STORIE/DAE.NINCKX nerosità avrebbepotuto seppellirli sottocarichi di datteri di prima qualità. Ci siamoresi conto del disprezzo di questi snobper i frutti preferiti dal Profeta, ma abbiamo dovuto intuire la loro ignoranza dall'abbondanza sulle nostre fiere settimanali di quegli appa.- recchi per far ridere e piangere di cui sappiamo che sono diventati adoratori inveterati. Le nos~ carovane, attraverso la strada del sale, li portano da paesi vicini meno gelosi del nostro. Li commerciamo e ci guadagnamo, per poter conservare iImausoleodel santo fondatoredel villaggio-che Dio abbia la sua anima-, la sua preziosa biblioteca e la nostra rete d'irrigazione, poiché quel malfattore del sindaco preferisce dilapidare gli introiti del comune erigendo stupidi monumenti in calcestruzzo e organizzando ricchi banchettiper onorare quei furfantidi visitatori ufficialiche fanno capolino nellanostra regione. Conla scusa di unavisitad' ispezione, si portano in giro, a spese dello stato, l'amante dai capelli più biondi che la sabbia delle nostre dune. Si aspettanodi vederci tirare fuori gli abiti da cerimonia e le spade per il soave stupore dellabella.Ma noi gli offriamo soltanto le nostre schieneimpavide e pesanti. È così che gli stranieri acquisirono il diritto di venire a disturbare la.serenità delle nostre abitudini e dei nostri luoghi. Si parlò persino, inquel caso, di allontanarepreventivamente il vecchio avvocato. La nostra schiera minacciosa spaventò gli agenti che venivano a cercarlo.Quell' apo_statadel sindaco dovette recarsi fino alla città vicina per negoziare telefonicamente con le autorità. Si giunse a unaccordo con la promessa che l'avvocato non sarebbe uscito dal suo alloggio. Più numerosi che le stelle nel cielo, più.fragorosi d'un branco di cammelli impazziti, più infervorati d'un trivellatore americano in una base petrolifera, fecero irruzione nei nostri territori la sera d'una bella giornata d'inverno. Persino Krimo, il solo straniero del villaggio, che aveva fattola campagna d'Italia è aveva passato a Marsiglia venti giorni interi, il tempo di sperperare la liquidazione del congedo, persino Krimo non aveva mai assistito a una tale irruzione di arnesi, dalle forme più incongrue, dai colori più ridicoli. I conduttori erano conciati in un modo ancora più buffo. Sapevamo da tempo che gli stranieri non avevano né ragione né educazione. Riuscirono tuttavia a stupirci. Avevano abiti che lasciavano esposte alle bruciature del sole anche le parti più bianche, ingoiavano una quantità di liquidi in scatola che riuscivano soltanto a farli sudare ancora di più, provavano ripugnanza a mangiare salato, preferendo far sciogliere enormi qu~- ti di bue congelati immagazzinati nei loro camion per fabbricare il freddo. La sconvenienza dei loro costumi spiegava il fatto che riuscissero ad avanzare solo al riparo di occhiali affumicati, per poter nascondere la propria vergogna e il colore indecente degli occhi. Davanti al nostro legittimo furore per questa inaccettabile invasione, quello scellerato del sindacocercò di predicare lamoderazione. Come al solito, nessuno l'ascoltò. I più bellicosi fra i nostri adolescentiproposero di andarea tagliare le teste deinuovivenuti, nude o con casco. Ma le nostre spade smussate uscivanoormai dai foderi di cuoio solo in occasione delle cerimonie rituali. Tememmo non la sconfitta ma il ridicolo, dal momento che il nostro coraggio non può più venir messo in dubbio. Abbiamo solo 78 imparato a venire a patti, per sopravvivere, con le fatalità brutali dei nuovi tempi. Se traiamo beneficio da quegli apparecchi che riproducono pazzia, badiamo bene di tenerli lontani dalle nostre famiglie, se accettiamo di mandare i bambini alla scuola pubblica, non trascuriamodi insegnar loro la nostra saggezza e la nostra fede, se abbiamo ammesso la costruzione di un albergo per turisti che pagano invalutaestera, abbiamoottenuto che fossecircondato da un alto muro di cinta~ Krimo, sempre al corrente delle ultime invenzioni, suggerì di prendere in ostaggio i loro·capi ed esigere come contropartitaper la loro liberazioneladestituzione di quel giuda d'un sindaco,l' annullamento del provvedimento di confino del vecchio uomo di legge, la fine delle ingerenze dello Stato nei nostri affari, l'accecamento delle impudiche finestre dell'albergo per turisti, la soppressione dei controlli doganali sullenostre carovane e laquadruplicazione del prezzo dei datteri. I più saggi convinsero il fellone del municipio a chiedere a quegli impudenti un'esorbitante tassa di sosta.Ma il capo degli invasori protestò meschinamente,prendendo a pretesto il fatto che aveva già versato tutte le bustarelle e le provvigioni richieste prima di firmare il contratto. Fu la loro intransigenza a spingerci verso questa soluzione estrema: rifiutammo di considerarli ospiti e di invitarli a condividere il nostro cibo. Quegli uomini senza onore non se ne mostrarono per nulla offesi. Ripartirono il giorno dopo, lasciando i nostri luoghi cosparsi di rifiuti peggio d'un immondezzaio in una base petrolifera americana. L'omaggio ai mani dei nostri antenati non può tollerarealcun ritardo. Una cerimonia rinviata nonpoteva più avere effettoné significato. Non ebbe perciò luogo.Né l'anno successivo, né il terzo, né il quarto. Non si tenne mai più. Quando s'abbatterono su di noi tutti i mali delle avversità, scoprimmo che eravamo molto più fragili del vecchio·avvocato. RITORNANO Didier Daeninckx Accovacciato, gratta il suolo con le unghie. Il vento disperde la sabbia secca che lui si getta dietro, fra le gambe nude. Si ricorda il luogoesattoche aveva scelto, trent'anni prima, vicinoalleradici del tamarindo, per sotterrare il suo odio e il dolore dei ricordi. Improvvisamente, appare il tessutorosso che lei portò fino alla fine e benché lo splendore sia sminuito dal tempo e la terra beige sia incrostata nella trama, il cuore gli si mette a battere tanto forte che tutti i rumori della pianura finiscono per svanire. Si dondola a lungo,soprala sepoltura, congli occhi chiusi, poi ledita trovano il coraggio di esumare il vestito. Per farlo deve scavare una fenditura poco profonda, un metro e cinquanta circa di lunghezza e larga quantouna mano. Spiega il vestito, e il sole scintilla sui chiodi d'argento incastonati nel calcio del fucile. Alcuni oggi raccontano che Cemogò scomparve improvvisamente dal villaggio come per incanto,ma non è la verità. Tutti lo
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