STORIE/RHYS QuandoDardane/la fu finitoMatsu annunciò, "Ora vi suonerò una canzone giapponese." La suonò con un dito colpendo le note accuratamente e delicatamente con una espressione concentrata, intenta. Disse- era quello che parlava inglese- "È una canzoneper dormire." Matsu avevapassato quindici giorni a Londra e per un giorno intero si era perduto nello Inner Circle della metropolitana. "Quando usciieramoltobuio e freddo.Mi spaventai e diventaitriste." (Era stato a Londra in novembre.) Dopo la ninnananna continuò con una lunga monotona sequenza di note, come se stesse cercando di estrarre un disegnodai tasti, neri e bianchi. C'era musica in lui,'in qualche modo- toccava il pianoforte così delicatamente. Yoshi e Simone erano seduti a un tavolo all'estremità della stanza. Gli altri stavano spettegolando su Rato. C'era sempre qualche nuova storia su di lui. Era quello che odiava i bianchi e·lo diceva, sostenendoche il contatto con loronon avrebbe recatoche sventura al Giappone. Era quello che, al sicuro in camera sua, diceva André, si toglieva subito.di dosso i vestiti europei, dicendo che lo facevano sentire poco pulito, e indossava il chimono e le pantofole con sbuffi di sollievo. Era un uomo piccolo, snello, molto più vecchio degli altri. Davvero molto vecchio, pensavamo, molto gagà. Aveva soltanto un occhio-l'altro lo aveva perso nella guerra russo-giapponese, e non glielo avevano nemmeno rifatto di vetro. Ai ricevimenti sedeva diritto come un fuso, in silenzio, con lo sguardo fisso in lontananza. "A cosa penserà, André?" André disse, "Il poveraccio dovrebbe parlare francese. E invece non lo sa. Mi pare che questo gli dia abbastanza da pensare." Ma anchea lui piaceva lamusica.La suacanzone preferitaera Marjolaine. "Encore Marjolaine," gridava. (Si gracile, si fragile ...) "Encore, encore Marjolaine." Quando ebbero finito di parlare di Rato, Odette, un'altra dattilografa, cominciò a dirci quel che pensava dei vestiti viennesi. Disse che erano graziosi ma non veramente chic. "Quando sono ritornata a Parigi in permesso il mese scorso Maman mi ha detto, 'Sembri una piccola provinciale'. Maman ha trentanove anni ma gliene daresteventicinque. Piangeva come unaMaddalenaquando sono partita." 60 André la interruppe, "Mio Dio, cosa sta succedendo laggiù?" Yoshi era disteso sul pavimento, il tavolo e la bottiglia di vino si erano rovesciati. Yoshi si alzò e si ripulì i vestiti ma senza sorridereoguardarci. André si precipitòa tirar su il tavoloe labottiglia. Simonedisse, "Scusatemi! Sonocosì maldestra. Sonosempre stata così.Non potete neanche immaginare-i pasticci in cui mi metto perché -" Poco dopo salutammo e ci ritrovqlllmofuori nella stradaodorosa di lillà. Dopo aver svoltato al primo angolo Simone cominciò a ridere. Aveva cercato di controllarsi e tenersela per sé, ma ora doveva raccontarla. "Come è successo, Simone?" chiese André alla fine. Simonedisse, "Non so come sia successo. Stava esercitandosi al baciamano e io ne avevo abbastanza e ho cercato di liberarmi con uno strattone.Lui teneva duro ed è caduto sul tavolo, e poi giù per terra.Pensoche avessebevuto troppo. La faccia cheha fatto quando è caduto! Non sono buffi? E quelle danze con gli ombrelli." Ricominciò a ridere. Pierre disse, "Spero che non ti serberà rancore, Simone.Ame non piacerebbe che i giapponesi ce l'avessero con me." "No, lui no," disse Simone. "Nonmi serberà rancore, povero ragazzo." A nessuno di noi venne in mente di prendere una vettura per andare a casa quella notte. Forse c'era la luna. Forse le strade erano più belle o più deserte del solito.Poi c'era quel profumo di lillà e di passato. Vienna sapeva ancora molto di passato. Camminavamo, tenendoci piuttosto vicini. "Certo," dissi, "che aveva l'aria di raccontarti tutti i suoi segreti." "Me li raccontava," disse Simone, "me li raccontava. Sapete cosa mi stava dicendo? Stava dicendomi quanto ammira i tedeschi. Diceva che presto avranno il miglior esercito d'Europa, e che tra qualche anno la domineranno." "Nessuna frase memorabile sui francesi?" chiese André ridendo. "E pensare quanto fatico per tradurre le loro stupide idee in linguaggio diplomatico!" Simone rispose con serietà, "Ma ha detto qualcosa sui francesi. Ha dettoche ai francesi piacciono troppo le donne. I tedeschi e gli inglesi lapensanonello stessomodo sulledonne, hadetto,ma i francesi lapensanodiversamente. Ha detto che i francesie gli inglesi insiemenon dureranno più di un anno, e che già si stannoseparando." Pierre disse, "Oh, l'ha scoperto eh? Non ci sono molte cose che non vengano a sapere." · Continuammo a camminare. Odette disse con una voce lugubre, "Non sono anglofila, io. E perché tutte le loro canzoni sembrano inni?" "A me piaccionot disse Simoneallegramente. "Oh, mi piacciono certi ragazzi inglesi. I loro vestiti sono così chic e sanno essere molto carini. Mi piacciono. Mi piace tutto, mi piacciono tutti." Allargò le braccia. "E poi ci si sveglia," pensai. "Che bell'entusiasmo, Simone!" disse André. Odette disse, "È vero che gli inglesi hanno delle idee strane. L'altro giornostavoparlando al capitano. Sapete quale, quellocol naso lungo e il monocolo. E lui rni ha detto, 'Ho appena visto una donna straordinariamentegraziosa- ' Poi si è interrottoe si è fat-
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