Linea d'ombra - anno VII - n. 38 - maggio 1989

IL CONTESTO LETTERE la privacydi J. D.Salinger. Un"caso"letterario e giudiziario Valentina Barbero Il mito di Salinger è quello della torre d'avorio: considerato guru e profeta dal suo primo pubblico, dal 1953 vive in isolamento e alla ricerca dell'anonimato sulla collina di Cornish, un paese del New Hampshire, lontano da New York, dove era nato nel '19 e da dove era fuggito mentre stava per pubblicare il suo primo e ultimo romanro, The Catcher in the Rye ( 1954, trad.it.1/ giovaneHolden, Einaudi 1961). Avéva già dato alle stampe una trentina di racconti brevi, ma il successo arrivò con il Catcher, parabola delle frustrazioni di un adolescente .nel mondo degli adulti, uno dei romanzi americani più venduti del secolo, dei cui diritti d'autore Salinger vive ancora oggi. Al successo dilagante ·eglirispose negandosi al pubblico che lo acclamava, chiudendosi nell'isolamento e nel silenzio. Ostacolò con ogni mezro le frotte di giornalisti, biografi e fans che periodicamente organizzavano vere e proprie spedizioni a Comish, nella speranza di strappargli qualche parola; e nelle poche occasioni in cui accettò di parlare, si espresse in difesa della propria privacy, che divenne per lui una vera e propria ossessione. Fece un solo errore: concedere a una studentessa sedicenne l'intervista che negava di continuo a prestigiosi giornalisti. Pur essendo · destinata alla pagina scolastica di un quotidiano locale, questa vi finì in prima pagina, presentata come prezioso scoop, dando a Salinger il colpo di grazia, che coincise con l'inizio del più ferreo isolamento. Da allora, egli ha rifiutato di ricoprire il ruolo di personaggio pubblico che gli sarebbe spettato di diritto, ha detto no all'adempimento dei presunti doveri sociali corollari della professione di scrittore e alle intrusioni del pubblico nella sua vita privata. L'unico canale di comunicazione che tenne ancora aperto con i lettori fu quello più importante, le opere. Il pubblico consumò voracemente le prime pubblicazi9ni successive al Catcher, la raccolta Nine Stories (1953, Nove storie, Einaudi 1962) e il volumetto Franny and Zooey (1961, Franny e Zooey, Einaudi 1963), che vendette 125.000 copie in sole due settimane e restò per · sei mesi in testa alla lista dei bestseller. Ma alla popolarità crescente, Salinger rispose diminuendo l'intensità della sua produzione e scrivendo opere sempre meno comunicative; non cercò di ripetere il successo del romanro seguendone il modello, ma seppe ascoltare la sua vena creatrice allontanandosi coraggiosamente dai gusti del pubblico. Da Franny in avanti i racconti di Salinger si fanno sempre più elitari, tendenti a escludere il grande pubblico per effetto di scelte formali di scarto rispetto ai modelli tradizionali e alle linee precedenti del suo a percorso narrativo, e di uno stile pesante, prolisso e manierato. Dopo il '65, data di pubblicazione sul "New Yorker" del lungo delirio epistolare Hq.pworth16, 1924, Salingernon pubblicò più nulla, scegliendo il silenzio totale nei confronti del pubblico. Un silenzio ormai leggendario, interrotto in due sole occasioni: nel 1974, quando rilasciò spontaneamente un 'intervista telefonica al "Ne~ York Times" per parlare in difesa dei suoi diritti professionali, violati da un 'edizione pirata dei suoi primissimi racconti, e nell'ottobre '86 quando, intrappolato nelle maglie di una rete da lui stesso tesa, è stato costretto per la prima volta a parlare contro la sua volontà. È stato infatti chiamato a deporre nel corso della fase preliminare della causa che aveva intentato al fine di bloccare la pubblicazione di una biografia indesiderata. Questa biografia era stata commissionata al poeta e critico letterario inglese Ian Hamil-. ton dalla casa editrice Random House nell' 83. Dopo aver constatato l'impossibilità di ricevere un aiuto da Salinger stesso, Hamilton aveva condottò approfondite ricerche, attraverso le quali aveva avuto accesso a numerose lettere private dell'autore, scritte anni prima e donate dai destinatari ad alcune biblioteche universitarie. Hamilton aveva fatto di tale materiale inedito la struttura portante del suo libro, citando o parafrasando a piene mani. Nel maggio '86 le bozze della biografia furono mandate ai recensori, e una copia giunse fino a Salinger, il quale si oppose immediatamente alla pubblicazione chiedendo, in nome della propria privacy e della proprietà letteraria riservata che aveva sulle lettere, di eliminare dal libro tutte le citazioni. Nonostante Hamilton gli abbia fornito, nel settembre, una versione riveduta, Salinger non ne è stato soddisfatto, ha portato l'intera questione in trib1D1ale,e ha vinto. Hamilton ha dovuto riscrivere il suo libro, uscito così con due anni di ritardo (conii titololnSearch of J.D. Salinger). Ma per ironia della sorte, chi più ha avuto da perdere in questa storia non è stato certamente Harnilton, autore di lD1 libro cui è stata fatta un'enorme pubblicità gratuita, bensì il povero querelante. Salinger è stato infatti costretto in primo luogo a depositare le settantanove lettere in questione all'Ufficio Copyright della Biblioteca del Congresso a Washington, dove chiunque può prenderne visione, e in secondo luogo a deporre come testimone davanti ai legali.della Random House. Così, il 7 ottobre 1986, Salinger ha dovuto recarsi a New York e rispondere, assistito dal- !' avvocato Marcia Paul, alle domande dell 'a~- vocato della difesa, Robert Callagy. L'interrogatorio è durato circa sei ore e la trascrizione occupa 227 cartelle, anche se buona parte di essa, per specifica richiesta degli avvocati, non può essere resa pubblica. Il testo è inedito sia nel nostro paese sia negli S tali Uniti, e lo stesso HamilÌon nel suo libro ne ha riportato solo un breve stralcio, ripreso in seguito dalla stampa. Contattando l'avvocato Callagy abbiamo ottenuto una copia del testo non protetto, composto da una settantina di pagine di cui offriamo _unascelta in traduzione. Sono pagine cruciali e pien~ di sorprese, in quanto contengono qua e là le risposte di Salinger agli interrogativi che da anni pubblico e critica si ponevano. L'avvocato Callagy infatti, cònscio dell'importanza del 'personaggio che aveva di fronte, ha fatto dell'interrogatorio qualcosa di molto simile a un'intervista, e appena possibile è uscito dal terreno specifico della causa per rivolgere al testimone domande personali, concernenti la sua vita privata e l' attività di scrittore. Salinger non ha potuto sottrarsi a .tali domande, pur rispondendo con grande reticenza e mantenendo un tono pUÌltigliosamente ironico, fingendo talvolta di non capire le domande e facendo il possibile perirritare Callagy. Si viene così a sapere che Salinger non si è mai privato del piacere di scrivere; nonostante in tutti questi anni non abbia più pubblicato e non abbia intenzione di farlo nemmeno in futuro; che continua a scrivere, e che non distingue più un racconto dall'altro, cosicché da più di vent'anni lavora a un unico, lungo scritto di narrativa. Al di là dei fatti di cronaca, già di per sé curiosi per come Salinget ne è uscito beffato, restano dunque le rivelazioni contenute nelle sue risposte. Nel mistero dello scrittore si ricompone il gioco fra i concetti di pubblico e privato: fino al '65 era tutto limitato al piano personale, Salinger rifiutava il ruolo pubblico e le intrusioni dei lettori nella sua vita privata, vivendo in isolamento; poi il privato si è insinuato anche · nelle opere, Salinger ha a mano a mano privatizzato il gesto della scrittura ed escluso così il pubblico da esso, fino alla scelta di scrivere solo per se stesso. Scrivere per lui non. è più una professione, ma un fatto personale. Non ha scelto dunque il silenzio, ma il privato. Scrive dal chiuso del suo studio di Cornish, e scrive "di" e "da" lD1 mondo privato ed esclusivo, alternativo a quello reale, in cui, attraverso un complesso gioco di identificazioni con i suoi personaggi (tutti membri di un'unica, ideale famiglia, i Glass), egli preferisce vivere. Un mondo in cui può trascorrere le ore a scrivere per il proprio piacere personale, per vivere e dare vita, completamente indisturbato, sènza preoccupazioni materiali, rimanendo unico lettore di se stesso. Ma lasciamo finalmente la parola a Salinger, attraverso le sintetiche risposte ai quesiti insinuanti dell'avvocato Callagy: e vedremo come, tra l'altro, le uniche risposte in cui egli si sia dilungato siano quelle in cui, per l'ennesima volta, ha parlato in difesa della propria privacy, proprio nel momento in cui la stava perdendo tanto platealmente.

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