Linea d'ombra - anno VII - n. 37 - aprile 1989

LA FESTAO LA QUARESIMA MUSICA EDELETTRONICADA BRIANENO A JOVANOTTI... PeppoDel Conte Quanti sono quelli che fanno musica solo con il giradischi ·e quanti quelli che la fanno anche con qualche strumento? Capita a tutti, prima o poi, di soffermarsi su questo consolidato mistero dei nostri tempi. L'esercito dei consumatori di musica è enorme. Ma se si tratta di un piacere tanto diffuso, perché mai solo una percentuale molto bassa decide di saltare il fosso e di entrare in un rapporto attivo con il mondo dei suoni, imparando uno strumento anche a modesto livello dileuantesco? manipoli di guastatori pseudorjvoluzionari, ma un dubbio sottile che comincia a farsi strada nella testa di alcuni "irregolari" dalle origini oscure e dai comportamenti sospetti. Con ogni probabilità il primo ad usare il termine "not/musician" in un'intervista destinata a un pubblico di massa è stato Brian Eno, giovane guru elettronico che ha esordito nel '72 in una band inglese, iRoxy Music. In quella formazionec 'era già un leader naturale, il cantante Brian Ferry, e la posizione di Eno restaLe risposte al quesito possono essere molteplici ma una co- 1.-_-___ sa è certa: l'apprendimento della musica è lungo e noioso, richiede un estenuante periodo di dura applicazione e scarsissimo piacere. In molli si sono scervellati a cercare nuovi metodi didattici che rendessero più gradevole l'approccio, ma con scarsi risultati. Restano gli incancellabili nemici di sempre: la noia disperante del solfeggio, l'angosciosoincubodella"corretta posizione" delle mani, la desolazione dei primi suoni strappati alla silenziosa inerzia dello strumento. Imparareasuonareèdavvero impresa ardua e spesso umi1iante. E, se i primi sforzi non sono superiori alle attese, la gran maggioranza desiste. Nella storia privata di quasi tutti gli amanti passivi della musica c'è qualche vecchio trauma legalo ali' apprendimento. - __ __ __ _ va laterale per quanto non comune. In breve tempo Eno si metteva in proprio, deciso a percorrere una lunga strada di ricerche che si svilupperanno su diversi fronti (dal rock all'ambient music), ma si fonderanno comunque sul suo approccio singolarmente naif alla tecnologia elettronica. Proprio per tali ragioni probabilmente qualsiasi apparecchio per la registrazione incontra l'affello e la gratitudine di questa enorme folla di frustrati: l'uso dei registratori ha sempre regalato piccolissime illusioni, estoplasmi di un rapporto attivo a lungo sognato ma mai raggiunto. Poi, d'improvviso, negli anni Settanta, a circa un secolo di distanza dai primi esperimenti di Edison che avevano introdotto anche l'arte dei suoni nell'era della sua riproducibilità, il sogno ha cominciato a diventare realtà; o almeno, così sembrava...La musica ai non musicisti? Non è uno slogan protervo per Brian Ena Brian (Peter George St. John Le Baptiste De La Salle) Eno è nato il 15 maggio 1948 a Woodbridge, nel Susse'x, da una famiglia di antica origine francese. Ancora studente alla Winchester Art School si è occupato di musica d'avanguardia e di tecniche di registrazione. Sbarcato a Londra nel 1969, nel '71 è entrato nei Roxy Music partecipando ai primi due Lp del gruppo Roxy Music e For Your Pleasure. Nel '73 ha cominciato a incidere in proprio e due anni dopo ha sfondato una sua etichetta, la Obscure. Ha realizzato storiche collaborazioni con i chitarristi Robert Fripp e Phil Manzanera, e inoltre· con John Cale, David Bowie, Robert Wyatt, Nico e altri. Ha prodotto album dei gruppi famosi come Ultravox, Devo e Talking Hcads. Dal '78 con Ambient One - Musicfor Airports ha iniziato i suoi progetti di sperimentazione ambir.ntalc. Ha pubblicato due libri: Music for Noi Musicians e Oblique Stralegy Eno non si vergogna di ammettere i suoi limiti di non musicista: non si sente posseduto da alcun talento di virtuoso e anche in fatto di apparecchiature elettroniche non ha morbose curiosità ingegneristiche, non crede di essere interessato più di tanto allo sviluppo tecnico delle macchine. A queste chiede soltanto di aiutarlo a concretizzare le sue intuizioni creative. Non a caso ha compiuto studi artistici e ha sviluppato unagrande curiosità nella manipolazione dei linguaggi espressi vi. Perciò ama lavorare sulle strutture più semplici del linguaggio musicale (che lui stesso paragona alla quadrettatura del foglio di carta millimetrata) e sulle minime differenze che emergono dalla ripetizione di un motivo musicale (cambiano gli effetti psicologici nell'ascoltatore che riconosce uno schema già noto). Non c'è troppo da sorprendersi se la strada così· tracciata da Eno doveva portarlo ad affrontare il rapporto tra il prodotto musicale e l'ambiente di fruizione, cioè a traguardi nella sostanza non dissimili da quelli raggiunti da personalità che operavano nel settore "colto" come John Cage. Il fatto è che i con6 S

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