MIA NONNA ATENE Kostas Tachtsìs traduzionedi CaterinaCarpinato Se muoio non verrà più il postino non mi invieraipiù libri o il tuo cuore in una busta non ti vedròpiù andar via o ritornare .non mi siederòmai più al bar con te al mio fianco o di fronte a me mentre tutto solo mi guardi... KostasTachtsìs, Kafenio to Vyiantio, ke allapiimata, 1986 KostasTachtsìsera natoa Salonicconel 1927,ma si sentivaprofondamenteateniese.Nel 1954fu pubblicatala suaprima raccoltadipoesieintitolata SinfoniatuBrasilìan, enel1956lasecondaed ultimaraccoltadi poesie, Kafenìo to Vyzantio, ripubblicatedallaErmisnel1972,nel1980e nel1986.Nonscrissepiù poesieperchènonsi sentivarealmentepoeta, nè d'altrapartefu un romanzieremoltoprolifico. Eppure il suo unicoromanzo To trito stefani ( 1962)è .unodei libripiù amati dalpubblicogreco (100.000copieali'86) e unodeiromanzigrecicontemporanepi iù apprezzatinel mondo (è stato tradottoin inglese.francese,spagnolo, tedesco,olandese, ungherese,serbo-croato,rumeno,polacco...manonancora in italiano).Intellettualedi vivacespirito criticoTachtsìssi espressepubblicamentecontroil regimedei colonnelliinGrecianel 1969,quandosottoscrisseconaltriintellettuali una dichiarazionecontro la giuntafascista e contro la censura.Pubblicòdue raccoltedi racconti: Ta resta (1972)e I ghiaghiàmu i Athina (1979),e tradussein grecomodernoalcune commediediAristofaneealtrediautoristranieridelnostrosecolo, tra cui FilumenaMarturano diDe Filippo.Tachtsìsè stato ritrovato uccisonella sua casaadAtene il 28 agosto1988. Koslas Tachtsìs; a destra: il Partenone fotografato da A. Sansone (arch. Garzanti). 88 (C. C.) La miacartad'identità dicechesononatoa Salonicco,manon fidatevimai troppodei documentidi riconoscimento.SonoAteniese.Uno dei cinquemilaabitantidell'Atene del 1827era il padredelmiobisnonnomaterno,inaltreparole, il nonnodimianonna. Eraproprietariodi alcuni orti - li avevanoancora i cugini dimianonnaquandoeropiccolo-che si trovavanopressoAghio Ghiannia Redi, a soli sei chilometridall'Acropoli. "Un giorno- mi disse una voltala mia nonnamentreparlavamo di questi orti - vennea casa il nonno, che Dio lo assista, e ci portòun cavolo.Era uncavologigantesco.Loposòsul tavolodellacucina,mi tirò scherzosamentele trecceedandòvia.Quel giorno la mammami aveva messo in cucina a pulire patate. E mentrelepelavo, vedo la testadi un serpenteche sbucadal cavolo. Rimasidi ghiaccio. Poi iniziaia gridare:"Mamma!Mamma! Unserpente!""Nonmordonotuttii serpenti- mi spiegòlamamma - anzi alcuni sonobuoni e portano fortuna.C'era un tempo in cui in tutte le case si tenevaun serpenteche nonbisogriavauccidere.Miricordoche ilmaritodi unamiaamicaucciseil loroserpente domesticoe da quel momentoa loro andò tuttoalla rovescia, ma sono cose di tanti anni fa e non mi ricordobene..." Il miobisnonnonon volleoccuparsidell'orto ed aprì un caffè all'incrociodi via Pireòs e via Kolokinthùs,di fronteall'orfanotrofio.Avevasposatouna donnadell'isola di Andro,ma tutti i lorobambini - laprimogenitaera lanonna- eranonatiadAtene, che nel frattempo si era ingrandita,aveva molti edifici neoclassici di una certa imponenzae contava 80.000abitanti.I loro bambini,quandovolevanogiocareunpo' piùlontanodacasa(che si trovavain via Kolokinthùs)andavanoall'antico cimiterodel Ceramico. ''Io ero la più grande- mi diceva la nonna- e facevo da baliaa tutti i miei fratelli.Tutte le volte che i bambinisparivano la mamma,buonanima,mi mandavaa vederese stavano giocandonel Ceramico.Per la veritàancora non sapevoche era un anticocimitero,ma anche se lo avessi saputononavrei avuto paura. Cosapossono farti i morti?Dio ti guardi dai vivi... . Non riesco ad immaginarlabambina di undici-dodicianni mentrecerca i suoi fratelli, che in non ho mai conosciuto.Me la immagino,invece,già adolescente,come la conoscoda una vecchia fotografia,mentreraccogliefioridi campopressola stele funeraria di Egeso, con la quale la nonna aveva una straordinaria rassomiglianza.Quando si sposò, come mi dicono, pensò che cambiandoquartieresi sarebbeliberatadalla tutela tirannicadella madre.Prese dunque una casa cinquecentometri più lontano, versoilThisìo."La vedi questacasa?Qui vivevoquandomi sposai con tuo nonno.Molte volte,passando, ho pensatodi bussare e di entrareper rivederla,maa che serve?...Comunque,qui è nata la tua mammina.Quando andammovia avrà avuto sette-otto anni..." "Quandoandammo via" significa "quando andammoa Salonicco",doveuna decinadi annidopo nacqui io.Maquest'esilio nonduròmolto. Agli inizidegli anni '30 la famigliaritornò adAtene. La famiglia,cioèquantodi essarimanevadopol' eliminazionedei "corpi estranei": miononno, infatti, che era di Siati, era morto,e miamadre avevadivorziatoda mio padreche era di Salonicco.
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