IL CONTHTO esplosivo di Marinetti). Il grande successo arrivò tra la fine degli anni Venti e i primi anni Quaranta, in corrispondenza con il periodo del novecentismo e del "realismo magico". Messo in seguito lentamente da parte, Bontempelli è stato recuperato infine nell'ultimo decennio, ma riscoprendone in modo esclusivo il versante primo-novecentesco, evidentemente più somigliante alle moderne poetiche in senso lato neoavanguardistiche, fondate sulla permanente ironizzazione e dissacrazione degli artifici della scrittura. Sono state invece pressoché cancellate dalla pubblica memoria le prove comprese all'incirca fra il 1925 e il 1940, proprio quelle cioè della consacrazione critica (ad opera di nomi come Gargiulo, Dc Robertis, Cecchi, Contini, Debenedetti) e del successo di pubblico. Vanno perciò senz'altro annotate con piacere, fra le numerose ristampe bontempelliane che lo Studio Editoriale ha immesso nel suo catalogo, quelle di opere come Gente nel tempo (1937, e 1986 da SE, pp. 163,L. 20.000), e ora Il figlio di due madri (1929, poi da SE 1989, pp.146 L. 18.000), alle quali l'etichettadi "novecentiste" (diventata epiteto semi-insultante quasi come l'aggettivo "rondesco"), si avviava ad assegnare immeritato oblio. Il figlio di due madri, come del resto anche Gente nel tempo, si situa nella più rigorosa tradizione del racconto fantastico: siamo infatti di fronte ad eventi irriducibili alle normali leggi dell'esistenza, ma rispetto ai quali l'autore si astiene rigorosamente dal fornire spiegazioni di alcun tipo, ironizzando anzi sia sulle evidentemente insoddisfacenti ipotesi scientifiche, che su quelle religiose, soprannaturali, magiche, teosofiche che i personaggi si sforzano di dare. Il lettore è perciò costretto ad arrivare alla fine del libro in una situazione di inquietudine, o perlomeno di sospensione, senza aver ottenuto una chiave esplicativa: dei fatti narrati, ai quali peraltro Bontempelli dà una corposità e una Massimo Bonlempelli in una foto di Franco Anlonicelli. 10 nettezza di rappresentazione tali da escludere senz'altro un'interpretazione in chiave esclusivamente metaforica e simbolica. L'esattezza persino aritmetica, nozionistica di alcune determinazioni della storia è anzi uno dei tratti caratteristici del fantastico bontempelliano, come si può notare fin dal]' inizio: "Questo racconto strano[ ... ] Comincia verso l'una pomeridiana del giorno 7 di maggio del- !' anno 1900, ultimo del suo secolo: il qual giorno era lunedì". E già l'esattezza della scadenza secolare introduce il .sospetto, che però l'autore non fa niente per confermare o smentire, di una coincidenza astrale, di una simmetria cosmica. Ma restiamo ai fatti: il 7 di maggio, alle due del pomeriggio, si compie il settimo anno di vita per il protagonista della vicenda, Mario, bambino un po' represso, figlio di una famiglia dell'alta borghesia romana. Portato ai giardini per festeggiare, Mario resta come incantato in una macchia di pini, sotto il sole primaverile: la madre, Arianna, va affettuosamente a risvegliarlo, ma Mario non la riconosce, e chiede anzi di essere riportato a casa sua. Non si tratta però semplicemente di un' amnesia: il bambino mostra di ricordare perfettamente luoghi che non può aver mai visto, e vi conduce la madre sgomenta. Fra le molte coincidenze sorprendenti che Arianna si trova a verificare ce n'è una che finisce di confondere la povera donna: una foto del bimbo nell'altra casa in cui dice di aver abitato. Si scopre così che, nel momento esatto in cui Mario nasceva, moriva un altro bambino, dalle identiche fattezze e dal nome (pàlesemente anagrammatico) di Ramiro. Resurrezione? Reincarnazione? Arresto del tempo? Inutile cerciJTedi spiegare. Fatto sta che Mario-Ramiro ormai vive della sua precedente, misteriosa identità, e costringe anche a richiamare la sua precedente madre, Luciana, la quale, come se niente fosse, ritorna dal suo disperato ritiro a San Felice Circeo, per riprendersi il piccolo, cominciando una nuova, straordinaria vita a tre con l'altra mamma. Abbiamo citato la simmetria fondamentale del libro, ma tutto il testo è tramato di altre corrispondenze minori, che creano una fitta rete di richiami allo stesso tempo ésattissimi ed equivoci: se infatti il padre di Mario ha un cognome esotizzante, Parigi, quello di Ramiro, Giorgio, è senz'altro straniero, poiché è austriaco; se Luciana aveva promesso a Giorgio di suicidarsi, questi simmetricamente si uccide davvero; Ramiro così è senza padre, mentre la sua prima mamma, Luciana, non ha mai conosciuto la propria, è cioè senza madre, e il figlio, quasi per una forma di assurdo compenso, ne ha addirittura due; c'è un gatto di Mario come ce n'è uno di Ramiro, e il lettore non può fare a meno di supporli identici; Luciana e Ramiro si somigliano perfettamente nella gioia, mentre Arianna e Mario, uguali e contrari, si somigliano perfettamente nel pianto. E potremmo andare avanti per molto, in una vertigine di parallelismi che sono parte non piccola della densità di questo romanzo. Nel problema di un'identità indecifrabile e irrecuperabile c'è anche una tematica di sapore pirandelliano, ma resta marginàle, e comunque stravolta dalla violenta torsione verso il fantastico. Qualche volta, è vero, il lettore di oggi percepisce in Bontempelli delle sfumature linguistiche d'altri tempi, novecentiste ma anche dannunziane, e qua e là ci sono pure alcune piccole distrazioni, quasi sciatterie. Sono però pecche veniali in qna scrittura densissima, di quasi materiale intensità rappresentativa, cui non mi pare che il trascorrere degli anni abbia in sostanza tolto smalto. È anche vero poi che il fascino dello scrittore comasco risiede soprattutto nel meccanismo della trama, nella capacità paradossale di avvicinare grazie ali' ostentata artificiosità dei congegni narrativi: che sono metafore del cosmo proprio in virtù di un'assurdità direttamente proporzionale alla loro irrazionale esattezza, o se si preferisce alla loro razionalità al tempo stesso rigorosa e infondata, quasi insulsa. L'atmosfera che ne deriva, greve e traslucida insieme, costruisce un'angoscia cui è davvero difficile sfuggire, e in cui il sublime si mescola stranamente ad una radicale impossibilità d'immedesimazione patetica, ad un tragico senza lacrime, che allo stesso tempo paralizza ·e seduce. "Nessuna giornata" dice Bontempelli "è una giornata qualunque": dopo aver letto questo libro verrebbe quasi da credergli. -• • NOVITA' BENEDETTI I CHATEL / DI STEFANO/ FRA TI { SANDRONI { VERCESI Condizioni per vivere Nuovi Racconti Italiani/ 1 pp. 160 / Lire 20.000 G10v ANNI DE NOIA Mi piacerebbe conoscerlo. Racconti pp. 120 / Lire 16.000 La Società Editrice Apuana esamina le opere di autori nuovi o esordienti per l'inserimento nelle sue collane di romanzi e racconti. Si prega inviare direttamente il materiale in lettura presso gli uffici dell'Editrice. SOCIETA'EDITRICEAPUANAsrl · ViaArante,1/ 54033Carrara Tel.0585-70563 I Fax70564 DistribuzioneLICOSA
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