Linea d'ombra - anno VII - n. 39 - giugno 1989

IL CONTESTO grammi simili. Questa campagna, sostenuta dalla Haight-Ashbury Free Medical Clinic e dall'Associazione Mid-City co.ntrol'AIDS, ha avuto notevole successo in brevissimo tempo. In una relazione presentata lo scorso giugno alla Terza Conferenza Internazionale sull'AIDS, J ohn K. Watters, coordinatore del gruppo di studio sulla situazione sanitaria a San Francisco, ha riferito i dati annuali della campagna di informazione condotta per le strade della città. Nel 1986 (prima dell'inizio del programma) solo il 3% degli intervistati che assumevano droga per via endovenosa aveva citato la candeggina in relazione alla disinfezione dell'ago. Al contrario, un anno dopo che il _ programma aveva preso il via, il 68% degli intervistati ha dichiarato di usare la candeggina per sterilizzare aghi e siringhe. Inoltre, invece di un esiguo 3% a cohoscenzadell' esistenza di una tecnica così semplice e facile, il 91% degli intervistati ha affermato di sapere a quel punto che la candeggina poAbbie Hoffman. teva essere utile per eliminare il virus dell'AIDS trasmesso da aghi sporchi. Molti aspetti dello studio meriterebbero di essere discussi, ma per ragioni di spazio se ne possono citare solo alcuni. Evidentemente, i maggiori vantaggi offertidaquestoprogrammasperimentale sono stati l'anonimato, il grande contributo dato da un gruppo ristretto di operatori sanitari disposti a discutere con gli interessati nelle strade, e il ruolo avuto dalla viva voce nel trasmettere le informazioni. Di minore efficacia è risultata la diffusione di informazioni attraverso i mass-media (per es. articoli come questo). È importante anche il fatto che l'interoprograrnmaMid-Cityècostato solo 270.000 dollari nel primo anno in cui è stato applicato. Sembra che questo programma si stia rivelando efficace nella lotta contro la diffusione dell'AIDS, ma è ancora troppo presto per verificarlo scientificamente. Secondo il buon senso, comunque, il· gioco vale la candela. Si sa che il tasso di trasmissione dell'AIDS attraverso aghi scambiati dai tossicomani è molto più alto a New York che a San Francisco. Prima ci si renderà conto che si è di fronte ad un grave problema sanitario e non a una questione morale, prima sarà possibile adottare soluzioni efficaci. Per tre volte nel Medio Evo, in un lasso di tempo di 200 anni, un terzo della popolazione mondiale conosciuta fu ucciso dalla peste. Per buona parte di quel periodo molti dottori (e anche alcune canzoni popolari) citarono topi e pidocchi quali maggiori responsabili della diffusione del morbo. Oggi è abbastanza evidente perché l 'autorità costituita impiegò 200 anni ad accettare questa realtà e ad introdurre misure correttive. Furono chiamate in causa le più disparate superstizioni istigate dai moralisti pubblici. Di volta in volta vennero additati come colpevoli streghe, ebrei, il diavolo, persino l'ascolto della musica profana. È sorprendente che in sei secoli non si sia imparato nulla.L'AIDS sta appena cominciando a permetterci di pensare ad una educazione sessuàle responsabile: prima o poi si dovrà anche prendere in considerazione un'educazione responsabile alla droga. Se il nostro primo obiettivo è la salvezza di vite umane e poi quella delle anime, la scienza medica e il buon senso devono andare in prima linea mentre predicatori e politici devono riti" rarsi nelle retrovie. (traduzione di Franca Cavagrwli e Paolo Rossini) Ancora su credenti e non Le differenze, le vicinanze, i modi di operare Mario·Cuminetti Indagare sui motivi per cui oggi credenti e laici che non vogliono essere integralisti hanno un compito comune, che nasce anchedal superamentodi un certo mododi rapportarsial proprio passato,mi pare unmododi riprenderequantoscrivevosul n.35/ 89 di "Linea d'ombra" in rapporto a certi clichés laici che ritengo nonsolosuperati,ma incapacidi colpireanche leposizionipiù retrive e autoritariedei cattolici italiani. La censura con il passato è tale che, sia per i credenticheper i non credenti,il compitodi unaricercadi unanuova identitànon solo individuale,ma collettiva, sta diventandocomune. Si tratta infatti di una rotturache ha reso le paroleantiche antiquatee che non ha ancorapermessodi dare fondamentoa quelle nuove.Possiamoripeterequantoaffermavapiùdi un_secolofa il "Manifesto del PartitoComunista":"Tutte le stabilicondizioni di vita con il loroseguitodi opinionie credenzerese venerabili dall'età, sidissolvonoe le nuove invecchianoprima ancora di aver potuto fare le ossa". Ciò fa sì che anche le tradizionalie legittimeopposizionifra laici e credenti - per restare alla terminologiache ritengodebba essere superata- devono essereconsiderateconsumate;o se si vuole consideratesecondarierispettoa un compito comunedi ricercadi unnuovomodod'essere ed' agire.Compitosemprepiù necessarioperché si sta aprendo un futuro in cui il pericolo rappresentatodagliintegralismi religiosisaràsemprepiù forteanche per la scarsaopposizioneche leforzepolitiche,congli intellettuali loroaccòdati,oppongonoa questi estremismi.Il presente è già 14 pienodi questisegni.Mauna lottacontroquesteforzepolitico-religiosepuò essere compiuta con qualcheprobabilità di successo da parte dei laici non solo, superandoclichés che non funzionano più neppuredi frontealle forzepiù retrive, ma individuandoi possibili alleati all'interno delle religioni. Accettare la cesura con il passato La lacerazioneinterioreeh~oggi attraversatutti- lacerazioneprodottadallamodernitàe ampliatasiedivenutasemprepiù insostenibilecon il venire alla luce inmaniera sèmprepiù visibile e coscientedelleaporie del moderno- esige di essere accettata senza cercare di lenirla con medicazionipseudo-teologicheda una parte e pseudo-razionalidall'altra. Interrogarcicon freddezza sul chi siamo, a chi ci riferiamo, quale futuro vogliamo è un compitourgente.Siamocioè tutti - laici e credenti- appiedati e costretti a cercare un modo nuovodi presenza nella società. Mancanoanche i termini per indicarequesta situazionenuova, perché la terminologiadominante(laici/cristiani;atei/teisti) è insufficiente.Dimensioniche sembravanoescludersi oggi attravetsano tutti;più che di ateismo si deve parlare di agnosticismo; la religione è semprepiù vista anchedai credenti nella suaambiguità: un insiemeche crea nuove identitàche non siamo ancora capaci di indicarecon un linguaggio nuovo. Anche questo è uno dei segni del presente: la tradizionenon ci aiuta più, comeavvenivanel passato;essa è insufficientea definirci,pur coscientiche essa nonpuò essere cancellatae dimen-

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