LA LOVELYMUSIC, QUALCHE ANNO DOPO INCONTROCON PETERGORDON Alla fine degli anni Settanta molli si erano innamDrati dellaLovely Music. Nata come eliche/la discografica, la "musica amabile" si era ben presto trasformata in tendenza, ambito di ricerca dove avevano trovato spazio molti fra i personaggi più significativi della scena newyorkese, quella /erra di nessuno musicale equidistante da jazz, musica colla, rock e canzonetta, che è mollo brutto chiamare avanguardia. La Lovely pubblicava lavori tra i più disparati, dalla rigorosa ricerca sulla voce di MeredithMonkaquellapiùfamosadilonHassel, ma al suo interno si eraformato uno zoccolo duro, un sottoinsieme che avrebbe avuto lunga vita, raggruppatosi attorno alla figura di Peter Gordon, sassofonista (ma anche clarinettista e tastierista), nato nel '51 a New York e diplomato in composizione, testa pelata e aria da marziano unpo' secchione; al suofianco, coprotagonisti, il grande BlueGeneTyranni, misterioso e commovente pianista, in bilicofra echi di dodecafonia e pianobar, il poela Robert Ashley, David Van Tieghen, Michael Nyman e molli allri. Gordon e i suoi si diedero un nomefra i più belli: Love ofLife Orchestra( WLO ), l'Orchestra dell'amore per la vita, e il loro discorso era chiarissimo: _estrema libertà rispetto ai "generi" e ai riferimenti, insofferenza verso l'avanguardismo e la sua seriosità e verso la pesantezza stereotipata di molta musica colta, voglia di sporcarsi le mani frugando nella pattumiera della musica odierna, commerciale, da ballo o da colonna sonora di terza categoria, interesse per ogni forma di contaminazione con altre discipline artistiche, soprattutto video, danza e teat~o. · Oggi le cose, come è naturale, sono unpo' cambiate: Peter Gordon ha senz'altro perso la suafunzione dipiccolo punto di riferimento, da quattro anni è a contratto con lamajor CBS e i suoi ultimi dischi (lnnocent, 1985; Brooklyn, 1987) sembrano avere ormai poco da dire; la canzonelta prevale sul resto, ma la dance o il rap che Gordonpropone non hanno il coraggio di esserlo fino infondo; o meglio, musicafacile emusica colta sembrano essere tornate ai loro posti, di nuovo separate, solo fisicamente contigue sui solchi del vinile. Solamente in un paio di brani, quelli veramente splendidi, Romance e Blue Duke, come per incanto riappare la compresenza di leggerezza e tensione, l' ejJeltostraniantedeivecchi tempi (egli è fondamentale la vicinanza del grande Tyranny ). Dal vivo il discorso è ancora diverso: pur senza l'urgenza degli anni Settanta, ascoltare la LOLO in concerto (l'ultima volta in llalia nel/' 86) è sempre un gran piacere, e anche il quartelto con cui Gordon si è presentato a Milano infebbraio nel corso di una breve tournée 70 a curadi GiacomoBore/la Peter Gordon (foto di Paula Court). italiana, l'ha visto proporre una musica nient' affatto scontata, rimessa con i piedi per terra dalla strana formazione "da camera" semiacusticasax-trombone-chilarra-batteria. Eccetto alcuni ·brani, composti con mano un po' pesante, la musica ritrova unafreschezza a eui il sassofonista newyorkeseci aveva disabituati, e da essa traspaiono chiaramente alcuni suoi nuovi interessi. Dice Gordon: Negli ultimi anni sono molto interessato a certe radici europee della musica, sto un po' riesaminando la musica acustica, soprattutto est-europea e balcanica; mi interessano molto anche teatralmente, non nel senso di ballare sul palco (che può essere una cosa teatrale), ma nel senso del 'dramma', nel senso della capacità, che queste musiche hanno, di evocare drammi o storie. Poi mi piacciono molto altre cose più nuove come il rai o certa musica nord-africana; accanto a queste ho riscoperto i miei vecchi . amori, Ellington e Stravinsky, e li sto riascoltandò e ripensando molto. Sono passali dodici anni dalla nascita della Lovely Music, con il suo primo disco Star Jaws; che cosa è successo in questo tempo, come è cambiata la musica? "I cambiamenti sono spesso ciclici .. certamente in dodici anni ce ne sono stati molti, mi sembra che la mia musica sia diventata più organica, forse più complessa. Come compositore in dodici anni penso di aver imparato molto circa la musica e il lavorare con molte cose, e anche circa la vita; le esperienze con la gente, iviaggi, i luoglù incidono sempre sulla musica, e oggi io naturalmente, ho più esperienza. Così oggi la mia musica mi sembra migliore, per i miei gusti, e trovo che sto andando verso quella che non chiamerei tanto musica classica, quanto piuttosto musica di composizione (composerly music). Ma trovo che i semi che erano presenti in Star J aws sono cresciuti e continuano a dare i loro frutti. La Lovely M usic esiste ancora? La Lovely Music è due cose contemporaneamente. Nel senso più letterale è un'etichetta discografica indipendente fondata da Mimi Johnson nel '77 per dare possibilità di diffusione al lavoro di alcuni compositori, una sorta di etichetta per compositori, al contrario di altre che pubblicano solo lavori di artisti di sicuro successo o appartenenti a un genere ben delimitato. Ma penso che tu intendessi la Lovely Music come stile. Beh, entrambe continuano. Un musicista generalmente pensa di se stesso di essere stato unico, non di essere stato parte di una tendenza più ampia. In questo io mi sento diverso: fa::cio parte di un "gruppo". Se volete usare il termine "Lovely" come un genere, io penso che continuerà: io sono qui e faccio musica. Lei si è sempre molto impegnato nella contaminazione fra musica e altre discipline artistiche come danza, teatro, video. Questo lavoro continua? Sì, questi lavorì con il teatro, la danza e le altre cose continuano e trovo che sia molto stimolante perché mi obbliga a fare della musica che altrimenti non mi sarei mai aspettato di fare. Mi hanno parlato di una performance recente fatta con le pecore ... Beh, c'erano alcune p:i!coree capre e anche un asino già in The return of lhe rmimals, ma è soprattutto in The passion of the pc..ssion, un' altra performance chi, ho fatto con Kit Fitzgerald, che c'erano, oltre ai cinque musicisti, circa cinquecento pecore, ed è stato molto interessante riscontrare le stesse dinamiche, le stesse corrispondenze "telepatiche" che si instaurano fra i musicisti, una sorta di comunicazione senza parole: con certi suo!li gli animali cominciano a rumoreggiare. Gli animali, poi, che stavano fra il pubblico e i musicisti, creavano una certa atmosfora naturalistica ... è stato interessante. Questo è stato ne.11'85,mentre più recentemente, in The return of the native, che è un lavoro
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