e Ivan Della Mea erano arrivati pure a Taranto perché Giovanni B. non amava farsi sorpassare a sinistra. Ma non si faceva coinvolgere. Quando alla fine dello spettacolo di Della Mea un mappamondo rosso volteggiava sulle teste degli spettatori, era lo stesso pallone, preso al rimbalzo, di Chaplin nel Grande Dittatore. Quanti Brecht si potevano mettere in un cartellone? Non meno di due, non più di quattro. Nessun problema, in tutta Italia se ne allestivano più di dieci. Ma il Brechtcooperativovenivacosì ecosì. Riusciva meglio con le grandi compagnie. Una Madre di Massimo Gorkij. I Vermi di Mastriani, del Gruppo Teatro Libero. Asce~a e Caduta della città di Mahagonny della Cooperativa dell'Atto. La gente gli domandava ali' entrata: "Ma c'è l'intervallo?" Così, per sicurezza. Alla fine del primo tempo uscivano a prendere le sigarette e non tornavano. I furbi abbandonavano al primQ minuto del secondo tempo con le luci già spente. Si voltava e non li vedeva più. Spariti nella notte. Molti di loro per venire a teatro avevano mangiato in fretta un panino, che gli andava a dire? Quelli che arrivavano fino alla fine, avevano lo sguardo spento e non lo salutavano nemmeno, ali' uscita. Peri' impegno seguente previsto in cartellone, non si facevano vedere, sì negavano pure al telefono. Quanti bocconi amari aveva dovuto mandar giù. La vita delSTORIE/FRANCOBANDIERA I' op. cult. non era tutta rose e fiori. Professionalità non ne riconoscevano agli operatori così, nemmeno quella che si era disposti ad accreditare ali' idraulico. Però non aveva esagerato col teatro politico, se lò poteva riconoscere. Era rimasto al significato semplice dalla parola alternativa applicata allo spettacolo. Lo spettacolo Alternativo era quello che faceva dire: "Me lo vedo o no?" E non aveva nemmeno Decentrato. Né mai creduto ali' Animazione, la cultura trasmessa, con i pericoli del caso, con la respirazione bocca a bocca. Non si era fatto nemmeno influenzare dal debordare di quelle cento parole dal pubblico al privato. La Gestione dei Sentimenti ... gli faceva pensare all'omino di Peynet, con uno sportello sul cuore per le pratiche dell'anima. E il tempo era passato, come i Brecht dal panorama teatrale. Nei circoli della sinistra si organizzavano corsi di spogliarello ed erano gli stessi che chiedevano i dibattiti sulle morti bianche, qualche anno prima. Il tempo è un gran signore, un po' baro. Era meglio, in fondo, l' onesto teatro didascalico con i suoi cartelli che le rivisitazioni delle pochade francesi. Magari un po' confusamente, ma prima si era cercato di cambiare il mondo e le approssimazioni erano spiegabili. Anche il dibattito sul tempo libero si era affievolito. Il tempo libero, dov'era più? Appena finito il lavoro, si correva al secondo lavoro che forse era il primo. Finiti i sogni di socialità, alcuni desideravano addirittura! 'isolamento, contro le stesse organizzazioni sindacali. Facciamo come gli altri, che si chiudono. Il Circolo deve essere degli italsiderini. Si tradivano frustrazioni per passate, non lontane esclusioni. 73
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