Disegno di William Blake (1794). Giobbe era afflitto? Forse perché quello che c'è "fuori" riflette in un certo.senso quello che c'è "dentro": Se non si riesce a controllare quello che succede "dentro" ,Io si può in qualche modo correggere dedicandosi all'osservazione di quello che c'è fuori, tra gli animali e le piante, le stelle e il clima. Ci sono altri rimedi quindi, oltre allameditazione, e uno consistenel!' osservazionedella natura.Un'attività che coinvolgepochi, e spesso chi vi si dedica non sa dire molto sui motivi che spingono a farlo. Per molte persone una passeggiata nel bosco rappresenta qualcosa di buono per la propria vita, materiale o spirituale, anche seprobabilmente non sanno perché. Questo è il problema che voglio mettere in evidenza e su cui vale la pena di riflettere anche perché, amio parere, è inqmp.chemodo collegatoai motiviper cui Norbert Wiener era in grado di riflettere più proficuamente su problemi di natura teorica quando osservava una tenda gonfiata dal vento. In prima approssimazione si può dire che l'uomo vive in tre mondi interdipendenti e interconnessi. Il primo, che non tratterò inmodo approfondito, richiede almeno una definizione: è ilmondo che gli agnostid e Jung chiamavano pleroma, e che noi possiaSCIEN:Z:A/BATESON mo approssimativamentedefinire come il mondo della fisicadelle palle da biliardo. È un mondo in cui le cose sono morte o, meglio, gli oggetti non sono animati. Infatti lo stato di morte puòessere raggiunto soloda un oggetto vivente, ma in questo mondo le cose - le palle da biliardo, le pietre o gli oggetti astronomici - non sono mai state vive. Tutte le cose rispondono alle forze e alle energie esercitate su di esse - una palla da biliardo ne colpisce un'altra e la seconda risponde con l'energia derivata dallaprima-, vivono in campi di "forze e di moti", sono soggette alla gravità. Questo è il primo mondo, e se si vuol sapere cosa succede in esso è sufficienteprendere in esame la quantità o le dimensioni delle spinte e degli urti, perché le risposte sono una funzione semplice delle spinte e degli urti. Ma se guardiamo al mondo del vivente, incontriamo dinamiche del.tutto diverse. Le cose viventi rispondono agli stimoli in • modo non lineareperché ci sono fatti distinti dalle forze, come le idee, la cui natura è essenzialmente non fisica. Gli stimoli a cui viene data risposta, quello che viene percepito, sono le differenze. Si può vedere quando una cosa è diversa da un'altra, e infatti di solito diciamo che "la differenza è che una cosa è nera e l'altra è bianca". Potremmo chiederci dove stia la differenza; ovviamentequesta non risiedenel bianco, nonrisietle nel nero e non risiede neppure nello spazio tra questi due oggetti. È possibile che essa stia nel tempo che intercorre tra loro, perché il vero modo in cui si vedono le cose è scandagliandole e riconoscendone le discontinuità, le differenze appunto. ' Le differenzediventano discontinuitàe una discontinuitàè un evento nel tempo.Quello che noi facciamoper percepire unadifferenza è semplicementeconvertirla in unadiscontinuità nel tempo. La possibile staticità di una differenza ci sfugge. È proprio quello che succede a una rana o a una lucertola, quando si appostano nei pressi di uno sciame di zanzare ad aspettare una falena, sapendo che prima o poi arriverà. Quando arri va, la 'lucertolaè lì in agguato e tuttala sua attenzione sipunta sulla falenache si è posata. A partire da questo momento la lucertola sta ferma; infatti non può più vederela falenaperché l'insetto non simuove,e la lucertola può ricevere informazioni solo da oggetti in movimento. I rettili non possono vedere come vediamo noi uomini, che muoviamo gli occhi per scandagliare gli oggetti: i nostri occhi vibrano tutte le volte che vogliamo, ma i rettili non possiedono il meccanismo di correzione che ci permette questo movimento degli occhi. La lucertolaè quindi destinata a rimanere così, in attesa, fino a quando un nuovo movimento le permetterà di catturare la preda. È l'altra faccia della storia da cui siamo partiti: NorbertWieQerfissava una tenda in mO\:_imentpoer pensare meglio, mentre la lucertola e la falena si trovano in una impossibile situazionedi· congelamento che permarrà fino a un punto di rottura, quando il sistema inizierà di nuovo a muoversi. · Questa affermazione generale vale anche per gli altri due mondi. Per il momentopossiamo dimenticare il mondo delle forze fisiche e quello degli oggetti viventi per guardare agli altridue mondi: uno è il mondo del pensiero e dell 'appre,ndimentoe l' altro è il mondo dell'evoluzione. Si tratta di due mondi molto simili tra loro, al punto che la gente spesso li confonde. A partire dal!'evidenza di i>ailey,attorno al 1840, tutti hanno 57
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