FIGLIO DELTERZO MONDO UN GRANDEREGISTAFILIPPINO CONTRO EGOISMO E PATERNALISMODELL'OCCIDENTE Lino Brocka Quando la nozione di Terzo Mondo è emersa come nuovo polo politico e artistico, molti europei hanno preso a interessarsi a noi per puro gusto dell'esotismo. Del resto; i nostri film continuano a parlare di realtà sociali di cui in Occidente si avverte ormai sempre meno l'urgenza. Nulla mi irrita di più dei discorsi di certi produttori occidentali, che mi dicono: "Brocka, voglio aiutarla, dato che lei è un cineasta del Terzo mondo". A questo tipo di proposte la sola risposta possibile è: "Senta, sono un cineasta e basta. Se il mio progetto la interessa, lo finanzi. Altrimenti, addio senza rancore. Ma mi risparmi la sua condiscendenza". Del resto, il fatto d'essere conosciuto e apprezzato all'estero è un'arma a doppio taglio. Incontro spesso dei produttori filippini che mi dicono: "Lei è celebre in Franci che questo pubblico possa accettare: i codici della "serie B" americana, che posso magari stravolgere ma mai rifiutare di colpo. Il punto chiave è sempre lo stesso: cambiare i gusti del pubblico. A chi mi chiede: "Quando realizzerà finalmente il grande film filippino che tutti auendiamo con impazienza", non posso che replicare: "Mi parli.prima del grande pubblico filippino che lo vedrà: quali saranno le sue reazioni?". Fare un cinema più serio e più ambizioso non può che passare per la creazione graduale di un pubblico in grado di apprezzarlo. Non mi sento di prendere a male parole gli spettatori filippini perché prediligono i film d'azione hollywoodiani o hongkonghesi. Del resto, sono il primo ad andare a vedere Rocky e Rambo. E ho visto e amo i film di Watt cia e in Germania. Vuol dire che fa dei film alla Bergman. Chissà quanto sono noiosi!". Mi tocca sudare sette camicie per convincerli che sono un regista "commerciale". Il gusto degli spettatori filippini, imbottiti di sottoprodotti riciclali da Hollywood e Hong Kong, non è ancora abbastanza maturo per accettare un cinema "d'autore" che funzioni sullo straniamento, l'astrazione dei sentimenti ... Del resto, la nozione stessa di ''autore" andrebbe ridefinita sulla base delle nostre condizioni locali. Quando affronto un aspetto sociale o politico che mi appare determinante oggi per la mia gente, cerco sempre di iscriverlo in un contesto umano, utilizzando i codici dei generi più familiari al pubblico, di solito il melodramma o il poliziesco. I censori non sopportano lo stesso imiei film: "Lei fa vedere personaggi pazienti che a forza di sopportare finiscono per esplodere in un allo violento. Insinua dunque che un giorno il popolo filippino cesserà d'essere docile e si rivolterà!" e io di rimando: "Non H messaggi precostituiti. Racconto storie. E la morale della storia la dovete trarre da soli". I miei film sono parabole, con un protagonista che cerca di sfuggire alla miseria della sua condizione: ricorre alla violenza perché non ha alternative. Non faccio apologia della violenza, cerco di spiegarne le cause. Non ho mai voluto fare dei film troppo stilizzati e "intellettuali" perché sarebbe un lusso eccessivo in un paese che conta 58 milioni di abitanti, la stragrande maggioranza dei quali diseredati. Cerco di lavorare all'interno di codiDisney. 7 I registi che fanno film "da festival" Lino Brocko. Lino Ortiz Brocka è nato il 3 aprile 1940 a San José, nell'isola filippina di Nuevo Ecija. La madre è insegnante, il padre marinaio e pescatore. Attore e regista teatrale (Brocka è Lutt'ora direttore del Peta, il Philippine Educational Theatre Association), regista di numerosi serial televisivi, Brocka ha· esordito nel cinema nel 1970 con Wanted Perfect Mother. Da allora, con un ritmo che per i parametri occidentali ha dell'incredibile, ma che è perfettamente omologo al sistema produttivo filippino, al ritmo di tre e più film l'anno, Brocka ha saputo servirsi del mezzo cinematografico "per riconsiderare le condizioni di vita del suo popolo, i suoi valori e i suoi comportamenti, le differenti strutture della società così come le varie realtà dell' esperienza nazionale". E utilizzando spesso i generi più popolari ("noir", melodramma) Brocka ha saputo immettere elementi di grande novità (critica e soprattutto politica) nella tradizione cinematografica. Film principali: Cercasi madre perfetta (1970), Ca11iva stella (1971), Sei stato pesato e sei staio trovato leggero (I 974), Manila negli artigli della luce(l 974), lnsiang (1976), Giaguaro(I 979: questo e il precedente sono considerali i suoi capolavori), Angela Mar/cado (1980), Bona (I 980), La danzatrice (1981), Il mio paese (1984). 1 per il circuito dei festival occidentali sono una nuova specie di prostitute. Non capiscono che il punto è semmai, riuscire a guadagnarsi spazi distributivi ali' estero - con i film che realizziamo per noi e per il nostro pubblico, senza dover fare appello alla vostra pietà. Il problema di un "livello internazionale" a cui aspirare non può che essere un problema di miglioramento tecnico e tecnologico. Ben vengano i quattrini. 1 • dei produttori stranieri, se mi finanziano un mio progello senza cercare di impormi una produzione anglofona, con star straniere - volevano farmi girare la biografia di Benigno Aquino con AnLhonyQuinn come protagonista! Oltre ai produttori stranieri che mi vogliono "aiutare", mi si dice spesso che dovrei chiedere il sostegno di tale o tal'altra istituzione governativa europea. Cosa dovrei fare: andare a batter cassa da Jack Lang? Come può un regista filippino che vuole innanzi tutto fare film per la sua gente, in rapporto alla situazione di casa sua, aver tanto tempo da perdere correndo da un ministero francese all'altro? Quando sono venuto nel 1981 a Nantes, ebbi modo di presentare i problemi che noi cineasti filippini dovevamo affrontare. Oggi, nel 1988, tomo a Nantes e sento cosa mi raccontano i registi di Hong Kong, dell'India, dell'Egitto, della Turchia, dell'Africa. E mi rendo conto che i problemi sono sempre gli stessi. Nel 1981 sottolineavo i problemi principali per l'industria cinematografica filippina: le tasse, per47
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