ANTOLOGIA Il linguaggiodei politici George Orwell La maggior parte della gente che si preoccupa di questo problema ammette che il linguaggio si trova in uno stato deplorevole, ma in genere dà per scontato che non si possa rimediare a questo fatto. Si dice che la nostra civiltà è in declino e che la nostra lingua seguirà inevitabilmente lo stesso destino. Ne consegue che qualsiasi lotta contro l'abuso della lingua è un arcaismo sentimentale, quasi come preferire le candele alla luce elettrica o la carrozzella all'aeroplano. All'origine di questa idea c'è • una quasi inconsapevole visione della lingua come prodotto naturale, e non come strumento creato per i nostri scopi. È chiaro che all'origine della decadenza del linguaggio vi sono cause politiche ed economiche, e che il fenomeno non è dovuto solo alla cattiva influenza di questo o quello scrittore. Ma un effetto può diventare a sua volta causa, rafforzando la causa iniziale e producendo lo stesso effetto in forma accentuata, e così via. Un uomo può darsi al bere perché si sente un fallito e poi diventare ancor più un fallito perché si è dato al bere. Due sono i difetti fondamentali della cattiva prosa. Il primo è la presenza di immagini consunte. L'altro è la mancanza di precisione. L•autore ha un'idea ma non riesce ad esprimerla, o per sbaglio ne esprime un'altra; o ancora è quasi del tutto indifferente al fatto che le sue parole abbiano un significato oppure no. Questa mistione del generico con la semplice incompetenza è la più evidente caratteristica della prosa moderna, e soprattutto del linguaggio politico. Non appena vengono sollevati certi temi, il concreto si scioglie nell'astratto, e nessuno sembra più capace di pensare con espressioni che non siano delle più consunte. Lo scrivere consiste sempre meno nella scelta di parole per il loro significato, e sempre più in frasi incollate assieme come parti di un edificio prefabbricato. Elenco qui, con alcune mie osservazioni, alcuni dei trucchi utilizzati per alleggerire la fatica di scrivere periodi in prosa: Metafore "morte". Una metafora di recente creazione è di aiuto alla mente perché evoca un'immagine visiva, mentre una metafora che ·è tecnicamente "morta" (per esempio decisione ferrea) è in pratica tornata ad essere una parola normale e può essere normalmente utilizzata senza perdere di vivacità. Ma tra queste due classi di metafore si trova un enorme deposito di metafore consunte che hanno perso qualsiasi efficacia evocativa e che sono utilizzate •solo perché risparmiano alla gente la fatica di f' Disegno di Andrea Rauch. doversi creare delle frasi per conto proprio. Esempi di questo fenomeno sono: letto di Procuste, canto del cignò, tallone di Achille, l' anello più debole, ali' ordine del giorrw, pescare nel torbido, portare acqua al proprio mulirw,f are il gioco di, stare al fianco di. La maggior parte di queste espressioni è utilizzata senza che se ne conosca il significato (chi era Procuste, ad esempio?), e spesso vengono mescolate assieme a metafore incompatibili fra loro; un chiaro segno dell'indifferenza dell'autore per quel che sta dicendo. Alcune metafore ora in circolazione hanno completamente rovesciato il loro significato originario senza che chi poi ne fa uso se ne renda conto. Operatori e protesi verbali. Questi ci risparmiano la fatica di scegliere i verbi e i sostantivi necessari, e allo stesso tempo imbottiscono ogni frase con nuove sillabe che danno loro una parvenza di simmetria. Tipici esempi sono:f arsi carico di, rendere irwperanle, militare contro, enlrare in contatto con, essere soggetti a, dare origine a, dare adito a, avere l'effetto di, giocare un ruolo in, si fa senlire, prendere effetto, manifestare una tendenza à, servire lo scopo di, portare avanli.il discorso, ecc. L'elemento comune è la soppressione dei IL CONTESTO verbi semplici. Anziché essere una sola parola, come rompere, fermare, rovinare, riparare, uccidere, il verbo diventa una frase, composta da un sostantivo o un aggettivo agganciato a un qualche verbo di utilizzabilità generale, come rivelare, servire, giocare, rendere. In aggiunta a ciò, la forma passiva viene utilizzata in preferenza a quella attiva, e viene preferita la costruzione con un sostantivo anziché con ungerundio (per mezzo di un esame anziché esaminando). La quantità di radici verbali è ulteriormente ridotta per mezzo dei suffissi e prefissi -izzare e de-, e affermazioni banali ottengono una parvenza di profondità per mezzo della doppia negazione (non atipico). Semplici congiunzioni e preposizioni sono rimpiazzate da frasi come in relazione a, in rapporto a, ilfatto che, per mezzo di, in vista di, negli inleressi di, nell'ipotesi di; e le altre parti del periodo sono preservate dall' anliclimax con luoghi comuni come fortemente auspicabile, rwn può non essere preso in considerazione, sviluppi previsti nel prossimo futuro, meritevole di seria considerazione, portato a una conclusione soddisfacente, e così via dicendo. Espressioni pretenziose. Parole come sussunzione, alienazione, aggregazione, oggettivazione, articolazione, duplice carattere, appropriazione, complessivo, addizionali, connotazioni, gestazione, sono utilizzate per gonfiare una proposizione semplice e per dare un'aria di imparzialità a giudizi faziosi. Aggettivi come storico, epico, trionfale, secolare, indùnenticabile, inesorabile, internazionalistico, ecc., sono utilizzati per dare una dignità a squallide vicende della politica internazionale. Parole ed espressioni straniere (come management, mix, skill, Weùanschauung, Gleichshatung, Bildung, ecc.) sono dirette a dimostrare la raffinatezza culturale di chi le usa. Eccetto che nel caso di abbreviazioni utili, non vi èalcunanecessitàrealedellecentinaiadiespressioni straniere ora ricorrenti nella nostra lingua. La fraseologia tipica degli scrittori comunisti (iena, boia, lacché, piccolo borghese, ecc.) consiste in gran parte di parole e frasi tradotte dal russo, dal tedesco e dal francese. Parole prive di significato. In un certo tipo di letteratura, soprattutto nella critica d'arte e nella critica letteraria, è normale incontrare lunghi passi quasi totalmente privi di significato. Parole come romanlico, valori pla$tici, umarw, sentimentali, vitalità naturale, così come sono utilizzate nella critica d •arte, sono propriamente prive di significato nel senso che non solo non indicano alcun oggetto riscontrabile, ma neanche il lettore si aspetta che lo facciano. Quando un critico scrive "La caratteristica fondamentale dell'opera di X è il suo esser vivo", mentre un altro scrive "L'aspetto più evidente dell'opera di X è il suo particolare essere morto", il lettore accetta questa come leggera divergenza di opinione. Se si fosse trattato di distinguere tra bianco e nero, anziché tra vivo e morto, il lettore si sarebbe accorto subito dcli' abuso del linguaggio. Molte parole politiche sono ora utilizzate in modo simile. La parola fascista non ha più alcun significato al di là divoler dire "qualcosa di non desiderabile". Le parole democrazia, socialismo, libertà, 3
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