Linea d'ombra - anno VII - n. 37 - aprile 1989

avoi basta vederci. Avanzino Laurito, Sabani, Salvi, Jovanotti.I quali ultimi due, si sa,.formano il sottogruppo dei giovani (o presunti tali, per immagine) che piacciono ai giovani, esca per il discotecaro rimasto a casa, con la mamma, a vedere che cosa dovrà sentire, e ballare, nei prossimi mesi. Oltre, al di là, al di fuori, c'è il mondo esterno (glisso sul contorno dijigli di, di comici e ospiti stranieri: condimenti, sorbetti, aperitivi, che ti rifanno la bocca, o te la guastano irreparabilmente: questione di gusti). Qui, nel mondo, vivono critici e pubblico. I primi, anche loro, hanno una parte fissa: capire e giudicare. Non si sa bene che cosa capiscono, perché nei loro articoli delle canzoni vere eprqprie si parla pochissimo: nessuno per esempio si chiede se quelle sono veramente canzoni (ammesso che si sappia che cosa è una canzone: ma far finta di saperlo ti rende prestigioso); nessuno, o quasi, è disposto a dire che .èimpossibile giudicare un solo pezzo, atomizzato, straniato, separato dal contesto di una personalità artistica che, comunque, resta fuori dal festival. Prendete ad esempio il buon Jannacci, e giudicatelo per la sola canzone, lacrimosa e furbetta, che ha presentato: pollice verso, ahimé, alla faccia di chi magari lo stima. Ma si deve stilare una graduatoria, e il critico la stila, più inflessibile d'una giuria. Poveretto, deve fare il suo mestiere: la canzone italiana, sapete, è quella roba lì, accontentiamoci che poi tanto il festival finisce, e tutti tornano a casa eguali a prima. E veniamo al pubblico. Intanto (l'ha detto brillantemente Michele Serra), il pubblico è proprio poco. Quaranta milioni non lo guardano il festival. Degli altri venti non saprei proprio che cosa penJovanotti e il denaro. sare. Tuuo sembrerebbe fatto per il loro, per il nostro divertimento. Ma poi - e lo dicono gli industriali del ramo - loro cd io i dischi venuti fuori da Sanremo non li compriamo o ne compriamo pochi. Anche noi, come i critici, se esprimiamo un giudizio, lo facciamo in base al già noto: Sanremo tutt'al più èun richiamo allanostra memoria di-eventuali- ascoltatori pregressi. Nel frattempo, distrattamente guardiamo, più che ascoltare, e forse ci divertiamo proprio come si divertono i critici, per il piacere un po' perverso di avere di fronte tanti scemi che cantano nel vuoto, che sillabano nel vuoto. "Essendo questa società/ dei delitti e delle pene/ siamo in catene/ di un'apparente libertà": così Rossana Casale in A che servono gli dei?, il brano che - musicalmente parlando - forse mi sentirei di salvare dallo sfaccio. Il testo è agghiacciante, e contrasta in modo genuinamente demenziale con i languori d'un canto jazzistico che intriga l'ascoltatore. Del resto, l' l!stutoSalvi ci ha detto in che senso devono essere intesi i "versi" dei parolieri italiani. Grugniti, ragli, muggiti, intenzionali o preterintenzionali: poco importa. Qualcuna afferma che la canzone si fonda, sempre e comunque, sulla parodia: la musica fa una cosa, le parole ne fanno un'altra; la poesia magari si infila in una melodia stucchevole, una bella linea melodica è riempita di zeppe verbali insopportabili. Solo che, almeno a Sanremo, tutto è parodia di tutto: non-cantanti che si mettono in scena come cantanti, dignitosi interpreti che regrediscono a guitti, giovani facce che vestono lerughedei propri padri, e anche un comico, che per caso dice una verità, di fatto mente un ruolo che solo altrove potrebbe svolgere. Appunto. • •l il+' ►'◄ tli i t1 U 1 San Geminiano e Associati Stagione Teatrale 1988/1989 ODIN TEATRET "Talabot" regia di Eugenio Barba coprodotto con il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera COMPAGNIA ROBLEDO/DELBONO "Morire di musica" regia di Pippo Delbo~o LENZ RIFRAZIONI Progetto Majakovskij. Tre studi su Vladimir Majakovskij "Pur vivendo sulla terra gli uomini sono barche" regia di Francesco Pilitto "La felicità non ha fine", regia di Bruno Stori "Passione", regia di Maria Federica Maestri TEATRI RIUNITI "La natura non indifferente" regia Antonio Neiwiller coprodotto con Teatri Riuniti SOCIETA' RAFFAELLO SANZIO "La discesa di Inanna" regia di Romeo Castellucci DRAMA TEATRI San Geminiano e Associati, Via San Geminiano 3, Modena Te!. 059/217689

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==