essere in una posizione diversa. Anche se ci sono stati anni in cui ho tecnicamente vissuto in povertà, il fatto di essere bianco, maschio e di classe media mi mette automaticamente in una situazione privilegiata. Parlando molto in generale, grazie a questi tre requisiti, anche se non si ha potere, in America si appartiene alla classe dirigente o si corrono ben pochi rischi di essere sbattuti sul- · la'strada. Io comunque sento molte più affinità con le donne, con chi non ha potere, mi sento un po' come loro. Nella vostracompagniaperò si è in qualche modo riprodotta lasolitagerarchiao, se vogliamolaconsuetadivisionedeiruoli sessuali:alcuni degli uomini (Dafoe,Spalding Gray)sono diventati pagatissimi attori cinematograficiche usano il denaro per mantenere il gruppo, mentre nessunadelle donne hafatto la stessascelta.Non è un po' lastessastoriad,ellafamigliatradizio- . nale: gli uominifuori a guadagnaree ledonne a casaa tenerein piedi il nucleofamiliare? E.L. No, perché in realtà qualunque altra persona del gruppo sarebbe in grado di fare quello che stanno facendo Willem e Spalding. Se non lo hanno fatto è perché avevano altri desideri. Le donne nella nostra compagnia sono il centro e svolgono moltissimi ruoli. È vero che per continuare la nostra attività, che non ci mantiene e che come tutto il teatro sta diventando una forma sempre più arcaica e non commerciabile di lavoro artistico, abbiamo · bisogno di soldi da fuori, ma chi controlla la compagnia siamo noi. E la metafora della famiglia non funziona, perché quello che ci tiene insieme è il fatto che facciamo arte. Naturalmente mi indigna che le donne non guadagnino per quello che fanno, ma penso che il nostro sia un compromesso accettabile. Se devo essere sincera, io per esempio credo di essere un genio e di non avere il riconoscimento che mi spetterebbe. Inoltre sono convinta che se i nostri uomini funzionassero così bene nel lavoro che fanno fuori sia per via di questo favoloso lavoro che facciamo qui e che loro, a intervalli, devono abbandonare. E per loro è doloroso. Nel periodo in cui girava il film di Scorsese e noi preparavamo La tentazionedi Sant'Antonio in collaborazione con Peter Sellers, Willcm veniva a vedere le nostre prove e era come se, dentro, piangesse. W.D. Nel lavoro teatrale si arriva a una dinamica naturale e si partecipa a un processo. Nel cinema è tutto più mediato. Quando giro un film non posso neppure preoccuparmi di cosa succede. Tutto quello che posso fare è usare al massimo la mia energia e sperare che non venga distrutta in fase di montaggio: Perché qualsiasi momento, qualsiasi gesto ha una sua origine e, nonostante i giochi di mano che avvengono durante la postproduzione, qualcosa dovrebbe comunque sopravvivere. In teatro la relazione è più strettaec'è questa lotta tra ciò che sai fare e quello che non ti riesce. Una tensione violenta che mantiene interesse al lavoro.Una delle genialità di Liz regista è di saper guardare con occhio limpido, senza sentimentàlità e senza sconfinamenti affettivi. Non ho conosciuto nessun altro capace come lei di buttarmi a terra così spesso. E come se mi sapesse tenere sempre un pochino fuori equilibrio, cosa che come persona odio, perché mi obbliga a non sentirmi sempre forte come vorrei, ma che almeno intellettualmente riconosco come il metodo migliore di farmi lavorare. Con lei è impossibile cadere nel virtuosismo e il virtuosismo comincia esattamente nel punto in cui la performance diventa impenetrabile e muore. Comefunziona WillemDafoeattoree comeentraneisuoipersonaggi? E.L. Willem è un attore che lavora da un qualche genere di luogo fisico. Riesce a trovare con chiarezza dove si trova, fisica60 In alto: Willem Dofoe in Rou/e 179; in bosso RonVowter e Dofoe in North Atlonlic (foto di Noncy Compbell). mente, sulla scena. Dopo non gli resta altro da fare. È tutto lì. Non gli occorre nessun tipo di preparazione emotiva. Almeno per quello che io posso vedere. Se lo fa, io non lo so. Avviene in segreto. C'è poi un'altra cosa: non gli piace mostrare la sua personalità. Non è come Jack Nicholson, è piuttosto come un vaso, gli piace essere riempito e mantenere distanza tra quello che sente e quello che sembra. Più che a un attore mi fa pensare a un cantante o a un danzatore. La sua è una presenza grande e la sua faccia può essere molto chiara. Cose molto semplici, che un altro potrebbe dire senza riuscire a renderle credibili, diventano, dette da lui, estremamente chiare e vere, perché non le colorisce con il suo senso dcli' ironia a meno che il regista non glielo chieda esplicitamente. La sua è una presenza molto grande, troppo grande per gli eroi del nostro tempo. Ecco perché credo gli sia stato così naturale entrare nella parte affidatagli da Scorsese: Quel ruolo aveva la sua dimensione, W.D. Di solito preferisco non sapere niente:di un film, fino a che non si comincia a girare. Lasciare a altri la responsabilità mi permette di non congelarmi come attore. Ho bisogno di essere totalmente irresponsabile. Potermi vedere come uno strumento, in uno stato di disponibilità passiva, mi permette di dare più libertà ai miei impulsi e di andare in profondità. Non essere coinvolti sul piano razionale e della coscienza libera energie che servono alla costruzione del personaggio. Di solito, anche se ogni volta è un po' diverso, io cerco di capire nel modo più freddo e tecnico che mi sia possibile quali sono le cose che il personaggio fa. Poi valuto quali possono essere le mie reazioni a queste cose. Per dir-
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