Linea d'ombra - anno VII - n. 38 - maggio 1989

IL CONTlffO Il generale Per6n in una foto di Gisèle Freund (da // mondo e il mio obiettivo, la Tartaruga). scente disoccupazione e dai suicidi di molti pensionati ridotti alla fame, l'elettorato diede per protesta la vittoria al PartitoGiustizialista (peronista) nel voto per i governatorati e per il rinnovo parziale del Parlamento. All'epoca, tra i peronisti s'era affermata la corrente di "Renovaci6n", che cercava di dare discorsi politici coerenti e moderni al movimento sorto attorno al mitopersonale dello scomparso militare-leader . Mentre la situazione economica si aggravava, però, nel "pueblo peronista" c'è stato il ritorno prepotentedell'irrazionale, del populismo vuoto, della speranza nei miracoli. Il voto degli iscritti diede la candidatura alla CasaRosada a Carlos Saul Menem, un play-boy di provincia, governatore della piccola e ininfluente regione settentrionale di La Rioja, noto fino a quel momento nel paesepiuttosto per il suo pittorescoaspetto (lunga chioma e basette foltea imitazionedel caudillo dell '800 FacundoQuiroga) che per le sue idee politiche.Menem non fece ricorso alle idee politiche neanche quando s'impegnòper ottenere la nomina, allorquando sfoderòpiuttosto lerisorse del folklore tradizionale del movimiento: pranzi gratuiti in piazza per migliaiadi commensali che gustavanogli "gnocchi popolari" da lui stesso preparati, marce della victoria e della esperanza, balli all'aperto nei sobborghi della cintura industriale di Buenos Airesdurante i quali lui nonmancava di esibirsi come virile ballerino di tango. Il candidato dell'Uni6n CivicaRadical è uno dei pochi governatori del suo partito che risultarono eletti nell '87: Eduardo Angeloz, di C6rdoba, grigio uomo politico con fama di buon amministratore, che rappresenta la corrente di destra nel radicalismo. Il radicalismo è, dal punto di vista politico, tutto e il contrario di tutto. Il peronismo è tutto e il contrario di tutto. Sono, di gran lunga, le due maggiori forze del paese. I radicali sono comparsi alla fine del secolo scorso come espressione dei ceti popolari urbani in opposizione alla minoranza privilegiata e governante dei latifondisti, collocandosi presto al centro dello spettro politico; storicamente anticlericali, assertòri del liberalismo economico variamente interpretato. I peronisti hanno visto la luce a metàde24 gli anniQuaranta,generati dall'abile Per6n, unammiratoredel fascismo italianoche nel paese seppe mettersi alla testa di un nuovo proletariato la cui prese{lzanon fu percepita in tempodalla sinistra: gli operai dell'incipiente industrianazionale, inbuonaparte affluiti dalle campagne nelle periferiedelle grandi città. Alfonsi'.n,tra i radicali, si avvicinò alle socialdemocrazie europee; la corrente di "Renovaci6n", tra i peronisti, si legò alla Democrazia Cristiana europea senza tuttavia tralasciare i rapporti con i socialdemocratici. DiMenemsi conoscono più gli slogane le promesse che i progetti concreti per superare la crisi economica; i suoi discorsi variano secondoplatee e interlocutori. Il candidato peronista insiste nel bisogno di creare una "comunità nazionale", qualcosa di non meglio precisato che sembra un sistema corporativo, e afferma che il disavanzo pubblico si può sconfiggere smettendo di paga- • re il debito estero: "lo vuole il popolo e quindi diventerà una legge del popolo". Angeloz, il candidato radicale, è per ogni agevolazioneagli investitori stranieri evuoleprivatizzare aziende e servizi statali,oggi in forte deficit questi e quelle; non dovrebbeavere una visionediversa rispetto all'ex ministro dell'Economia fautore di una gestione monetaristica, Sourruille, le cui dimissioni però ha preteso e ottenuto nelle scorse settimane nel tentativo di invertire la tendenzaa lui sfavorevoledell'elettorato. Infatti ipronostici, da quando è in corso la campagna elettorale, attribuiscono la vittoria ai peronisti. Un dato fornito dalle stesse inchieste, tuttavia, indica che le cose non sono decise: gli incerti sono tanti, il loro numero - nei sondaggi che si susseguono dallo scorso dicembre- fluttua tra il 25 e il 40 P6f cento. Chi è incerto, in generale, non vota secondo stati d'animo ma valutando vantaggi e rischi. Vota il meno peggio. Menemrappresenta tutti i pericoli di ritorno ai drammi di anni recenti; tra i suoi uomini ci sono ex gerarchi del regime militare caduto nell '83, il più brutale nella storia del paese, che si propose lo sterminio di un'intera generazione per liquidare quella che i generali consideravano la minaccia del marxismo;e ci sono anche i capi dell'organizzazione sedicente di sinistra"Montoneros", il cui vero ruolo nei confronti di quel regime apparentemente nemico resta tuttora da chiarire. Menem è appoggiato dalla gerarchia della Chiesa cattolica, ultraconservatrice, e quantomeno simpatizza con il colonnello fondamentalista cattolicoSeineldi'.nI. l candidatoperonista promette una "pacificazione nazionale" non meglio precisata, che dovrebbe consistere nella scarcerazione sia dei militari condannati per i crimini della passata dittatura che del capo "montonero" Firmenich, peraltro sospettato di connivenze con quella stessa dittatura che lui diceva di combattere. In un paese nel quale la presenza del peronismo - come ha scritto SaverioTutino - è stata d'impedimento allo sviluppo di una sinistra ideologicamente coerente, sono molti i simpatizzanti di sinistrache sperano nel successodel liberistaAngeloz,siapure medianteunaccordo nel Collegiodei grandi elettori con il conservatore AlvaroAlsogaray, leader dell'Uni6n de Centro, a cui i sondaggi assegnano il terzo posto e che certamente chiederebbe in cambio dell'appoggio al candidato del governo una politica economica ancora più impopolare di quella attuale. Non attende in alcun caso un prossimo futuro facile agli argentini. Comemai sonoandate deluse le speranze che accompagnarono l'elezione di Alfonsi'.n,l'arrivo della libertà, il sostegno di governi e movimenti democratici del mondo? I problemi dell 'Argentina sono solo inparte quelli di tutta l'America Latina;cioè del mancato sviluppoper le ingiustizie perpetrate dalle potenze egemoniche del commercio e della finanza mondiali. Ci sono colpe esclusivamente argentine. È vero che le difficoltà economiche del paese sudamericano

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