STORIE/SAN MAO stale, trovaioltre ad alcune lettereper meanche una convocazione dell'ufficio postale. "Di che si tratta?", chiesi all'impiegato. "Una raccomandataspedita alla tua cassetta postale, per un certo SharunHamida. È un tuo amicoo è uno sbaglio?" "Ah...", esclamaiper la sorpresa,e mentreprendevoinmano la lettera, che provenivada Monaco,mi sentii rabbrividire.Con la lettera strettanella mano camminaia passi svelti versocasa. Avevo frainteso,era chiaro: allora non si trattavadi un truffatrice, visto che aveva risposto, e per di più con una raccomandata. Chissà come sarebbe stato felice Sharun! "Presto, presto, leggi!", disse Sharunmentre chiudevavelocemente il negozio, il corpo scossoda tremiti, gli occhi che brillavano come quelli di un folle. Aprii la letterae vidi che era in francese,perciò dovetti scusarmi con Sharun. "È francese...", dissi mordendomile dita. Sharun si agitò come uno che non ha più vie d'uscita. "È per me,vero,nonè unosbaglio?"chiesepiano,con lapaura di doversi svegliaredal bel sognose soloavesse parlatoad alta voce. "È per te,diceche ti ama."Riuscivoacapiresoloquestafrase. "Tiprego,cercadi indovinare,cos'altro dice?" Sharuneracome impazzito. "Non riescoa indovinare,aspettiamoche tomi Josèdal lavoro, eh?" Mentre tornavoa casa, Sharunmi seguì camminandorigido come uno zombie.Non ebbi altra sceltache farlo entraree accomodare in attesa che tornasse Jòsè. A volte Josè avevaqualche disputacon i colleghi e rientrando avevasul visoun'espressione truce; iomi ci ero abituatae non ci facevo più caso. Quelgiornotornòparticolarmenteprestoe, vistoSharun,si limitòa fargliun freddocenno col capoe poi, senza dire unaparola, andò a cambiarsile scarpe. Sharunaspettava con la lettera in manocheJosègliprestasseattenzione,maJosè nonglibadòeandò in camerada letto. Ne uscì finalmenteindossandoun paio di calzoni corti, ma per dirigersi verso il bagno. La tensionedi Sharunera giuntaal culmine. Improvvisamente, senzaunaparola,si buttò inginocchiodavantia Josècomevolesse abbracciarglile gambe, e io, nel vedere questa scenadalla cucina,rimasisbalorditaemiarrabbiajconmestessaperaverpermessoa quelpazzodi venire a portarconfusionenellanostracasa così piccola. Josè, perdutoinquel momentoinunmondo tuttosuo, vedendoSharuninginocchiatodavantia lui, si spaventòe simisea gridare: "Che succede?Che succede?SanMao, presto, salvami..." Trascinaivia con forza Sharun,e riuscii con faticaa calmare sia lui cheJosè. Ero così stanca chemi sentivocome spenta,senza volontà,volevosoloche Sharunsene andassevia in frettae ci lasciasse in pace. Dopoaverfinitodi leggere laletteraJosèdissea Sharun:"Tua moglie dice che anche lei ti ama, ma che non può venirenel Sahara perchénon ha soldi. Ti prega di fare in modo di raccogliere centomilapesetas e spedirle a suo fratello in Algeria. Con questi soldi compreràlui il bigliettodell'aereo, in modoche lei pos68 sa .tornareal tuo fiancoper non separarsimai più da te." "Cosa?Che vada all'inferno, quella truffatrice!Vuoleancora soldi!" Sbottaiad alta voce. Sharunperònon era affatto deluso,e continuavaa chiederea Josè: "Sahidadice che intendevenire?Intendevenire?"Avevalo sguardodi chi sta facendo un bel sogno. "Per i soldi non ci sono problemi, si può fare, si può fare...'\ Foto di Robert Azzi !da "l'illustrazione italiana", n. 3/1982). f r tth-r
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