IL CONTISTO ricistedellatooriacontemporaneacheJamesonvuolechiaramenteconfutare.Siachiaroche,come il "post-marxismo"diMouffee Laclau,laversionemarxistadiJamesonriconoscee ancheaccentua che i fenomeniculturali,politicie socialidescritti,discussie interpretaticome "postmodernisti"sono, come tutti i prodottio "momenti"storici,sempre sovradeterminati,hannomoltecause, ma il titolodel saggio- come, del resto, altri saggi di Jameson sullostesso argomento- insistesul fattoche il postmodernismo siavistoe rappresentatoalla lucedellastoria,che nel faroperadi storicizzazionesi affrontinoi problemietici e politicidel desiderio, del potere e del controllo, della produzionee del consumo, dell'ingiustiziaedelprivilegio, di cui siè sempreoccupatoilmarxismo.Nellasezioneconclusiva,e cruciale,del saggioinquestione Jameson (vediprima metà, p.86) espandee modificala frase del titoloper renderneancorapiùesplicitele rivendicazionitotalizzantidescrivendola propriaposizionecome "un tentativogenuinamentedialettico di pensare il nostropresentenellaStoria". Lo scopoprincipale di questaoperazionedialetticasu un postmodernismocaratterizzatoda un'acculturazione senza precedenti, findei meccanismidella stessainfrastruttura(uneffettodi quellocheunprotagonistadel saggiojamesoniano,Mandel,chiama la "industrializzazioneuniversalegeneralizzatadel tardocapitalismo")è quello di riconosceresia i suoi aspetti positiviche negativi,i liberatoriiche gli egemonici,secondoil modellomarxianoclassicodell'analisi delle trasformazioniche accadonocol sorgeredelcapitalismo (vedi p. 88). Se in ThePolitica/Unconscious unadellepreoccupazionimaggioridiJamesonèdi mostrare una visionedialetticadell'alto modernismocome, allo stesso tempo, sintomodi alienazione e reificazionee compensazione utopica di quello, in questo saggio il critico s'impegna tenacementea mostraresia il positivoche il negativo nella,per fareun esempio,"liberazione"del linguaggiodalla storia, nella liberazionedel soggettodal legamecolpassatoe colpresente,sucuiJameson si soffermalucidarnénte(nelle pagine 52-56). Nella sua lungae circostanziataanalisi- soprattuttodi quellocheè il momento postmodernistadella jouissance o "sublime isterico"- Jamesonè benconsapevoledel nostrofortedesideriodi bloccare oresisterelacoscienzadelladimensionee delpoteredel tardocapitalismo,di ignorare(nellaclassica immaginebenjaminianadel chiuderegli occhi a una luce accecante)o negare le "determinazionistoriche"deinostripensieroedesperienza-ritrarsi puòanche sembrareungestoprogressista,unaliberazionedalcompleto indottrinamentonell'apparato dell'egemonia:di qui lajouissance, il perdersinel gioco dei significanti, il sollievo"liberatorio". Ma (P.er iprendere,come fa Jameson, le distinzioni di un RaymondWilliamsfradifferentifunzionisocialidellacultura)quell'impulso "oppositivo" scivola facilmente dall'"alternativa" a una posizionedi "dominante" culturalepermettendo ai processi (solo"oscuramentepercepiti")dellapenetrazioneedellacolonizzazionedell'esperienza e dell'esistenza di svolgersi senzacontrolloalcuno. · Questoè il progetto di Jameson:mostrarechenonunafugadal significato,dallarealtàstorica,materiale,ma una sfidacriticaalle forzedel tardocapitalismopuòoffrirel'area d'intelligenzacapace di fornirela base di un successodel progetto collettivo di strappareunazona di libertà al dominiodella necessità.E questo è quello che l'ampia trattazionedell'ideajamesoniana di dominanteculturaleè intesaa promuovere.Dettoquesto,restaun'unica perplessità:il rischio, insomma,che il concetto stessodi una dominanteculturalepossa lasciareall'oscuro sia la sferaeconomica che il campopolitico (il luogodella trasformazionedemocraticaedelcambiamentorivoluzionario)-sorge unadomanda: "Quantodi questosaggioè comprensibile(e 'attuabile') fuoridei 14 confinidellaculturaaccademicaamericanadi oggi?":nonè certo accademicoil sottaciutonel saggio di Jameson, riassumibilein due altredomandeche pungolanoil testodel saggio: I) puòesistereuna sinistrapopolaresenza intellettualichene diano sostanzaai principi e ne sottoponganole attivitàad analisi critica?; 2) oppure,puòesistereunafortecomunitàdi intellettualidi sinistrasenzaunmovimentopoliticoo socialeche la sostengae faccia usodel suopensiero?In fondoquesto è il puntodi tuttal'operazionedi unJameson, il sensochehaascoltarla,forseconfutarla a tratti,comeunbelraccontocheprecludeogniulterioredibattito, la narrativa"finale" della trasformazionedi una specificaparata cultural-estetica di piacerie pratichecreatadae per ungrupposocialeparticolarein un momentodeterminatodella sua storiacollettiva(nonsiè forseparlatodi un'éliteedonisticareaganiana?)in effusioneinevitabiledi un interomododi produzione.Perchésotto l'apparentenaturalezzae inevitabilitàdel"postmodernismo"e del "tardo capitalismo"come "movimentiorganici" sta un altro livellodi realtàcontingente,volutae innaturale- la realtàdella "congiuntura". Si tratta di una distinzione yitale per noi come agenticulturalie politici,perché l'"organico" in tutta la suarisultante naturalezzaè sempre l'effetto di innumerevoli lotte congiunturalivinteoperseai livelliculturale,politicoed economico: l'organico, la totalità,può imporcilimiti, demarcar~i nostrimovimenti,ma saràsempree soloal livellodel congiunturaleche si potrà a nostra volta agire e muoversiper cambiare la formae la traiettoriadellospazio. Nell'affollato, los angelenoGrandHotel Bonaventura,in cui l'intellettualepostmodernotroppospessosi cambiad'abito, metamorfosandosida intellettualepubblico in entrepreneurprivato, c'è ancoraunacameraostinatamente "libera". L'ottimismostoricistadi J ameson,e nostro,ci dicecheanchequello spaziosipotrà
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