STORII/YIHOSHUA Non credevamo alle nostre orecchie. Solo Yagnon non batté ciglio. "Non ve"ete con noi?" chiedemmo sottovoce. "No, sono venuto qui solo per sette giorni ... non di più". to che vagavaper lemontagneportandola posta.Ma egli lo senù. Ci riunì e ci ordinòdi andarle incontro.Camminammoa lungo e la trovammoincastrata in un piccolowadi. Liberammole ruotedallatrappola,sgombrammoil sentierodallepietree perricompensaricevemmolettere sgualcitee ingialliteda coloroche eranorimastiincittà.Ci scrivevanodelleloropiccolepreoccupazioni. Avremmovolutogettar via le lettere.Egli si piantò lì e ordinò a tutti noi di inviare una risposta,come ai tempi dellaguerra, in modo che si sapesse che eravamo ancora vivi, e non venissimopianti.Ci chinammoa scarabocchiaregrandiletterein cima alle rocce, guardandolocon aperta ostilità. Tornammoall'accampamentoa passo veloce intornoalla montagna. Il sestogiornoera di buonumore.Disse:"Non hoancora fatto nulla... non ho concluso metà di quelloche volevo". Passò il giornoa stenderee arrotolarecartee diagrammicoloraticheavevaportatocon sé, mostrandocichecosasarebbeaccaduto,checosa stavaancoraper succedere.Quandovideche stavamosonnecchiandodavantia lui, ci ordinòdi piantare le tende fuori dal canalone, formandoun quadrato.Ci sarà un'ombra sullavostratesta, in cambiodella vostra dannata stanchezza. La seradiedeistruzioniperchéchieraabituatoa pregarelofacesse. Perfinogliagnostici- èmeglioper lorochepreghino,per alleviarelementiconfuse.Stettea guardarlifinchéla lorofrettolosa preghiera non terminò. Al calar della notte tirò fuori dal suo sacco una scatoladi biscotti rotti e secchi che avevaportatocon sé e li diviseequamentee magnanimamentecon noi.Eracontento, disse così, di aver operatoun grancambiamentoin sei giorni; non ci abbandonavamopiù demoralizzatinell'arido fossato.Si stropicciòle fortimani lentamentee energicamente.Nonva tutto a meraviglia? Non rispondemmo.Non voleva veramente una risposta. E d'altra partequalcunaltroavevaparlatodurantequestiseigiorni? Una notte splendentesi stendesudi noi.Un cielo fortee scuro.Un romboprofondocresce in lontananza. Le tendesbattonoal vento. Il disordineè scomparsosotto le coperteben rimboccate. Ci eravamodetti: stanottedobbiamoriposare,dobbiamodormire. Ma egli fece in modo che così non fosse.Vuole riepilogare, congratulandosicon se stesso.Dallaguerrain poi non avevamo fatto nulla.Per tuttala notte ci parlòdi checos'è un combattente. Shabbat.Pietrenellenostreteste, invecedi occhi. Silenzio.Quiete.Comeduranteiprimigiornicheeravamoarrivatiqui.Orasembra checi siapermessodormire,manonci riusciamo.Continuiamo a tenereaperte le palpebrepesanti comepiombo,per vedere quelloche sta facendo.Come si rilassa.Si riposa? Le tende troppo piccole ci stanno soffocando. L'ombra è calda e sporca, un'ombra illusoria.Moriamodallavogliadichiuderegli occhi,dobbiamo.Abbiamoavutounasettimanadi terroree un'altra settimanadi terroredeve ancoravenire. Le orepassanoma il sonno nonarriva.Dolorosamentesvegli, brancoliamocomecani ammaestratisul terrenoalla ricercadi un posto. Yagnon.Ci ricordiamodell'individuoprofondamenteaddormentatonell'avvallamentodeserto- perchéci avevaabbandonato? E dagli angolidegli occhi arrossati,contro la nostra volontà continuiamoa vedereancorae ancorail comandantedellacompagniache si aggira tra le tende,ben sveglioe fresco,sorridendo alle nostre facce chine. "Perché non dormite ? Diconoche siete stanchi.Di notte vi sento piangere." III La sera, alla fine di Shabbat,egli riunì gli ufficialie Yagnon nellasuatendaperdareistruzionisuunamarciafaticosa,delladurata di settegiorni, attraversoil desertodi Giovannie le sue pianure, finoaun lontanopozzod'acqua ali' incrociodellestradeper il deserto,dove delleauto ci avrebberoatteso per riportarcia casa. Tutta la notte ci tenne nella tendaelencandoogni particolare della marciacon folle attenzioneai dettagli. Piani di assalti, attacchi, trinceramenti, ritirate, complicati raid notturni.Con la veloce penna rossa cerchiava sullemappe luoghi dovevoleva che ingaggiassimobattaglia con un nemico immaginario,e la punta dellapennacrudelmenteindicavai molti chilometriper cui avremmoportatol'immaginariaferita.Voleva guidarela marcia in assettomilitare,con bagagli e munizioni, conscarserazionidi ciboeacqua,senzasoste.Ci ordinòdiportareconnoi le tendee di trascinarelecassedimunizioni,affinché nell'avvallamentonon restasse tracciadella nostra esistenza.Ci mordemmole labbracon rabbia,guardammoin u versoYagnon che stava succhiandouna sigarettanell'oscurità della tenda,ma egli nonalzòla testa.Ci lanciammosguardidisperati.Darzisi fece coraggio,steseuna debolemano verso l'ufficiale chinosulla carta. La sua voce era tremula. "Perchéle tende ?" disse con sarcasmo" In ogni casonon ci sarà tempoper dormircidentro".Il comandantedella compagnia diresse il suo sguardoazzurroversodi noi. Darzi era intimorito nell'attesa di una esplosionedi rabbia. "È inutile ..." Un'altra parolagli morì sulle labbra. Il comandantesidominò,malarabbiaincrinòla suavocetranquilla. Una volta di più parlò della guerrache c'era statae della guerraimminente.Del sangue,di coloroche sarebberostatiuccisi,dei pianti,del bisognodi impararea vincere.Improvvisamen tesi voltòversol'avvoltoio silenziosocheaccendevaunasigaretta dietro l'altra, come sapesseche in quel silenzioavesseorigine ogniguaio.Yagnontolselasigarettadallabocca,alzòlecigliacon finto stupore,e disse con calda e quietavoce: "Certo, i piani sono questi." E rimiseil fuocovivo in bocca.Gli occhi del comandantesi addolcirono.Fece scivolarelo sguardosugli uominichesedevano curvi e crucciati. Sapevache la marciasarebbestatafaticosa, mac•eraveramenteun'altra scelta?Siamonoi i capi? Annifa,durante la guerra,ebbero luogoqui duri combattimentie attraverso l'arida pianadi Giovanni,uominieranousciti inmarciaoffensiva, Curvo il corpo verso di noi, gli occhibrillanti. Forseavremmopotutotrovareresti di equipaggiamenti,o perfinoscheletridei combattentiuccisinei passaggi.Guardòintensamentenellospazio luminosovisibile dietro le tende. Con malcelatodispiacere, peccato che non ci avrebbe potuto guidare in quellamarcia. L'ultima frase,cheera statainghiottitadall'oscurità, fecesobbalzarei nostricuoridi gioia improvvisa.Non credevamoallenostre orecchie.SoloYagnon non batté ciglio. "Non verretecon noi?" chiedemmosottovoce. a,
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