Linea d'ombra - anno VII - n. 39 - giugno 1989

IL CONTESTO CONFRONTI Teologiae utopia. Il carteggio Beniamin•Scholem Sandra Zampa "Come era giusto, la memoria di Walter Benjamin, lo scrittore ebreo-tedesco che si suicidò sul confine tra Francia e Spagna il 27 settembre 1940, è stata tenuta desta soprattutto dai due amici che ne rappresentavano gli interessi opposti (o complementari). Gershom Scholem è stato impegnato sin dalla prima giovinezza in un dialogo con Benjamin sul giudaismo che nemmeno la morte ha interrotto, mentre Theodor Wiesengrund Adorno è stato relativamente vicino al marxismo di Benjamin degli ultimi anni. Ma questa dicotomia è solo approssimativa. AJ..di sotto sta in quegli uomini, e più in generale in quella cultura di gente maturatasi · nel primo decennio dopo la guerra del '14-18, una straordinaria capacità di comunicare, tollerare e incuriosirsi che i giovani di oggi ordinati in corpuscoli debbono avere difficoltà a immaginare: del che la critica più recente su Benjarnin è immediata conferma". Così Arnaldo Momigliano nel suo bel volume postumoPagineebraiche (Einaudi, Torino 1987, p. 211) sinteticamente tematizza e scioglie uno dei nodi centrali affrontato dalla critica a proposito dei rapporti e degli interessi di Benjamin, rendendo giusto omaggio a coloro che per primi suscitarono interesse intorno alla sua figura pubblicando via via nel corso degli anni, quasi fino ai nostri giorni, i suoi scritti. È di recente stato edito in traduzione italiana presso Einaudi (Torino 1987), con titolo Benjamin-Scholem. Teologia e utopia il carteggio relativo agli anni 1933-1940 curato precisamente da G. Scholem, ''il maggiore storico ebreo del nostro secolo" (Momigliano, Pagine ebraiche, 'p. 201). Una raccolta epistolare, si sa, è fm:itepreziosa per la conoscenza di persone e fatti; infatti, come segnala Adorno nella sua introduzione aW. Benjamin,Lettere 1913-1940 (a cura di G. ScholemeT.W.Adorno, Torino 1978,p.XVI) la lettera "incoraggia a priori ali 'immediatezza mediata, oggettivata. Lo scrivere lettere simula la vita nell'elemento della parola irrigidita". Alle opinioni o alle informazioni dal carattere per così dire "formale" i carteggi associano spesso sentimenti, dubbi, reazioni a vicende esistenziali specialmente allorché--,- ed è questo il nostro caso - la loro estensione cronologica sia larga e i loro autori siano sempre gli stessi e unici, protagonisti dunque di un rapport to profondo e importante. Non che i sentimenti, i dubbi e quant'altro di immediato possa venire comunicato per lettera sia più vero dell'opinione o dell'informazione "formale": essi sono semplicemente di carattere diverso dai secondi, spesso raro da rinvenirsi altrove; rappresentano un volto tra i possibili.dell'uomo e ci aiutano a cogliere lo spessore di una parte della sua vicenda nella storia. Quanto spesso poi gli .elementi interni e esterni ali 'uomo siano 26 Walter Benjamin. sorprendentemente legati e cariclù di conseguenze per la sua produzione è lo stesso Benjamin a testimoniarcelo in una delle prime lettere del volume (26-7-1932, p. 17): "se da parte mia guardo in faccia la realtà con una serietà che rasenta la disperazione, non lo faccio sicuramente perché non confidi più in queITitmia ingegnosità che finora mi ha permesso di trovare espedienti e sussidi.No, è proprio il fatto che io abbia sviluppato questa forma di furberia, é una produzione corrispondente, ciò che minaccia più gravemente ogni lavoro umano. Le forme di espressione letteraria che il mio pensiero si è creato negli ultimi dieci anni sono determinate incondizionatamente dalle mism:e preventive e dagli antidoti con cui ho dovuto combattere la disgregazione che minaccia costantemente il mio stesso pensiero, a causa di quelle circostanze. E così molti miei lavori, o alcuni, sono state vittorie inpiccolo, a cui corrispondono grandi sconfitte". Scholem premette all'edizione del carteggio con Benjamin il resoconto del rinvenimento, ormai insperato, delle lettere dell'amico: 128 nella loro totalità ma le prime (12 dal 5-61932 al 28-2-1933) sono unidirezionali cioè da Benjamin a Scholem senza riscontro. Ciò perché dall'alloggio berlinese di Benjamin furono confiscate tutte le carte comprese le lettere conservate nel tempo fino al marzo 1933 così come lo furono quelleracco.lte a Parigi dove però, per "un accidente tecnico", vennero conservate. Dal 1933 in avanti infatti Benjamin non risiede più in Germania spinto da un luogo al1'altro dell'Europa secondo itinerari dettati quasi esclusivamente dal compromesso tra necessità e possibilità. Compromesso non facile se si presta orecchio a quanto scrive nel febbraio 1933: "Ci sono posti dove posso guadagnareun minimo e altri dove posso vivere con un minimo, ma neanche uno dove si diano entrambe le condizioni" (28-2-1933, p. 31). Hitler è capo del governo dal gennaio 1933 eBenjaminfaosservare a Scholem: "quel poco di fermezza con cui nel mio ambiente si è risposto al nuovo regime è rapidamente scomparso e ci 1>irende conto del fatto che l'aria è praticamente irrespirabile" (28-2-1933, p. 32); da Parigi, nel marzo dello stesso anno, a trasferimento avvenuto, spiega le ragioni dell'abbandono: "dà un'idea della situazione meno il terrore individuale che la situazione culturale complessiva. Del primo è difficile avere una conoscenza sicura. Indubbiamente sono numerosi i casi di persone che sono state tirate ~iù dal letto e maltrattate o assassinate. La sorte dei prigionieri forse è ancora più importante, ma è anche più difficile conoscerla esattamente. In proposito corrono le voci più terribili, delle quali si può solo dire che alcune sono risultate false. Per il.resto la situazione è quella che si verifica nei momenti come questo: i pochi casi che sono esagerati forse si contrappongono a molti dei quali non si sa assolutamente nulla. Per quanto mi riguarda, non sono stati questi fatti-più o meno prevedibili da tempo - a indurmi a lasciare immediatam_entela Germania-una decisione questa che ho maturato solo da una settimana, e in una forma indeterminata. È stata piuttosto la contemporaneità quasi màtematica con cui tutti i miei manoscritti mi sono stati mandati indietro, le trattative in corso o anche sul punto di concludersi sono state interrotte, le mie domande sono rimaste senza risposta. Il terrore contro ogni atteggiamento o forma di espressione che non si adeguino incondizionatamente a quelli ufficiali ha raggiunto una misura praticamente insuperabile. In queste circostanze l'estremo riserbo politico che avevo sempre praticato é per buoni motivi, mi può sì difendere dalla persecuzione programmata, ma non dalla fame" (p. 43-44). Scholem osserva nella sua introduzione che già durante il governo von Papen, cioè nel 1932, il disagio di Benjamin era assai forte. In effetti tra le ragioni addotte come quellé determinanti per il suo allontanamento dalla Germania è assente la paura per quel che accadeva m quel paese così corrie è assente però la previsione di quel che era destinato agli ebrei: nessun "riserbo politico:• lo avrebbe infatti potuto difendere dalle persecuzioni. Non è trascorso che il breve periodo di due mesi dal giorno in cui Benjamin spiegava 'queste ragioni a Scholem, che Georg, suo fratello, è imprigionato; finirà poi in campo di concentramento per essere trasferito in carcere e di lì a Mauthausen dove sarà ucciso nel 1942. Anche il fratello di SchoJem, i111prigionatola "notte dell'incendio del Reichstag" cioè il 27-2-1933 in seguito a una operazione drammaticamente repres•siva volta a liquidare le forze comuniste presenti in Germania e a mettere in atto misure contro la libertà di stampa e di riunione, venne fucilato a Buchenwald nel luglio 1940 dopo essere stato assolto a termine di un processo segreto e tratto subito dopo nuovamente in arresto. D'altro canto altrettanto breve è il tempo che dovrà trascorrere perché in Benjamin si faccia strada una più precisa consapevolezza della situazione determinatasi riella Germania nazista. Le insistenze presso la ex-moglie, Dora, affinché la-

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