li i limiti, come può abbandonarle impunemente alla loro sorte, dunque non distinguerà mail' accessorio dal principale? E non era del resto il più vecchio motivo del risentimento di Marlène nei suoi confronti quando gli rimproverava di essere "sempre altrove", in particolare quando distoglieva da lei il suo sguardo nel momento preciso in cui lei gli rivolgeva la parola: nel mezzo di una frase, allora, lei s'interrompeva all'improvviso, finché lui prendeva coscienza dell'abisso di silenzio che si era aperto tra loro, e le chiedeva la ragione di quella sospensione. "Ti ascoltavo ... " assicurava confuso, contro ogni verosimiglianza. "Ebbene! Facciamo, rispondeva lei, che non avevo più niente da aggiungere ... " In realtà, come fa a non capire che lasciando questo luogo dove, con la sua presenza, la sventura era divenuta improbabile, e l'incidente poteva benissimo non essersi verificato, e una ferita si rivelava un semplice trucco, ogni disavventura torna ora ad essere possibile perché la sua partenza riapre le chiuse del tempo, minaccia lo sbarramento che difendeva due bambine pallide e disgraziate dalla realtà delle cose: tutto ciò non è propriamente inespiabile? Prima di tutto, non avrebbe dovuto farsi coinvolgere; cadere in quel tranello. Ma una volta intrappolato, conveniva che occupasse fino in fondo il terreno. Sente di aver mancato ad ogni suo compito. Non importa. Nessun rimorso. Si è già congedato. Batte in ritirata, quasi a ritroso, è come se fuggisse da un traboc- · chetto, ab!'andona il terreno, sbuca in un giardinetto che non riconosce. E deserto, gli sembra piuttosto abbandonato. Si direbbe che le cose restano in piedi solo per la forza dell'abitudine e per un istante ancora, a prezzo di un'ultima esitazione ma tutto qui è consumato, fa parte di un universo segretamente diviso, colpito da fratture invisibili soltanto per gli occhi, colpito da un cataclisma muto, vittima di un'Apocalisse silenziosa. Ancora un attim'o e tutto sarà raso al suolo. È attraversò quest'ultima faglia che la coppia si è introdotta nel giardinetto. Lui non si è ancora mosso. Osserva avvicinarsi l'uomo e la donna, e ne ripiane colpito come da un'apparizione. Come se ciò che uni va quell'uomo e quella donna non dovesse essergli mai più comprensibile. Eppure, forse non c'è che questo di vero, e di una verità di cui l'hanno privato due bambine perverse. Quanto tempo è durata l'amnesia che ha avuto la debolezza di cçmfondere con una remissione? Eccolo nel vivo della questione. E slittato in un tornante della sua memoria, e un intero destino può essersi inabissato in questa parentesi. Ma lo spazio insulare che gli si è aperto sotto i piedi, soltanto lui avrebbe potuto credere che non avesse frontiere. Quando finalmente apre la porta dcli' appartamento: "Sonorimasto in panne ... " subito si giustifica, ma Marlène non è più lì ad ascoltarlo. Le stanze non sono mai state così vuote perché dalle pareti sono state tolte le riproduzioni di Cézanne, del Doganiere Rousseau, di Mondrian, avrebbe potuto lasciarmi almeno il Mondrian, e le foto delle vacanze passate a Cadaquès. Al loro posto si vedono soltanto rettangoli bianchi, più bianchi della calce sporca dei muri. Se dovessi dipingere tutto questo, lo dipingerei bianco su bianco, bianco su bianco slavato. Sono rimasti soltanto i mobili. E sul tavolo un messaggio: "Arriva tardi. Non ho potuto aspettare più a lungo. Forse ha deciso di sottrarsi a uri ultimo confronto. Non le do neppure torto. Per la prima volta non sono adi- - rata con lei, per sua viltà. Ho avvisato la portiera che lascio l'apSTORIE/MERTENS partamento. Sia gentile: andandosene non dimentichi di restituirle la chiave". Dalla finestra scorge le due ragazzine che corrono una dietro l'altra sul marciapiede, con una tale assenza di grazia, la grande davanti, l'omicida, e la piccola dietro, che non la prenderà: verifica che quest'ultima, in effetti, zoppica ancora un po'. Gli piace immaginare che, a sera, forse verrà un uomo dal quartiere greco, che suonerà da Marlène Whitelaw, con l'intenzione di ringraziarla: "Mia figlia m'ha detto, signore, che ha avuto la gentilezza ... ", e troverà la porta chiusa. Senza di che il benefattore del giorno avrebbe potuto rispondere: "Non le hanno mentito, signore: niente è più esatto". Mentre mi siedo al volante della Chevrolet e metto in moto, le due ragazzine mi si affiancano, sul marciapiede. Come se volessero avvicinarmi di nuovo. Come se tutto stesse per ricominciare. Mi osservano mentre mi allontano, pensierose. Forse hanno manomesso il motore, forse hanno riempito di zucchero il serbatoio. Forse assisteranno, prima che abbia raggiunto la curva, al terribile incidente che hanno immaginato per me. Copyright Editions Jacques Antoine, Bruxelles. Da: Nécrologies, 1977. Foto di Arthur Leipzig per il "The Sundt::yTimes"_ 87
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