IL CONTESTO sformismivari.Conmanifestazionipersinogrottesche:si vedail panicodiffusonel gruppoparlamentareogni volta che si sollevano le apparentementeformali questioni della rotazione e di un possibile utilizzocollettivo degli stipendiparlamentari. Ma è soprattuttomettendoinsiemealcunerecentipresedi posizione(sullaquestionedelle liste, anzitutto,ma anche sul!'aborto e in qualchemodo sulla legge contro la violenza sessuale)che losbandamentoapparefortee lacrisiprofonda.Dietrononc'è solo la questioneelettorale che comunque, secondo tradizione, fa sempre letteralmenteperdere la testa.C'è soprattuttoun' insufficienza culturale che è collettiva, del movimento e non solo dei suoi vertici, e si esprime nell'incapacità a cogliere un datodecisivo: la questioneambientale è oggi in Italia il centro di una più vasta questionedi democrazia (anchequi le parole sono logoree imprecise; e anche questo significa qualcosa). Che riguarda la possibilitàdi affrontarei problemidellafinedel secolo-l'inquinamentomaanche la multirazzialità,la tossicodipendenza,la criminalità diffusa, i nuovi conflitti politici e sindacali e soprattutto le varie formedi marginalità,devianzae disagio sociali,civici, metropolitani- allargando la partecipazionealle decisionie la solidarietà,estendendo i diritti individualie collettivi,operando ogni volta:con principi e metodi tollerantie non violenti.Senza unosforzopoliticoe culturale inquestadirezionenonavràprestosensoné ilrossoné il verde(enemmenol'arcobaleno).Rimarrà solo il pragmatismodecisionista che può mostrarsi interessato ad alcune rivendicazioni ecologiste (lo stop alla caccia, per esempio). Ma che è strategicamente nemicodi ogni democrazia ecologica. Qui non si tratta di spezzare dunque l'ultima lancia a favore delle liste arcobalenoquanto piuttostodi partire da questavicendaper individuarealcuni limiti dei verdiitalianie provare(fraternamente,comesi dicevaun tempo)acombatterli. Il timore"diappannare,nell'alleanza con il vecchio,lanovità di cui l'ambientalismo è oggiportatore" (GianniMattiolisu "Raggi") è per buona parte infondato.Nuovo e vecchionon sonomai così rigidamenteseparati, purtroppo(oper fortuna);e il cattivonuovononè sempre miglioredel buon vecchio. Ma cos'è poi il vecchiopaventato dai verdi?La sinistrain Italianon esistepiù. Non esisteun tessuto di convinzioni, idee e progetti che unifichi gruppi, partiti, gruppi, individui.I comunisti cessanovistosamente,clamorosamente di essere tali non solo in Italia ma anche in Polonia·eUngheriae domaniinUrss e dovunque. La tigre sarebbe,comunque, di cartae nonc'è nullada temere.Piuttosto,sullemaceriedi vecchi schemi che i verdi per primi hanno contribuito ad abbattere, c'è da provarea costruire qualcosacon quelli che non sono rassegnati alla distruzionedell'ambiente per opera dei profitti e dei consumi(dei padronie dellemasse)così comenon si adattanoalla sconfittacampaledell'idea di uguaglianza,al trionfodell' individualismoproprietario, all'affermazione del principio di punizione dei deboli (galeraper i drogati, ticketper i malati,anatema socialeeobiezionipersecutoriecontrole donneche abortiscono). C'è da provarea collegaree "valorizzare",intornoallapiùgrave, epocale e sentita delle emergenze, quella ambientale, le piccole ma decisiveemergenzeche formano la vita di ciascuno. Qui le duesproporzioniche soffocanola coscienzaecologista si fondono.E allora il movimentoverde ha un senso solose ha il coraggiodiprovarea ridareallagentecomunelasperanzachenon è destino finire schiacciati tra le "titaniche" dimensionidell'inquinamentoe lapropriacattiva coscienzadi contribuirviconogni gesto, sceltaeconsumo,di nonaverealcunpotere,possibilitàe libertà di sottrarsial perversomeccanismoper cui il popolo inquinato è il popoloinquinatore.E chesipuò salvaredallaresaali' impotenza il verdeche ormai è in tutti noi. Questione di ticket Lo stato sociale non è più di moda ... Oreste Pivetta C'erano le societàdi mutuaassistenza,che erano leespressioni di un socialismoumanitario.Da lì nasce la cassa mutua,"forma di assicurazionevolontaria od obbligatoriaper certe categorie di persone,chepredisponel'assistenza sanitaria incasodi malattia". Si riduceprestoa mutua, semplicemente,da cui:pagarela mutua, mettersi in mutua, medico della mutua. Tutto viene riferitodagli italiani,vittimedellamutua,inpuntadi ironia.Così,nel1'abitudine, la definizioneoltraggiosadi mutualistasi trasferisce altrove:unportieredellamutuaè ad esempiounnumero 1che incassa tanti gol. Mutua, anchenelle accezioni più recenti di Saub e di Usl.(le sigle,si sa, sonolasintesidi modernitàedefficienza),significaattesa e quindi pazienza, che è la virtù dei poveri. La mia trentennaleesperienza di mutue comincia appuntoin coda, inunambulatorioricavato inunapalazzinadi duepiani,con una lunga scalad'accesso, di mattonirossi, in un quartieredi casepopolari,dibel gustomedioeval-popolare.Nellapalazzinac' erano i bagni pubblici, servizio per la collettivitàoperaia.La sala d'attesa era strettae peròaltissimae dal soffittolontanopendevano alcune luci fioche, che si spandevanofiacche contro le pareti verniciated'un giallo antico, che s'era perso nel tempoe nell'umidità. Addossateerano le solitepanchedi ferro lucidatedai sederi dei loroospiti che le occupavanoconmarcata compostezza, lemani solita(l!enteunite sulleginocchia, le spalleappenacurva6 te.Controilmuroeranoaltrepersonechenonavevanotrovatoposto, schiacciatee strette,perchél'ordine era: "nondisturbare".Ricordo lunghicappottie, più che il silenzio,vaghibisbigli,perché la mutua o il medico della mutuagodevano di una precisaautorità. Potevanoa quel punto fare di te quel che piaceva loro. Era sempre meglioche ti tenessero in simpatia, che ti vedesserodeferente e obbligato,e la voce bassa, che accennasse appenaagli interrogativie alleansie della attesa,risultavaunbel segnodi deferenza. Alla porta che s'apriva appariva un'infermiera che invitava "avanti il primo". Pochi minuti e il paziente si ripresentavaassestandosiil cappotto,annodandosipoi la cravatta, se era un uomo, e dando lui stesso la voceal secondodi turno.E poi via il terzo, il quartoeglialtri cheocchieggiavanoilpostovuotonellapanca e che lo raggiungevanocon la maggior cautela possibile,per non dar rumoridi scarpee segni di disordine.Oltre laporta,a vetri smerigliati,la stanzetta era nuda: una scrivania, un armadietto più alto con il ripiano inclinato sul quale l'infermiera adagiava il librettodella mutua aperto, due attaccapanni, il lettinodelle visite, un separé, forse un crocefissoappeso, la vetrinacon le medicine,le garze, il cotone idrofilo,le siringhenel bollitoremetallico. Sempreimmersi nello stesso colore, nella stessavernice consunta, nella luce più fredda ancora. Molti di quei silenzi si sonopersinegli anni.Non tutti. Le tra-
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