Linea d'ombra - anno VII - n. 38 - maggio 1989

IL CONTliSTO CINEMA l'unicorosso è 9uellò del sangue. Unfilmcinese dell'ultimaleva _ Piero Spi/a Il troppo bello è una categoria di giudizio ohe si usa solo per le cinematografie emergen- ·ti. E quasi sempre negativamente, per delimitarne l'effetto, distanziarle ancora un po', raffreddare gli entusiasmi, se ci sono. Ciò che nel cinema occidentale è delirio formale, o estenuato esercizio di stile, nei nuovi autori del terzo mondo del cinema non può essere che compiacimento estetizzante, calligrafismo, accademia. Il cinema emergente è naivité o non è, o si fonda sull'asprezza e la trasgressione lingui-- stica o è cinema "alla maniera di". Il cinema dell'esotico, dei tramonti fiammeggianti e dei controluce, è una carta che Hollywood e l'Europa continuano a giocare con profitto (da La mia Africa a L'ultimo imperatore); una carta guardata però con sospetto (o con ammirato stupore, che è la stessa cosa) se usata dai paesi che nell'esotico vivono, paesi che non hanno una storia del cinema alle spalle da rivisitare, ma una propria storia del cinema da costruire o modelli di cinema altrui con cui confrontarsi. Il giudizio corrente è implicito: loro raccontino realtà, e i carrelli e i ralenti, i filtri e le notti ·americane, li lascino agli altri. Usino energia pulita. Zhang Yimou, con Sorgo rosso, ha se non altro dato una spallata a tutto questo, facendo un film sovrabbondante e ipertrofico proprio a livello di stile. In un fùm pensato e realizzato più per il mercato esterno e per i circuì~ dei festival internazionali, che non per accontentare le burocrazie politiche e ideologiche del suo paese, Zhang Yimou, curiosa figura di cineasta totale (è attore, direttore della fotografia e, ora, regista alla sua opera prima), ha •ricostruito visivamente ed emotivamente una specie di Novecento cinese, facendo uso e abuso di un'attrezzatura linguistica così eccessiva da suscitare qualche sospetto. Non si tratta solo di cinema "alla maniera di" (Storaro, Leone, Due· immagini di Sorgo Rosso. 22 · Kurosawa e così via), è qualcosa di più, o almeno di sicuramente diverso. In prima apparenza, Sorgo rosso è·una favola raccontata da una voce offa un pubblico che certe cose le conosce bene (in Cina) o non le conosce affatto (in occidente), ma che trova un comune terreno d'intesa proprio nell'aspetto linguistico e formale: il tono fabulatorio proposto senza nostalgie, ma visivamente con una voce sovraesposta, con un multiuso di flou eralenti, con un taglio ricercato delle inquadrature. Zhang Yimou racconta una favola cinese nell'unico modo in cui, a livello di immagini, siamo ormai disposti a credere a una favola come quella: la storia di una povera ragazza che va in sposa a un ricco possidente ammalato di lebbra, per poi diventare proprietaria di una grande piantagione di sorgo, fra orchi cattivi e assaliti nel bosco. Zhang Yimou racconta semplicemente una favola, ma lo fa ubbidendo a unaconvi:nzione linguistica che è ormai tutt 'uno con il nostro immaginario collettivo. E quindi, ecco l'affabulazione e la rimozione, le ampie ellissi narrative (la divisione per capitoli distanziati di anni, per evitare i tempi morti del quotidiano ma soprattutto per privilegiare le punte espressive d~gli eventi),~ poi le metafel- . re, anche quelle abusate fino all'imbarazzo. Nel film, durante la scena dello "stupro consenziente", c'è anche il campo di sorgo che si agita al vento, alla maniera delle fiamme che crepitavano nel caminetto nelle commedie degli anni Quaranta. . Ed è stata curiosa l'accoglienza riservata proprio in Europa a un film come Sorgo rosso: dagli eccessi encomiastici di Berlino (dove il film ha vinto a sorpresa l'Orso d'oro) ai buffi - tentativi di riclassificarlo, in occasione della sua tardiva uscita in Italia, secondo i consueti canoni del "genere" o dell' "evento" (appunto il western-spaghetti o il "caso veneziano" di Rashomon). Sbagliando nell'un caso e nell'altro, per eccesso o per difetto: Una volta isolando l'aspetto estetico e formale dal suo contesto narrativo, un'altra volta mettendo i due aspetti in contrasto. L'autentica sorpresa del film di Zhang Yimou è, invece, proprio il collegamento stretto tra forma e discorso, testo e cqntesto, è l'inedito contrasto fra una "bellezza" smagliante e traslucida, alla maniera imposta dai "maestri occidentali", e un naturalismo pesantemente fisiologico (il sudore e il sangue, I'orina e il vino, il sesso e la morte), e poi certi accenni di esplicito erotismo, certi elementi narrativi dati in maniera apparentemente distratta ma certo non casuale: il bandito Quattro Cannoni che è anche l'unico a organizzare la resi- · stenza contro i giapponesi, i due protagonisti che forse sono gli assassini del padrone (l'unico accenno alla lotta di classe in un film che parla solo di lavoro salariato), e infme la guerra, vista al di fuori di qualsiasi retorica, nel suo aspetto più spettacolare e grand-guignol, per il resto accettata dai contadini come un evento naturale e inevitabile, come la grandine oun 'invasione di cavallette. La trasgressione di Zhang Yimou è stilistica e politica insieme, e lo è proprio nel suo evidente estremismo formale. Solo così Sorgo - rosso può essere vistocomedeviazionedi linea rispetto al cinema della Quinta Generazione cinese (quella formata per gran parte dai registi diplomatisi ali' Accademia di Cinematografia dt Pechino nel 1982, i primi'dopo la Rivoluzione culturale) o del cinema prodotto dall'ormai celebre Scuola di Xi'an, ispirata e diretta dal carismatico regista Wu Tianrning (La riva selvaggia, Una vita di Wu, II vecchio pozzo ecc.). A livello di contenuti espliciti sono ben altri gli esempi di "deviazione" o "trasgressione" che vengono dalla Cina. Perresuire solo ai film più recenti, in Lontano dagli anni della guerra (1988) della giovanissima regista Wu Pei, c'è addirittura un protagonista, vecchio soldato dell'8a armaia, che ha nostalgia dei campi da battaglia, luoghi in cui incontrò la morte ma anche l'amore, le uniche pulsioni di vita da lui conosciute (al film sono stati tagliati più di venti minuti, tra cui la scena "molto forte" di uno stupro perpetrato dai giapponesi). E in un film del 1987,Ilvecchiopozzodi WuTianrning, visto al Salso Festival dell'anno scorso, viene reso in maniera molto esplicita il contrasto violento fra generazioni in un vecchio villaggio all'interno

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