Linea d'ombra - anno VII - n. 38 - maggio 1989

za della letteratura",~1uscettaimputaalla "misteriosaprofondità" e alla "pauradi impegnarsi"in primapersona, sottesea ogni "esercizio tecnicistico"della critica, una incapacitàdi emettere giudizi che si risolvenella cessionedi questa fondamentaleprerogativa ai criticimenomotivaticulturalmentee quindipiùdisposti a diventare"lacchèe pronubi dell'industria editoriale". In effetti,lamanifestazionepiùclamorosadell'attualemalessere della critica letterariaconsiste nella cronica inattendibilità dei suoi giudizi e nella arrogantepresunzionedi impunitàche la istigaal peggio.Anzichédimettersi,ilcritico ha scopertoinsomma i vantaggidella·burocrazia,senza smentirenella sostanzala previsionediMusceua.Si considerianchesoltantolagraveinsufficienzadi quelloche sembradiventatoil più essenzialemomento del giudizio,parlo dell'informazionesulle novità librarie,selezionateinnanzituttoa secondache se ne annunci l'uscita o meno, inquanterighe,sottoche titolo.Esivedràcheunadempimentomenonevroticoe subdolodi questoufficioè statodemandato, per spocchia,insipienzao semplice pigrizia,al "genere"dell'intervistao senz'altroalla pubblicitàeditoriale,proprioquandogli spazi destinati ai librie alla culturasonoaumentati,per la politica imperscrutabiledi quotidianie settimanalie per la moltiplicazionedei mensilispecializzati.Capireisepoi, almenoper gli autori affermati e le case editrici che contano, il servizio venisse svoltoin manieradeceJte. Ma non è così, tant'è veroche, per sapere che aria tira, un argomentoche i critici militantidovrebbero trattarealtrettantofrequ~ntementedei passeggeridellametropoli.tana,ci vuoleunostudioapposito,un viaggiod'istruzione,una colombada mandarefuori dell'arca. Evidentementela critica militantenon si è più ripresadallemortificazioniche le sonostate inflittedallaScientifica,mentredalcantosuola criticaaccademica rende la pariglfa,oltre che ai lettoridei giornali,agli innocenti fruitoridella sua recente vocazionedidatticae divulgativa. Un altro orroredel quale varrebbe la pena di parlare. I veri e propri giudizi aberranti,quandodall'informazione·si passa-allacritica,sonopiù direttamentefigli dell"'illusione neoscientista".Intantonon rispondonoperpr\f}cipiodi fronteal sensocomune,puntandoconstucchevolepervicaciasullefredduredi un'originalitàa bassocosto: unviziovecchio,cheè diventatopiù irritante,come la complementaredebolezzaper le ammucchiate strappalacrimeintornoalla stessa griffe, con i recensori che trascrivononellaimpervialingua di un semianalfabetismo d'élite i gridoliniraccapriccianticon cui anch'essi vorrebberoesprimere le loro incredibiliunanimità.E poi, persinoquando i loroestensori abbianodepostoogni velleitàintuizionistica,certe follietrovano il loro habitat naturalenella terradi nessunoche si sonolaSC:iatidietro sloganmicidiali, tipo l'autonomia del significante, l'interpretazioneinfinita, il piaceredel testo, ovviamentepotenziati dallaconstatazionedello scollamentotra la teoriae il giudizio critico. E sarebbeancorapoco danno, sequestigiudicinonfacessero valereindebitamentela loropropostadi "scienziati"o i lorodirit- . ti sulle spoglie"scientifiche"del nemicomessoin fuga.Così siamo costrettia scontarela superiorità"scientifica" di gusticapricciosi,amicizieparticolari,sodaliziobbliganti,adultèriincorsolegale, parentadida sostenere,patriotti,smidi testata, alleanzeutiliperla carriera,debitid'onore. Chicanteràlelodi dellarecensione incrociata?Sonostato volgaree per penitenzaammetteròche non ci risparmianonemmeno i troppoperentori responsi degli onesti,che si fannobeffedelle residuepretese"scientifiche"dellacritica,comegiàavevanoaffossatogli imbroglidellaletterarietà e della Poesia,ma si adeguanoali'andazzoper la solitabuona ragione, che per loro è una causa, esaltano,condannano,stilano graduatorie,e non_spieganoperché. Mentono i recensori con i IL CONTISTO quali nonci troviamod'accordo? Unavolta avrei ritenutoinconcepibileuna domandadel genere. Condividoperò la diagnosidi Musceuaforseal di là dellesue intenzioni.Amepareche lacriticase lapassimaleperché,neidolorosipostumidellasborniascientista,si è rassegnataali'ordinaria amministrazione.La tensioneintellettualeemoraledi qualche anno fa l'illusione non è stata infatti soltantoneoscientistama culturalee politicaè cadutae conessaprimala vogliadimisurarsi con i problemiche la percezionedegli stessi.Lamentiamopure quindi il,malcostumeper cui la.criticanon si discute,nondiventamai l'occasionedi unconfrontoconcreto,nononoralapropriamissionedidattica;peròvediamodi nondimenticarechenon sololapoesia,maanchelacriticadeveesserecomunqueali'altezzadel suoprestigio,assumendosile responsabilitàdei proprigiudizi e proceduree misurandosicon il problemachediventala letteratura;se si tieneconto della suapretesadi valereper tuttie di affermare la propria immutabilecontinuità·nonostante tutte le trasformazioni.D'altra parte, a nontenerneconto, il dannominore sarebbedi snaturarla,poichépersinole affermazionipiùbana- . lie leosservazionipiùestrinsechepotrebberorisultarepeggioche superflue,illegittimee insensate,comenon richiestisupplementi a un testocheparla per conto suo.Quasi per scongiurarela fine della critica,e in realtà in nomedi u,nsodalizioa questopun- . to trasparente,la poesia del Novecentosi è iscrittaal partitodella problematicitàa tutti i costi, non prevedendoche con i problemi i critici avrebberoimparatoa conviverepacificamente. Quantoai giudizi, se ne possonopronunciaree argomentare anchesenzainvischiarsiinquestionitroppoastratte,apattodinon lasciarsidistrarredall'ombra checomunquerimanesullosfondo. Sarebbebelloperesempiosesiguardasseconmenodiffidenzaali' accertamentodel possessodelle varie"grammatiche"da parte degli autori.Rimarremmoai preliminari,certo, ma non ci comporteremmoperciòpedantescamente.La matita rossa e blu, oltre a sottolinearele più autentichesofferenzedi molti scrittoriallepreseconla linguaitaliana,scorrerebbetecnichealtrettantoco- .dificate e ci indurrebbe a riflettere sulle implicazioni di certe preoccupantisproporzioni tra velleitàe risorse. Di un'opera poi nessuno vietadi dire, traendonele debite conseguenzein forma di sommatoriaoppure valùtandoopportunamente il gradodi incidenza,sesia intelligenteo sciocca,moralmenteraccomandabile o del~teria,illuminatao retrogada,nobileo ignobile,originale o ripetitiva,divertenteo noiosa,rozzao elegante, ingegnosao casuale.E soprattutto,visto che nei tempimodernila poesiae la letteraturaingenere sdegnanoogni troppofacile riconoscibilità, da essa si puòpretendereche giustifichicreativamentelapropria esistenza,dandocontodelle propriesceltesenzaricorrerealledichiarazionidi principioe provandocon i fatti di t;s.serecultural-_ mente significativa. Ma la comprensionedella quale abbiamoparlato, e l'utilità che nei nostridiscorsirivela la specificavitalità letterariadei testi, implicaun'interrogazionepiù radicale, che ciascuntesto sia chiamatoa risponderesu ciò chepiù ci interessa,sul suorapporto con il sognodi cui si nutronole sueambizionie sul suotendereal finechegliassegnail sistemadellaletteratura,o lanostraesigenzadi lavoraresulla letteraturacomeun sistema,e a mostrare in che modo sia riuscitoa superareautonomamentei limiti che avrebberodovutoimpedirglieloe a guadagnarsicosì a pienodiritto la nostraattenzionee i nostri sforzi. ·Nonostantegli eccessi teoricidei quali ci lamentiamo,dalla teorianon si esce.Oppure si riducalaposta in giocoe si allentila tensionecheci permettedi inquadraremenoapprossimativamente la poesia,per esempioseguendo il suggerimentodi Barenghio tornandoa lezioneda Muscetta. 10

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