Linea d'ombra - anno VII - n. 37 - aprile 1989

IL CONRSTO CONFRONTI l'adolescenza negata di MohamedChoukri FabioGambaro Nello schema classico dell'iniziazione alla vita, il giovane, ad un certo punto dell'adolescenza, si allontana dal nucleo protettivo della famiglia, confrontandosi con le difficoltà dello sconosciuto mondo degli adulti. In tale mondo egli deve imparare a combattere e a sopravvivere, trasformando e arricchendo progressivamente la propria personalità: se riesce ad uscire vincitore da tale incontro/scontro, se cioè sopravvive alle insidie e alle trappole che incontra sul suo cammino, portando a compimento il suo procèsso di maturazione, l'adolescente supera allora la prova ed entra di diritto nel mondo degli adulti. Questo è lo schema classico di ogni iniziazione, che ad esempio si ritrova in tutti i rituali delle società primitive e, modificato nei termini ma non nella sostanza, anche nelle civiltà occidentali, come dimostra tutto il filone del romanzo di apprendistato. Ma cosa succede quando, per qualche ragione strutturale, i due termini del tragitto -la sicurezza del mondo familiare e l'insicurezza della realtà esterna - si confondono in un'unica desolante realtà, quando cioè l'universo della famiglia invece di essere protettivo diventa esso stesso minaccioso e violento e fin dall'infanzia il soggetto si trova catapultato in una realtà ostile, senza essere sufficientemente attrezzato ad affrontarla? Quella che dovrebbe essere una tappa fondamentale della vita di ciascun individuo rischia di diventare allora un' esperienza traumatica che, invece di arricchire la personalità dell'individuo, la segna profondamente, compromettendone lo sviluppo e privandola irreparabilmente cli quel momento irrinunciabile della vita che è l'innoceriza dell' infanzia. A grandi linee, questo è quello che succede al giovane protagonista del primo romanzo del marocchino Mohamed Choukri, Il pane nudo (fheoria, traduzione cli Mario Fortunato, pp.185, lire 20.000), alla fine del quale si legge questa amara riflessione: "Mio fratello era diventato un angelo, dunque. E io, mi chiedevo, sarei diventato un diavolo? Credo di sì. I bambini, quando muoiono, si trasformano in angeli. Gli adulti, in diavoli. E per me, ormai, era troppo tardi per sperare di diventare un angelo." Quella raccontata da Choukri è dunque la storia di un'infanzia negata che si apre sotto il segno dello scontro del protagonista con il pa- -dre, personaggio vile e violento che arriva persino ad uccidere il primo dei suoi figli sotto gli occhi degli altri famigliari. Una storia raccontata in prima persona dal protagonista costretto da subito a muoversi in un mondo dove non c'è spazio per gli affetti, dove tutto si risolve nella lotta spietata per la sopravvivenza, nel 18 9' ;:.' . 4-: +·,,,,. . ,- ~.~· ,,,,.. ,,. ,:,.· ~.: ;;,: ❖- q' q· ~- ~- ~- , 4-' ~ 4'. ·: . ,f# ~ //. ,,.. ,· ,,..,,,.,. #_ ~- . ~-,,. ,,:,· p-' ?',pi ,:;,· ~ 4" q·~ ~-9. ,p· 4-· ~ 4-- 4" ,? ,,p,' ~ ~ 4--· . ~ ,,. ;p· ~- . 4'' .p' 41"' #' . ·_,:;,· ~- ~- ~- . -1' &' ,pi &' :,, ,,,,.. &'~ combattimento continuo contro unmondo ostile di cui il padre è parte integrante, un mondo dove.ogni esperienza, anche quella dell' amicizia e della scoperta dell'altro sesso, avviene sempre in modo distorto e traumatico. Lungo le pagine del romanzo scorre.una vita fatta di vagabondaggi, di paura, di fatica, di odio e di illegalità; e la perdita dell'innocenza corrisponde ad un lungo percorso a contatto con gli strati più poveri e miserevoli della società marocchina dominata dalla fame e dalla miseria, dove diseredati, fuorilegge e prostitute lottano con accanimento per conquistarsi il diritto alla vita. Quello di Chouk:ri, così, vuole essere il resoconto di un'esistenza notturna che scandaglia il lato oscuro della vita, quello al di· là di leggi e convenzioni, che il protagonista, nel tentativo di ridare un qualche valore positivo alla sua triste esperienza, sente come il solo che possa appartenergli: "La notte era tutto quello che possedevo. Era il mio universo. La vita." Ma nella notte tutto è incerto, le domande restano senza risposta, il ·mondo sembra essere senza perché e la sua legge spietata e violenta diventa una necessità a cui bisogna adeguarsi, facendo appello alle proprie forze per non farsi sopraffare dalla disperazione. Di fronte a questo mondo ad una dimensione - quella della violenza, dell'odio e della paura - il protagonista-narratore non può fare altro che armarsi e combattere, rinunciando al tentativo di capire; per lui la vita va vissuta e basta, e fascino e orrore si confondono di fronte al bisogno di appagare i bisogni primari: "Troppe domande, troppo complicato.L'unica cosa che so è che la vita bisogna viverla." Triste morale che sembra emergere da questo romanzo-verità, che in gran parte ripercorre le esperienze reali dell'autore: un giovane rimasto analfabeta fino a vent'anni e che poi, per dar corpo alla sua narrazione, ha scelto un linguaggio scarno ed essenziale, che riprende· ampiamente i modi del parlato nei suoi tratti violenti e volgari, quasi a voler sottolineare linguisticamente l'universo di depravazione e di violenza in cui si muove il protagonista, che nella violenza linguisticasembraquasi trovare-unriscatto per le ingiustizie patite. Ma proprio attraverso i modi del racconto dell'io narrante, soprattutto in alcune pagine, emerge il rischio di un eccesso di maniera, di una volontaria forzatura dei toni "maledetti" della storia, che rivela il bisogno di stupire e provocare ricorrendo a moduli che ricordano da vicino quelli di Genet, autore, non a caso, a cui Choukri ha dedicato una monografia. Ma l'intento provocatorio non è piaciuto ai censori marocchini, i quali, quando il romanzo -in seguito al successo conosciuto in Francia e in Inghilterra - è stato finalmente pubblica- . to in Marocco, lo hanno fatto sequestrare dopo poche settimane: evidentemente non hanno apreì.zato l'immagine poco edificante del loro paese che si ricava dalla lettura del libro e che è assai lontana dai manifesti dell'ufficio del turis~o e dalle oleografie ufficiali; come pure non hanno tollerato cheChoukri abbia osato affrontare argomenti - il sesso e la prostituzione - ancora tabù per la cultura ufficiale dell '1slam. Insomma, un altro piccolo caso di intolleranza nei confronti della letteratura e della libertà di espressione. In basso: foto di Yvan Dalain (Sahara· 1962). in alto: disegno di Fabian G. Negrin;

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