morì pazzo, e anche la sua esistenza sembra che avesse a che fare con un "altro stato", con un'esperienza via via ribattezzata "dionisiaco", "eterno ritorno", "meriggio". Si tratta solo di due esempi, e certo sarebbe azzardato ridurre l'intera cultura moderna a un'ostinata e tragica aspirazi6ne ali' estasi. Però quest'll5Pirazione, più o meno dissimulata, scorre in tanta parte di questacultura.Macos'è, da dove viene questa insensata ricerca (che può sembrare così poco moderna), questa nostalgia o febbre dello spirito, questa tensione a una quiete ottusa (che si esprime anche come rovinoso istinto distruttivo), questo desiderio e terrore di annichilimento? Lei parla, in modo appropriato, di qualcosa che sta oltre il piacere come è comunemente inteso, qualcosa dismisurato e inquietante (e si richlama a quella "pulsione di morte" su cui da tempo si sofferma la sua riflessione). Si tratta del punto in cui il desiderio di evitare il dispiacere può diventare, come Lei dice, desiderio di far cessare la vita stessa Ma allora discorrere di tutto questo come di un' "esigenza antropologica", ovviamente da "non perdere né sciupare" (mi raccomando!), sembra condurre a un suo quieto addomesticamento. Non vorrei deludere le schleredi lotofagi metropolitani, ansiosi di non sciupare nulla, fosse anche l'ebbrezza, per sentirsi creativi, ma l'estasi che si affaccia da queste pagine più che mettere in pericolo la nostra identità attuale mi sembra che le si adatti a meraviglia. IL CONTESTO !ANTOLOGIA Teatro alla finestra Ilse Aichinger Questa storia~ ha dietro di sé altre due. Una è la sua propria, è quella di lise Aichinger, la scriltrice viennese nata nel 1921 (tra l'altro moglie delpiù notoGunJher Eich), autrice quasi esclusivamente di pezzi "di piccolo taglio", novelle, radiodrammi, dialoghi, per i quali è di prammaJica citare la suggestione kafkiana. Questo racconto fa parte di una raccolta • di novelle del1963, Der Gefesselte (L'uomo in ceppi). La folla dei traduttori del racconto contiene la seconda storia. Ali' interno del corso Travagli e trucchi della traduzione ( sottotiloloeventuale: "Nonèpoicosìfacilecome potrebbe sembrare"), che tengo come insegnante di ilaliano alla Scuola Germanica di Milano, ci occupiamo, per l'appunto, di tradurre. "Linead' Ombra" ci ha offerto l'occasione di passare dall' otium letterario alla dignità di veri traduttori, con un pubblico insomma. Contiamo su unaprofteuae duratura simbiosi. I traduttori sono: G1ùlia Consiglio, Susanna Fregola, Valerio Gentiloni, Ria H i:ine/, E/ke Koh/er, Karin Lanzer, Sabina Range, Elisabeth Sangirardi, Danie/ Tews. (Chiara Allegra) La signora si sporse dalla finestra e guardò fuori. Il vento soffiava a folate leggere dal . fiume senza portare niente di nuovo. La signora aveva lo sguardo fisso di chi è insaziabilmente curioso. Nessuno le aveva ancora fatto il piacere di farsi investire davanti a casa sua. Tra l'altro abitava al penultimo piano e lastrada era troppo in basso. Il rumore arrivava attutito lassù. Era tutto troppo in basso. Proprio mentre stava per allontanarsi dalla finestra si accorse che il vecchio nella casa di fronte aveva acceso la luce. Dato che era ancora chiaro, questa luce rimaneva isolata e faceva lo stesso strano effetto dei lampioni accesi sotto il sole ..Come se qualcuno avesse messo le candele alla finestra prima ancora che la processione uscisse dalla chlesa La signora rimase affacciata. Il vecchio aprì la finestra e fece un cenno con la testa dalla sua.parte. Dice a me? pensò la signora. L'appartamento sopra di lei era vuoto e sotto c'eraun'officinache a quell'ora era già chiusa. Mosse leggermente la testa. Il vecchlo annuì di risposta, portò la mano alla testa, scoprì di non avere il cappello e scomparve dentro la stanza Subito dopo ricomparve con cappello e cappotto. Si tolse il cappello e sorrise. Poi tirò fuori un fazzoletto bianco dalla tasca e cominciò a sventolarlo. Prima lentamente, poi sempre più forte. Si sporgeva dal davanzale così tanto da far temere che cadesse. La signora indietreggiò di un passo, ma sembrò che questo servisse solo a incoraggiarlo. Lasciò cadere il fazzoletto, si tolse la sciarpa dal collo - una grossa sciarpa colorata- e la fece sventolare .dalla finestra Nel farlo sorrideva. E quando lei indietreggiò ancora di un passo, lui lanciò lontano il cappello con forza e si arrotolò la sciarpa attorno alla testa come un turbante. Poi incrociò le braccia sul petto e fece un inchino. Ogni volta che alzava lo sguardo, strizzava l'occhio sinistro, come se tra loro ci fosse un accordo segreto. La signora riuscì a divertirsi della cosa solo fino al momento in cui vide sbucare le gambe di lui da stretti pantaloni di velluto rammendati. Si era messo a testa in giù. Quando la sua faccia rossa, accaldata e cordiale ricomparve, lei aveva già chiamato la polizia. E mentre lui, avvolto in un lenzuolo, si affacciava prima a una finestra e poi ali' altra, la signora riuscì a distinguere, tre isolati più in là, al di sopra dello scampanellio dei tram e del rumore attutito della città, la sirena delle gazzelle della polizia Le sue spiegazioni infatti, date con voce eccitata, non erano suonate molto chiare. Il vecchio adesso rideva e la faccia gli si riempì di rughe, poi si passò con un gesto vago la mano davanti al viso, diventò serio, sembrò tenere per un secondo il sorriso nel pugno e lo gettò verso la casa di fronte. Soloquandolagazzellagiròl' angolo, la signora riuscì a staccarsi da quello spettacolo. Arrivò da basso senza fiato. Una massa di gente si era radunata attorno ali' auto della polizia. I poliziotti erano saltati giù e la massa seguì loro e la signora Non appena si cercò di cacciarli, tutti dichlararono unanimemente di abitare in quella casa. Alcuni salirono con loro fino ali 'ultimo piano. Dalle scale osservarono come gli uomini, dopo aver bussato inutilmente e aver constatato che il campanello sembrava non funzionare, sfondarono la porta. Lavoravano veloci e con una sicureµa da cui ogni ladro avrebbe avuto molto da imparare. Anche nel corridoio, le cui finestre guardavano sul cortile, non ebbero un attimo di esitazione. Due di loro si tolsero gli stivali e scivolarono lungo il muro. Intanto si era fatto buio. Urtarono un attaccapanni, si accorsero di uno spiraglio di luce in fondo allo stretto corridoio e si diressero da quella parte. La signora li seguiva scivolando anche lei lungo il muro. Quando la porta si spalancò il vecchlo stava ancora alla finestra, volgendo loro la schiena Si teneva un cuscinone bianco sulla testa, e continuava ad alzarlo e abbassarlo, come per far capire a qualcuno che voleva dormire. Il tappeto, raccolto da terra, se l'era messo sulle spalle. Siccome ci sentiva poco, non si voltò nemmeno quando gli uomini erano ormai dietro di lui, e la signora guardava, oltre lui, verso la propria finestra buia. Come previsto, l'officina di sotto era chiusa. Ma nell'appartamento di sopra doveva essersi trasferita una nuova famiglia. A una delle finestre illuminate era stato piazzato un lettino a sbarre, nel quale c'era un bambino piccolo in piedi. Anche lui teneva il cuscino sulla testa e la coperta sulle spalle. Saltava e agitava la manina e strillava di gioia Rise, si passò la mano davanti al viso, diventò serio e sembrò tenere per un secondo il sorriso nel pugno. Poi lo gettò con tutta la sua forza in faccia ai poliziotti. 33
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