do di rinnovare. Essi utilizzano il vecchio approccio empirico, psicologico o sociopsicologico per proporre criticamente nuovi metri di definizione e di misura del femminile e del maschile. Impiantandosi su un solido tronco di studi, questo approccio ha esplorato così molti aspetti della condizione maschile, per esempio la psicologia del cambiamento JJ1aschile; inoltre, pur·essendo talvolta superficiale acausadi un testardo empirismo matematico, esso ha molto influenzato gli antisessisti americani. Pur a costo di individualizzare il problema, Pleck ha elaborato una alternativa al modello tradizionale della ricerca sui sessi che diceva che, come in;generale per essere sana la gente deve avere una identità sessuale ben fissata, così anche gli uomini devono avere una solida identità maschile. Tutto al contrario - obietta Pleck-è dannoso avere degli standard fissi i cui dettami uno si sente obbligato a obbedire: meglio invece seguire liberamente i propri bisogrù, quali che siano, indipendentemente dagli stereotipi di sesso. Pleck parla di un modello di ruoli sessuali attraverso cui la società esercita un peso indebito sugli individui, una convinzione questa molto diffusa tra gli antisessisti americarù e di altri paesi. A me pare tuttavia che questa dicotomia tra la buona natura degli individui e la cattiva società che dall'esterno li rovina, sia sbagliata. Non esamina infatti come le strutture sociali costruiscono il patriarcato né , l'interesse dei maschi a perpetuare la società sessista. La seconda linea degli studi maschili è formata dagli psicologi u111arùstici: essi parlano in termini di crescita personale, di verùre in contatto con le JJI:Oprie mozioni e imparare a esprimerle. Questo è certo un punto essenziale per il cambiamento maschile ma essi, tra cui Goldberg e molti antisessisti, tendono a individualizzare tutti i problemi. Tutto al contrario la terza corrente fatta di antisessisti socialisti: vi fanno parte alcune femministe la più famosa delle quali è Barbara Ehrenreich éhe nel suo famoso libro The Hearts of Men (I cuori degli uomini) ha raccontato la fuga dei maschi americani del secondo dopoguerra dall'impegno emotivo e familiare·. Tra gli uomini i più noti sono l'americano Harry Brode l'australiano Bob Connell. Essi respingono gli approcci individualistici e la loro formazione marxista li rende attenti ai temi del potere e della struttura sociale, con una percezione vivida della oppressione delle donne. Ma qui si ferma il terreno comune e iniziano le diversità: soprattutto controverso è il rapporto tra capitalismo e patriarcato, con Brod che tende a vedere quest'ultimo come modo di riproduzione del primo, e Connell che gli dà invece maggiore autonomia. Il quarto approccio infine è molto diverso ed è tipicamente svedèse, appartiene cioè a una società patriarcale dove tuttavia le donne ricoprono significative posizioni, da ministri nel governo nazionale a dirigenti di importanti istituziorù scientifiche. Qui di conseguenza i "men's stu- \fics" sono nati come branca di specializzazione di centri di ricerca per l'eguaglianza delle opportunità tra i sessi: si è trattato subito quindi di uno studio di alta qualità, condotto in stretto contatto tra femministe e antisessisti, anche se subisce i condizionamenti derivanti dal)' essere finanziato tutto dallo stato. In termini di contenuti si è concentrato essenzialmente sulla paternità: il welfare state svedese prevede l'istituto del "congedo per genitori" e ci sono alcuni uomirù, anche se non molti, che svolgono la parte principale nella cura élei figli e quindi usufruiscono di nove mesi liberi dal lavoro a 90% del salario. A livello personale la ricerca si concentra di conseguenza su come i maschi possono cambiare grazie a un rapporto più stretto con i figli. Inoltre in Svezia ci sono due cenIL.CONDITO tri statali dedicati ai problemi maschili, molto poco in confronto con Je altre istituzioni assistenziali di quel paese, ma molto in confronto agli altri, dove non c'è niente del genere: sono totalmente organizzati dallo stato, con impiegati a tempo pieno, più un assistente sociale e uno psicologo; si occupano della consulenza agli uomini per questioni matrimoniali e durante le crisi di separazione o di divorzio. Ci sono inoltre una decina circa di altri progetti di assistenza basati sul volontarismo. Un'ultima domanda allora: per circa vent'anni, cioè fin dagli inizi, tu sei stato coinvolto col panorama dei gruppi maschili. Negli anni Settanta gli antisessisti erano ottimisti epensavano che il cambiamento potesse essere rapido e profondo; in questo decennio si èfatta invece strada l'idea che esso possa essere più difficile del previsto. Come giudichi, guardando al passato, la tua esperienza personale e, attraverso di essa, quella dell' antisessismo maschile? Per quanto mi riguarda il tema non è più valutare se il mio coinvolgimento ha avuto successo o no: essendo cominciato quando avevo sediçi anrù, questa diversa identità è diventata parte di me molto presto: il problema è allora se può essere gestita in modo da rendere bella e soddisfacente la mia vita: in certi momenti essa mi ha reso molto felice, in altri t'utto il contrario. Perché sia visibile è comunque fondamentale che questa identità da sottocultura non sia dispersa individualisticament~in una terra di' solitudine, ma che si possa incontrare con un più ampio contesto omogeneo. Proprio per la vivacità di quest'ultimo, gli anni Settanta sono stati la fase più fortunata dell' antisessismo. Certo, eravamo troppo ottimisti, ma questà era anche la nostra forza, che ci ha permesso di fare tanti esperimenti e saltare tanti steccati, cosa che non avremmo fatto se fossimo stati più reaìisti. Tutto allora era molto personale e sperimentale, molto immediato e molto caoticò. Oggi sono più vecchio e nutro quindi sensazioni diverse su.cose che feci allora e non sarei capace di rifare allo stesso modo. Tutto il panorama dei gruppi maschili è oggi molto diverso: tentiamo di costruire istituziorù stabili, e di applicare la nostra conoscenza e sensibilità per i problemi dell'identità sessuale a qualche tipo di lavoro retribuito: ci sono tra noi molti assistenti sociali, psicologi, terapeuti che cercano di mettere in opera le loro convinzioni in sedi istituzionali .. E se potessi tornare indietro cosa vorresti cambiare? Questa è un po' la domanda da un milione di doli~ che non ha risposta. Però mi viene in testa qualcosa: verso il '75, '76, '77 anch'io, come i miei amici ero molto preoccupato del problema del controllo delle nascite: non volevo più indurre le donne ad assumersi tutta la responsabilità, che desideravo invece condividere; la soluzione radicale era allora. la vasectomia che fu praticata da diversf membri dei gruppi, tra cui alcurù miei amici. Anch'io allora ci pensai molto seriamente e andai molto vi_cinoa farla: ebbene, sono molto, molto contento di non averlo fatto! E gli uomini sono ingenerale più coscienti della necessità di un nuovo maschile? ' Sì e no! In Germarùa alcuni aspetti dei problemi emergono più spesso ma sovente ci si ferma alla superficie. Un esempio è la cura dei bambini. Molte ricerche hanno dimostrato che qui da noi non c'è proprio nessuna rivoluzione del lavoro casalingo: cioè gli uomini tedeschi non si impegnano affatto più di prima in attività domestiche: il che vuol dire che è vero che stanno di più coi bambini, ma per giocare e non per fare il lavorç, duro. Un altro esempio riguardante l'ambiente professionale: oggi il tipo gerarchico tradizionale trova meno favore, e le imprese cercano di più gente che sappia comunicare e impegnarsi nel lavoro di gruppo. In conclusione, gli stili di vita cambiano effettivamente anche se non quanto io vorrei. Ma non sono pessimista: c'è stato qualche piccolo progresso negli ultimi vent'anrù, cii punto ènon aspettarsi cambiamenti improvvisi e rivoluzionari, ma coinvolgersi in questi problemi. La critica delle donne, il senso del dominio che i maschi spesso esercitano l'uno sull'altro, l'insoddisfazione per un'espressione emotiva compressa, ·sembrano lentamente diffondere la consapevolezza che i problemi del maschile riguardano tutti gli uomini e che alcuni trend negativi degli anrù Settanta, volti a ribadire il dominio o a.superare il disagio attraverso il culto del denaro o del consumo, mostrano la corda. Gli uomirù che vengono ai nostri centri appartengono sempre meno alla controcultura giovanile: è un bucin segno. 33
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