monnorò fra sé e sé. "Smettila, Sharun..." Ma i consiglinonbastavanocertòa farlo rinsavire. "Questo è un regalo per te." Sembravache a Sharun la gioia avesse dato alla testa; si tolse dal dito l'unico anello d'argento e lo cacciò in mano a Josè. · "Sharun, nonpossoaccettarlo, tieniloperte" disseJosèrimettendoglieloal dito. "Grazie, mi avete aiutato molto." E se ne andò, con il cuore colmo di commozione. ~ "Ma insomma,come ha fatto que.stamogliedi Sharun?Lui è come impazzito", disse Josè, che ancora non riusciva a rendersi conto. "Che mogliee moglie, è chiaro che è una puttana!" Quel fiore finto meritava solo questo nome. Dopo aver ricevuto quella lettera Sharun si adoperò in mille modi per irovareun secondo lavoro. Di giornostava in negozioe la notte faceva il pane in una grandepanetteria, in città. Giornoe notte lavoravaduro, donniva solo lamattina tra le cinquee mezza e le otto. Nel giro di quindici giorni deperì rapidamente: si fecemolto magro, gli occhi iniettati di sangue, i capelli scarmigliati esporchi, gli abiti spiegazzaticome stracci.Divenneperò più loquace, equandoparlavaerapieno.difiducianellavita.Non socome,sentivo però che nel cuore continuava a soffrire molto. Dopo non molto mi accorsi che aveva smesso di fumare. "Devo risparmiareogni centesimo,anche se mi toccanon fumare", disse. "Sharun, quantopuoi resisterea faticarecosì giornoenotte?", gli chiesi. Dopo due mesi si era ridotto uno scheletro. "Diecimila pesetas, in due mesi ho risparmiatodiecimilapesetas.Mancapoco, manca poco, nondevi stare in ansia per me." Parlava onnai con incoerenza, la prolungatamancanza di sonno gli aveva tremendamente indebolito i nervi. Io non facevo che domanclarmiquali magici poteri potesse avere Sahida, per far sì che un uomo che era stato con lei appena tre giorni !'~asse così tanto e non riuscissea dimenticare il po' di felicità che lei gli aveva dato. Passòancoraaltrotempo,eSharuninsistevastancamentenella suaossessione. È possibileche unuomoinsistafinoallamorte? Una notte, per la troppa stanchezza,posò lemani sullalamiera arroventatariportandogravi ustioni a tutte e due le mani. Non per questo il fratelloglipermise di sospendereil lavon?diurnonel negozio. · Una volta lo vidi intento a vendere:per afferrare la merceda consegnareai clientiusava i due polsi ma, per quanto si desseda fare, una cosa la prendeva e un'altra la faceva cadere. Arrivò suo fratelloe si mise di lato osservandolocon sguardo distaccato. Sharunsi innervosì ancoradi più e gli cadderoper terradei pomodori;si mise a raccoglierlima le dita eranopienedi pus e gli dolevano talmente che non poteva esercitarvi alcuna pressione. Il sudore iniziò a colargli in grosse gocce dal volto. Povero Sharun,quando sarebbe finalmenteriuscito a liberarsi della follepassioneper Sahida? In queigiorni sembravapiù so- .STORIE/SAN MAO r lo e abbandonatodel solito. Da quando si era ustionato le mani, veniva ogni notte a farsi applicare una pomata, prima di recarsi al lavoro della panetteria. Solo a casa nostrapotevamostrarefino in fondo i suoi più segreti sentimenti.Avevadimenticatodel tutto le sfortuneche gli aveva portato Sahida,pensava solo cheogni peseta risparmiatal'avvicinava ancor più alla realizzazione dei suoi sogni. Una sera come al solito venne a casa e lo invitammo a mangiare con noi, ma disse che usar le mani non gli riusciva bene e non volle prendere niente. "Fra poco staròbene, fra poco le ustioni alle mani sarannocicatrizzate.Forseoggi potròanchecuocereil pane. Sahida..." si lasciò andare di nuovo a quel suo sogno immutabile. Questa volta Josè ascoltò con molta simpatia e comprensione Sharun che parlava: Io stavo tirando fuori la garza e il cotone per cambiarelamedicazione,ma a sentirloricominciareancoraa parlare di lei mi venne una grande irritazione,e lo fronteggiaidicendogli '.'Sahida,Sahida, Sahida, da mattina a sera non fai che parlare di lei, ma lo sai o non lo sai che Sahida è una puttana?" Le parole mi erano uscite di bocca e non potevo farle tornare indietro. Josèalzò là testa di scattoper guardare Sharun,e nella stanza cadde un silenzio glaciale. Pensavo che Sharun sarebbe balzato in piedi e corso a strangolarmi, ma non lo fece. Le mie parole l'avevano colpito come unamazzata;si girò lentamentee fissòil·suosguardosudime, fece per parlarema non riuscì a dire una parola; guardai a miavolta fissamente il suo povero volto magro come quello di uno spettro. Non vi si leggeva nessuna rabbia. Sollevò le mani rovinate dalle ustioni, le guardò, le guardò e a un tratto, con un gemitosi mise a piangere. E, senza dire una sola parola, guadagnò l'uscita e corse verso la buia distesa deserta. "Avrà capito d'essere stato truffato?" chiese pianoJosè. • "Dentro di sé l'ha sempre saputobenissimo, solo chenon era disposto a svegliarsi,e se non vuol salvarsida solo, chi potràmai salvarlo?" Ero sicura di sapere cosa l'animo di Sharun nascondesse. "Sahida deveaver fatto ricorsoalla stregoneria,per incantarlo", disse Josè "Se Sahidaha potuto incantarlo è semplicementecon le sue arti sessuali. Il suo corpo rappresentaper Sharun tutto ciò che in questavitaglimanca.Ciòche vuoleè amore,affetto, famiglia,calore. Un animogiovane così riservatoe solitario s'imbatte in un po' d'amore, anche se falso: è naturaleche voglia tenerlo stretto e non si curi più di nient'altro." Josè tacque, spense la luce e si sedette al buio. Credevamoche il giorno dopo Sharun non sarebbe venuto, ma invece venne. Cambiata la medicazionegli dissi: "Sei guarito! Stanotte a cuocere il pane non ti farannopiù male, e nel giro di qualche giorno tutta la pelle si sarà rifonnata." Sharun era molto quieto e parlò poco. Al momentodi uscire sembròche avessequalcosada dire,ma non la disse; andòfinoalla porta, poi improvvisamentesi girò e disse: "Grazie!" Sentii dentro di me una curiosa sensazione,ma risposi semplicemente: di cosa? Cerca piuttosto di non impazzire di nuovo. Presto, ora, vai al lavoro." Mi fece un sorriso strano, e chiuden69
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