IL VILLAGGIO, IL BOSCO, LE FIAMME Incontro con A. B. Yehoshua a cura di Regina Rayon Cohen AvrahamB. Yehoshuavive e lavoraaHaifa. Il suo studio,situato sul lato ovest del Monte Carmelosi affacciasu un'ampia vallatache si stendegiùfino al mare.Nato nel 1936inlsraele da unafamiglia di ebrei se/arditi immigrati verso lafine del ['800, si consideraa buondirillo un vero "sabra", il tipico israeliano unpo' bruscodi modi,ma infondo gentilissimo. È professore di letteraturacomparatapresso l'università di Haifa e scrive romanzi e raccontiseguiti con una grandeauenzionedalpubblico israelianoe ali'estero,daiprimi anniSessanta.Gli uniciracconti tradottiin italianosono uscitinel 1987presso laGiuntina,Firenze, nella raccoltadal titolo Il poeta continua a tacere. Lungi dall'essere uno scrilloredai toni trionfalisticied esaltati,Yehoshua copre un posto importantissimo nella nuova lelteratura israeliana,avendoapertounnuovoorizzonte ai suoi le/lori,stanchi dellesolite storiedi eroismoe di idealismo.Al contrario,nei suoi raccontiquestequalitàappaionodistorteinmodogrouesco, prediligendopersonaggi in preda a dubbi,o gravi crisi di identità.Profondamenteradicatenel/'altualitàisraeliana,lestoriedi Yehoshuane mellono in luce le contraddizionie le tensionisotterraneeoffrendoneunapanoramicanonpriva di ironia.Al di là di ogni criticanei confronti dei suoi conci/ladini,emergenella 'personalitàdiAB. Yehoshua, lafiducia che il paese saprà trovare una soluzionepositiva alla crisi attuale.E a dire il vero,la sua tranquillitànell'effermare che l'unica soluzioneper Israele è lapace, è unverosollievo,in contrastostridenteconilpessimismo che avvolge tu/la la questioneIsraele-Palestina. Lei è professore di lelleratura comparata ali'universitàdi Haifa daparecchi anni e quindi è semprestaio in coniai/ocon i giovani;qualicambiamentihaosservatonellegenerazionidistudenti che si sono susseguitenei suoi corsi? Il contatto con gli studenti è piuttosto superficiale, non si riesce sempre a creare rapporti stretti e personali, si tratta cumunque di contatti piuttosto limitati. Quello che si può dire della scena israeliana è che la nuova generazione è più a destra della nostra, più conservatrice, come d'altronde dappertutto nel mondo. I giovani sono meno idealisti, più pratici, più cinici dirci. Certo qui-ci troviamo in una situazione speciale, non si possono paragonare gli studenti israeliani con quelli tedeschi o francesi. Nel complesso però i problemi sono simili. Il temadel gap generazionale,dell'incomprensionetra vecchi e giovani sembraessere uno degli argomentifondamentali dei suoi racconti. Non la chiamerei proprio incomprensione, si tratta piuttosto di una certa tensione nella quale vivono i giovani. Essi credono che i genitori li mandino verso una missione permanente fatta di morti e di guerre, senza giustificazioni. Inoltre la tradizione ebraica è dominata dal mito del sacrificio di Isacco, una specie di missione spirituale misteriosa e incomprensibile: Dio ordina al padre di prendere il figlio e sacrificarlo a Lui senza motivo. E il padre ubbidisce. Non è il mito cristiano, evoluzione di quello ebraico, in cui è l'uomo a sacrificarsi per il bene dell'umanità. Si tratta del concetto del padre che sacrifica il figlio, per Dio, per un'idea meUno recente foto di A. B. Yehoshuo. tafisica, e quest'idea che ha dominato il mondo ebraico continua ancora oggi ad agire, qui in Israele. Come reagisconoi giovani a questaimposizione? C'è sempre un senso di rivolta in loro, di rifiuto di identificazione in questa situazione. Ci sono diversi sbocchi possibili, ma resta sempre un senso di colpa del padre verso il figlio e viceversa in differenti sfumature. Questo mito si è evoluto nel tempo nella storia ebraica in modi differenti, portando a situazioni anche contraddittorie. Nella raccolta Il poeta continua a tacere (Giuntina1987)domina il disagiotrapadri efigli e viceversa.Nel primo, chedà il titoloal volume, il figlio handicappatolenta in tutti i modidi seguire le ormedel padre, ma non ne è capace. In Di fronte ai boschi le lolle e gli ideali del sionismosembranoveniremenonel giovaneprotagonista.In All'inizio dell'estate 1970 il figlio tornalo da unostagedi studio in America,parla con il padre come · senon sperassedi venirecapitoed è a sua voltaguardatodalpadre comeunestraneo.Non sembraessercida nessunaparte una soluzione. Una sorta di alienazioneaccomuna questi ràcconti. AlienazioneversoDio, la patria e l'amore. L'alienazione è un tema universale. L'uomo moderno viene giudicato nel suo individualismo, non più per la sua appartenenza a una razza o a una classe. Egli è più isolato perché gli mancano gli antichi legami familiari delle tribù o della classe, che lo proteggevano, che gli conferivano un'identità. Egli deve quindi cercare la propria identità in se stesso, o nella sua professione, cosa che ben pochi giovani fanno in realtà. Subentra quindi un profondo senso di alienazione che è uno dei segni di questa modernità che viviamo. In Israele subentra un altro motivo di disagio esistenziale. Il paese non è frutto di una creazione naturale; gente diversa di ogni parte del mondo è venuta qui e ha scelto di fame parte. L'identità di un israeliano è il risultato di una scelta e non uno stato naturale. Non si tratta della propria pelle, ma di un vestito 73
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