ciapiede, solo per amore del marito, chiedono: "Ma come ha potuto?". Come ha potuto chis•sà. I concorrenti in genere sono più furbi degli inquisitori, tutti spiazzati dalla perversità dei racconti, in preda alla curiosità famelica, senza la libertà di darla a vedere. Con la fantasia, che traduce in immagini colorate le parole e le confessioni, sembra d'essere al cinema, cinema un po' ba~so, per esibizionisti. Ma, anche in questo caso, non si sa da che parte stiano gli esibizionisti, di qua o di là dello schermo. La Rete e la Sampò si giustificano: loro come sempre sono critici, vogliono educare. Anche Augias vuole educare. li suo "Tele-. fono giallo" è forse il maggior risultato di Raitr!!.Dovrebbe bastar questo a metterlo in sospetto, ma non è il caso. E si difende. Andare a fondo, svelare i misteri. E i suoi telefonisti mitomani? Sono tutti dichiarati e verificati. La popolarità e il successo di un caso dipendono da quanto è torbido. Viaggiando tramorti ammazzati misteriosamente, assassini, droga, tradimenti, rapporti a tre, un filo possibilmente di omosessualità, Augias dà il meglio di se stesso. Severo, immobile, inflessibile sembra il mio professore di liceo prima del Sessantotto, inaffondabile come lui. Solitamente succinto e misurato, come tutti i cattedratici dell 'ancien régi- .meprecipitanella logorrea più smisurata quando si tratta di affermare l'autorità e di somministrare punizioni. Così soli~amente impiega dieci minuti per interrompere e invitare alla concisione un avvocato o un testimone che parlano da due. Quando Augias mira in alto, "Telefono giallo", s'inabissa. Finché cioè l'oggetto di tante investigazioni e di tante denunce è il "mostro" di Firenze tutto va bene. Se si comincia a indagare sulBanco Ambrosiano e su Sindona si naviga nell'aria fritta. In un caso e nell'altro non si scopre comunque mai nulla, ma il mistero irrisolto è funzionale alla spettacolarità del "mostro", accresce angosce, paure, tremori. Superconduttori Tv: Enza Sarnpò !Agenzia Giornalistico Italia), Corrodo Augios (AGI), Andrea Barbato !foto di Sandro Onolri/ ADN Kronos), Piero Chiornbrelli !Arch. RAI). ■ ll•l'llJl•l: ■ W Anzi si può dire che il divertimento·sta tutto nel mistero e'la trasmissione opera un progressivo infittirsi del mistero. Net casi di Sindona, di Calvi siamo arcistufi di misteri. Anzi paradossalmente il mistero lo abbiamo già sveÌato per conto nostro e abbiamo già individuato nei loro tratti generali, politici, i colpevoli. Solo loro, alla tv, si ost;nano a ignorarlo. Più furbo che intelligente mi sembra invece Piero Chiambretti. Ma può essere la stessa cosa. Anche lui è nella linea "televisione= finestra aperta sul mondo". Le porte le apre al grido "è qui la festa". No, forse mi sbaglio. O for-.. se no. Chiaml:,retti è un Jovanotti del pensiero ridente. Entra senza bussare, mostra porcellane, doppi vetri, d~ppi specchi, cassettoni e centrini, belle casalinghe. Gli capita anche un vecchio fascista con i ~uoicimeli, busti, croci, bandiere, fotografiè, reputi mortuari. Il fascista è convinto e non è pentito e neanche intimidito. Fa la sua propaganda. E sarebbe stupido lui a non approfittarne. D'altra parte l'anticonformismo senz'aprincipi ma di belle maniere corre di questi rischi (come vedremo anche in seguito). ' L'ultima novità per amor di gente e di inchiesta sono state le camere da letto. Ma per essere diversi non hanno scelto camere da letto normali. Le hanno volute speciali, a tre, a quattro, a cinque, non so, bisex, omosex, secondo annunci da "Secondamano" e da "Playmen". Il problema mi sembra inesistente. Perché proporlo non so. Forse per trovarsi su una linea smodata, mentre imperversano Donat Cattin, Formigoni e le minacce. da Aids. Questa però non è tv popolare. È tv che si vuole distinguere, con l'atteggiamento affan° n_atodi chi, deboluccio e marginale, cerca a tutti i costi il suo angolo di paradiso. Nell'audience. Enella distinzione trova una licenza per tutto, approfittando di certe aree culturali che si sono ormai ridotte a un ponentino da godere in terrazza. Il consenso, si sa, è un venticello. Basta una parola: "è intelligente, è diverso". La voce gira, si conferma, diventa una moda, uno status. Nessuno mai si sognerebbe di alzare un velo e di buttare là qualche osservazionediff!)rme. I processi se mai se li fanno da soli, in casa, come succede a "Fluff',.ultimonatoper Andrea Barbato. CapÌta anche che l'intelligenza ci sia sul serio, come, ricordo, nel caso di un documentario sullo Zen, il quartiere di Palermo. Lì si apriva una finestra, masi aveva il coraggio di guardarci dentro, senza rimanere affacciati davanti al passeggio nel corso, giusto per vedere come si veste quella o con chi si accompagna quell'altra. Invece mi pare che non tutto ma alcune cose di Raitre equivalgano al teatrino del corso: senza· costrutto, senza una denuncia, senza una idea in fondo. Registratori. Ma neppure obiettivi, registratori invece un po' maligni e perfidi, troppo seri per far finta di non sapere che la gente fa spettacolo, meglio se, come in quel vecchio film con Manfredi, sporca, brutta e cattiva. Poi ci sono le varianti: la Sampò ci fa piangere, Chiambretti ci fa ridere. Preferisco mille volte Chiambretti che fa ridere, anche se gli ho dato qualche volta del razzista. Ma almeno lui c'è sempre da sperare che si corregga e che qualche _cosàd'altro arrivi. Per ridere naturalmente. Perché la tv la si guarda per divertimento, oltre che per capire e sapere. Chi progetta un programma credo che si ponga il problema dei fini e dei destinatari, soprattutto se vuole .essere intelligente e popolare. Altrimenti, andando all'ingrosso, senza responsabilità, solo per stare nel mercato dell'ascolto, può risultare rilassante ma rischia il populismo, le lacrime e l'inutilità, anche se finge di mostrarmi chissà quale pezzo di verità. Invece strizzo tutti e due gli occhi e non vedo niente. "Và pensiero" resta il clou domenicale di Raitre. E la dice lunga, quasi per un' autocritica totalizzante. Potrebhe essere l'inno degli intelligenti effimeri. Barbato e Beha sono bravi a veleggiare lungo quel rigo lieve che esclude sentimenti e questioni forti, che sembra costruito di buon gusto, buone battute, discreta conversazione, discreti sorrisi. Perfino il tifo è discreto, meglio se recitato dall'intellettuale sottilè e dal politico, in uno studio che nella sct:- nografia rivela l'animo di un salotto dì buon.i amici. Anche Fini, il segretario del Msi, può trovare il suo posto per raccontare i gol del Bologna. Lo spettatore assiste ali 'intrattenimento (intelligente) degli altri, pluralisti, intelligenti, tutti a loro agio, in poltrona, in un altro mondo. 63
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