Linea d'ombra - anno VII - n. 39 - giugno 1989

INTELLIGENZA, ESPERIENZA ED EVOLUZIONE Gregory Bateson traduzione di Fabio Terragni Norbert Wiener, l'inventore della cibernetica e di molte altre cose, aveva un'abitudine: quando rifletteva su un problema teorico, gli piaceva sedersi di fronte a una tenda agitata e gonfiata dal vento. I movimenti della tenda lo coinvolgevano completamente; la sua mente veniva attratta da quel•movimento, che diventava la base su cui amava fare le sue riflessioni. Da questo stimolo alla riflessione, Wiener traeva un insegnamento sulle modalità di funzionamento del cervello: se il cervello fosse una mera sommatoria, di idee, problemi e dati, il movimento della tenda non avrebbe dovuto essere di grande aiuto. Importante e utile, invece, erariversare dati e problemi su un cervello in qualche modo già in movimento. Quest'esperienza di Wiener costituirà la chiave per comprendere quanto segue, dedicato a ciò che succe4e "dentro" e "fuori" di noi. Per cominciare, può tornare utile richiamare l'esempio di Giobbe. Giobbe aveva un problema: era "in crisi" e questa fu la causa dei suoi guai. William Blake realizzò una bellissima serie di illustrazioni sulla storia di Giobbe, e proprio l'altro giorno ne ho trovata una versione tascabile: nella prima illustrazione si vedono Giobbe e la sua famiglia seduti sotto un albero, con degli strumenti musicali appesi ai rami. Tutto sembra andare per il meglio, anche se tutti stanno leggendo dei libri. Di fronte a loro ci sono molte pecore e il cane da pastore di Giobbe. Le pecore stanno tutte dormendo e così pure il cane, che ha la testa appoggiata su una pecora. Il Libro di Giobbe narra che un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e tra di essi vi era anche Satana. Dio disse a Satana: "Hai fatto attenzione al mio servo Giobbe?" (Devo aggiungere qui che, nel disegno di Blake, Dio è del tutto simile a Giobbe; egli è infatti il suo autoritratto, la sua immagine riflessa.) "Sulla Terra non c'è altro come lui: uomo integro e retto, timorato di Dio e alieno dal male". Satana rispose a Dio: "Forse che Giobbe teme Dio per niente? Non hai forse protetto con uno steccato lui, la sua casa e tutto ciò che possiede? Tu hai benedetto le sue imprese, e i suoi greggi si dilatano nella regione. Ma stendi la tua mano e colpisci i suoi possedimenti: vedrai come ti maledirà in faccia!". Dio disse a Satana: "Ecco, tutto ciò che è suo, è in tuo potere, però non portare la tua mano sulla sua persona". A questo punto Dio inizia a svolgere una funzione analoga a quella che i guru e i maestri svolgono nel Buddismo, dando aiuto alla persona che Ii interroga, credendo che loro abbiano le risposte. Satana distrusse tutti i raccolti e tutte lè proprietà di Giobbe, sterminò Luttii suoi greggi e gli uccise i figli, ma egli continuò a perseverare nella S!laintegrità e, caduto a terra prostrato, disse: "Nudo sono uscito dal ventre di mia madre e nudo vi farò ritorno! Dio ha dato e Dio ha tolto. Sia benedetto il nome del Signore". Di nuovo i figli di Dio vennero da tutte le parti del mondo per presentarsi davanti al Signore. Dio, allora, disse a Satana: "Hai fatto attenzione al mio servo Giobbe? Sulla Terra non c'è altro come lui: uomo integro, retto, timorato di Dio e alieno dal male. Egli persevera ancora nella sua integrità, e senza ragione tu mi hai ec56 citato contro di lui per rovinarlo". Ma Satana rispose a Dio: "Pelle per pelle! Tutto quanto possiede, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita. Ma stendi, di grazia, la tua mano e colpisci le sue ossa e la sua carne: vedrai se non ti maledirà in faccia!" Allora Dio disse a Satana: "Eccolo in tuo patere! Soltanto risparmia la sua vita". Satana colpì Giobbe di un 'ulcera maligna dalla pianta dei piedi fino in cima al capo, ma egli rimase fermo nella sua probità e disse alla moglie che malediva il Signore: "Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male?" · A questo punto, nel racconto biblico, seguono circa 25 capitoli dedicati a una discussione decisamente noiosa sulla natura della sofferenza e sui motivi della sua esistenza nell'universo, e se essa sia connessa con il peccato oppure no, e così via fino a che non si giunge alla soluzione del problema della violenza di Giobbe. Giobbe aveva chiesto un incontro con Dio. Allora il Signore, in mezzo a una tempesta, così rispose: "Chi è colui che denigra la provvidenza con parole insensate? Cingiti i fianchi come un prode; ti interrogherò e tu mi istruirai. Dov'eri quando io mettevo le basi della Terra? Dillo, se hai tanta sapienza! Chi fissò le sue proporzioni, se lo sai, e chi tracciò per essa la linea? Dove affondano i suoi pilastri, o chi pose la sua pietra angolare, mentre le stelle del mattino giubilavano unite, e plaudivano tutti i figli di Dio? (...) Dillo, se sai tutto questo!" Continuava così per altri tre capitoli, che sono essenzialmente una lezione di storia naturale. "Conosci tu il tempo in cui partoriscono le camozze? Hai osservato il parto delle cerve? Sai contare i mesi della loro gravidanza, e conosci il tempo del loro parto? Si curvano sgravandosi dei loro piccoli, mettendo fine alle loro doglie. I loro piccoli crescono, si sviluppano, corrono all' aperto e non ritornano più. Chi lascia libero l'asino selvatico, chi ha sciolto i legami dell'onagro, al quale ho assegnato come dimora la steppa e come abitazione la terra salmastra? Egli sprezza il chiasso delle città, e non dà ascolto alle grida di chi lo sprona; gira per le montagne, suo pascolo, andando in cerca di qualsiasi verdura. Il bufalo si metterà forse al tuo servizio, e passerà la notte presso la tua greppia? Potrai legarlo con la corda, perché ari, perché erpichi le valli dietro di te? Ti fiderai di lui, perché la sua forza è grande, e lascerai à lui le tue fatiche? Conterai su di lui che ritorni, e che ti ammassi il grano sull'aia?( ...) Sei tu che dai al cavallo la bravura, e lo rivesti di criniera al collo? Lo fai tu saltare come una locusta? Il suo alto nitrito incute spavento. Scalpita nella valle, giulivo, e con impeto si fa incontro alle armi. Se ne ride della paura e non trema; non retrocede davanti alla spada. Sopra di lui tintinna la faretra, lampeggiano la lancia e il dardo. Fremendo d'impazienza divora lo spazio, e non si trattiene più al suono del corno. Al primo squillo di tromba nitrisce: Ahaa! e da lungi fiuta la battaglia, gli urli·dei capi, il fragore della mischia". Che bisogno c'era di una simile lezione di storia naturale, che spazia dalla metereologia ali 'astronomia, dagli animali alle Pleiadi, dalla natura degli oceani al perché questi si fermano sulle coste e non invadono le terre emerse? Perché questo lungo tragitto costituisce un rimedio a quella specie di ansia distruttiva da cui

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