LA MORTE DI DON GIOVANNI , e altre poesie GeorgTrakl traduzione di Claudio Groff LA MORTE DI DON GIOVANNI Frammenti di una tragedia in 3 atti ( 1907) Prologo ... grandiosi sogni turriti ... ... volto dionisiaco, dove sembravano risorgere le gioie di un mondo divino da tenipo sprofondato. Un discendente dai prediletti degli dei, coloro che la vita benedice e libera. Ahimé! Dai tuoi occhi mi fissa impietrita la maschera vuota e dolente dell'esistenza terrena, dietro si appostano morte e torrida follia. ... destino che rimunera con pena ... Mediante oscuro atto, nel dissidio del tuo essere - Fin dalla nascita straniero a se stesso, destinato a soffrire Un vincitore sconfitto, dall'animo smarrito, su picchi raggelati incomprensibili agli uomini, un cacciatore che scaglia le frecce verso Dio. Atto Terzo - Una sala nel castello di Don Giovanni CATALINON (mormorandotra se'): Còs'è questo raschiare alla porta!' Continua pure! Io non mi muovo. - Sembra avere una pazienza d'animale che voglia strappare una risposta persino al silenzio - raschia, raschia! Ehi tu, fa' attenzione! Qui c'è l'inferno- ho detto inferno? Forse è anche l'ingresso del cielo. èhissà! FIORELLO: O delitto innominabile! CATALINON: Risparmiati la conclusione del discorso, conosco bene la storiella che ti sta a cuore. Taci, ho detto. FIORELLO: Taccio, taccio, uomo terribile. CATALINON: Se preferisci, te ne puoi anche andare! Sarebbe meglio per te - FIORELLO: Abbandonare il mio signore, io! Io rimango qui, anche se la paura mi uccide, e l'attesa di ciò che ancora deve accadere.(si siede) CATALINON (canterellando tra se'): Nei tuoi occhi spenti semino fiammelle lucenti Ti sottrarrò al buio della morte Né Dio né il diavolo impediranno questa sorte! FIORELLO: Che mostro! CATALINON (tende l'orecchio): Eccolo che si avvicina - arriva! La pigra parola invano tenta di afferrare l'inesprimibile, che solo in cupo silenzio (DonGiovanniapparesullaporta di destraattraverso laquale si vede il cadaveredi Donna Anna che giace su un divano in una sfiora i confini estremi del nostro spirito. Non fare tanto chiasso, eccomi, vengo ad aprire! (va alla porta e toglie il chiavistello) Entra, instancabile! Se sei un essere umano lascia il tuo linguaggio fuori dalla porta, così non te ne servirai per dire impertinenze. FIOREL,!-0 (entra tutto tremante) CATALINON: Me l'immaginavo! FIORELLO: Ci sei, per fortuna! La casa è vuota, i servi sono fuggiti gridando nella notte il fatto orrendo che qui si è compiuto in quest'ora. CATALINON: Taci, vecchio! stanza debolmente illuminata) · DoN GIOVANNI: Via, immagine spaventosa! Perché mi strappi dal mio giaciglio quando ancora abissale brivido di voluttà mi trema nel sangue e mi colma di visioni sovrumane. Via, via! Ceffo partorito da un fantasma lascivo~ guardarti mi ripugna - non vorrei farlo, eppure devo. E allora ti afferro, dannato spettro, feccia dei miei sensi ardenti, ti strangolo con queste mani, ti incenerisco con la vampa del mio respiro, tu, volto bestiale! Ah! Mi ondeggi ancora davanti e mi fissi da occhiaie gelide di morte in cui piange l'oscurità mai rischiarata da un raggio di luce. E colmi lo spazio di un silenzio che pallido e sepolcrale si insinua nel battito ribollente del mio cuore e come una serpe si attorce ali 'estasi ebbra dei miei sensi, 39
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