Linea d'ombra - anno VII - n. 37 - aprile 1989

POESIA/TRAKL così che il multiforme suono della vita si va smorzando in me, sempre più lontano, e si infrange contro rivoltante desolazione. Lo spazio si restringe e inghiotte l'immagine rassicurante delle cose vicine. Si leva verso di me e già minaccia di avvolgermi. Via, mostro inesistente! Il rombo del mio sangue fa ancora parte del mondo, la terra mi sostiene e io rido di te. (si avvicinabarcollandoa/lafinestra e la spalanca) Ecco, spalanco le porte alla vita che si riversa mugghiando e mi avvinghia e mi ricopre vibrante - e io - sono suo! Inspiro il mondo, sono di nuovo mondo, sono armonia, riflesso di caldi colori - sono moto inesauribile - sono. (con un grido terribilecade sui gradini) POESIE 1912-14 *** Il silenzio dei trapassati ama l'antico giardino, La folle che in stanze azzurre ha abitato, Di sera appare muta figura alla finestra Ma lasciò cadere la cortina ingiallita - Lo scorrere delle perle di vetro ci ricordava l'infanzia, Di notte trovammo una nera luna nel bosco ' Nell'azzurrità di uno specchio vibra la dolce sonata Lunghi amplessi Scivola il suo sorriso sulla bocca del morente. *** L'azzurra notte è sorta lieve sulle nostre fronti. Piano si toccano le nostre mani putride Dolce sposa! Pallido divenne il nostro volto, perle di luna Si sfecero sul fondo verde dello stagno. Pietrificate guardiamo le nostre stelle. O evento di dolore! Colpevoli nel giardino si aggirano In amplesso selvaggio le ombre, E in ira immane pianta e animale su di loro cadde. Dolci armonie, quando su onde cristalline Attraversiamo la notte silenziosa Un angelo rosato esce dalle tombe degli amanti 40 *** O abitare il silenzio del giardino che imbruna, Quando gli occhi della sorella si schiusero al fratello arcuati e scuri La porpora delle loro bocche spezzate Si sfece nella frescura della sera. Ora che dilania i cuori. Settembre maturava la pera dorata. Dolcezza di incenso E la dalia arde sul vecchio steccato. Dimmi! Dove eravamo, quando su nera barca scivolavamo nella sera. Sopra passava la gru in volo. Le braccia raggelate Avvinghiavano nera parvenza, dentro correva sangue. E un umido azzurro alle nostre tempie. Poveri bambini. Intensa medita da occhi che sanno una schiatta oscura. Georg Trakl(orch. Otto MullerVerlog, Salzburg).

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