Linea d'ombra - anno VII - n. 39 - giugno 1989

SCIENZA/BATESON. ro e la testa è una zolletta di zucchero. Alice chiede: "Di cosa viv~no?" E la zanzara che le sta facendo da cicerone risponde: "Mangiano tè con dentro la crema". A questo punto Alice intuisce una certa difficoltà nelle possibilità di adattamento di questo animale e quindi dice (Alice è sempre ottimista e vuole che l' animale"viva): "Cosa succede se non ne trova?", perché ovviamen- . te se ne trova la sua testa finisce per sciogliersi nel tè. E la zanzara risponde: "Allora muore, naturalmente". E Alice: "Ma ciò deve succedere abbastanza spesso". E la zanzara: "Succede sempre". Proviamo a pensare di essere dei paleontologi che, studiando mosche di pane e burro fossili, si stupiscono dei motivi della loro estinzione. L'ipotesi non sarà "Si sonoestinte perché la loro testa era di zucchero" e neppure "Si sonoestinte perché non riuscivano a trovare il cibo", ma piuttosto "Si sono estinte perché erano paralizzate in un dilemma". Il mondo è fatto così e non segue modalità lineari che permettono di affrontare un problema per volta. Questa vicenda è divertente perché il linguaggio che siamo abituati a usare presuppone che si possa parlare di una cosa e dei suoi usi, dei singoli problemi e dei loroeffetti, e così via fino a poter costruire situazioni in cui poter usare la prima persona singolare, il pronome io. Cosa sarebbe successo se la farfalla di pane e burro avesse potuto usare il pronome "io"? Avrebbe pensato al1'eterno dilemma dovuto "allo zucchero sulla mia testa e allamia stupida abitudine di bere il tè con dentro la crema". Cosa si vuole dire in realtà, quando si usa la parola "io" nei termini di un linguaggio accettabile, non dico per il buddismo, ma almeno per le normali scienze naturali? Cos'è questAentità? Con la parola "io" indichiamo il termine di un'interazione, l'estremità di numerose interazioni. Io sono quella cosa attraverso cui gli altri non possono vedere: in un certo senso, la mia esistenza è dimostrata dalla mia opacità. Se si potesse vedere cosa avviene nelle mie fibrenervose e tutti i segnali che viaggiano dentro di me, allora sarebbe 60 Alice nel mond~ dello specchio, due illustrazioni di John Tenniel. possibile tracciare una linea attorno a me e dire "Bateson è qui dentro". C'è ungran numero di messaggie di informazionicheattraversano una stanza. È davvero possiqile pensare alla pelle come a una barriera? La regola base di qualsiasi tipo di teoria dei sistemi consiglia di tracciare linee di comunicazione nel maggior numero possibile, perché rronesistono sistemi davvero isolati. Arriviamo quindi a un mondomolto differente da quello solitamente descritto, a un mondo essenzialmente doppio nelÌa sua struttura, in cui a un livello di organizzazione, non dico semplice, ma inferiore, si trova qualcosa chiamato apprendimento, e a un livello superiore si trova qualcosa chiamato evoluzione. Questo è un curioso genere di mondo, paradossale per vivere, in cui facciamo del nostromeglio. È come un gioco, percné un gioco avviene essenzialmente tra due livelli di Gestalt, due livelli di configurazione, e quando si schiaccianouno sull'altro, noi piangiamo o ridiamo o preghiamo Dio o la religione o cos'altro, o diventiamo schizofrenici. Cosa fare allora? Non ci sonocose da fare. Ci sonomovimenti, di cui uno dei più interessanti è quello che si raggiunge attraverso la scoperta che si è lacerati tra questi due livelli del mondo. Questo è grottescamente ingiusto, ma oltre questa ingiustizia sopraggiunge una specie di saggezza. Questa è la cosa che Ronnie Laing dice, io stesso l'ho detta, di tanto in tanto, e persone appartenenti a svariate religioni l'hanno detta: attraverso questa specie di doppio intreccio, quello che anni fa chiamavo doppio vincolo, se si riesconoa evitare alcune trappole, si può giungere a un liv~llo di saggezza superiore. Non so se si tratti di quello finale, non ne posso parlare perché non lo conosco, ma penso che la scienza stia cominciando a porre le basi per iniziare a pensare a qualcuno di questi problemi. Conferenza tenuta da Gregory Bateson-tre giorni prima della morte, al Carmazone Institute, Boulder (Colorado) il 24 marzo 1975.

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