Linea d'ombra - anno VII - n. 36 - marzo 1989

IL CONTISTO remmo sapere esattamente quale praticare. Quella della cintura o quella del voto? Per non sbagliare, le abbiamo sperimentate tutt'e due. Ora, quella del voto limita un po' la nostra vita sessuale, alla quale teniamo molto, perché, come dice laRepubblica, "unorgasmoalgiorno leva il medico di tomo". Possiamo infatti praticarla solo con Don Gino, che non era un Casanova nemmeno a trent'anni figuriamoci adesso che ne ha sessanta. Quella della cintura, d'altra parte, sebbene meno restrittiva, dato che anche le altre famiglie con cui di solito giochiamo a Scambiarello il sabato sera hanno subito provveduto a munirsi del congegno, è molto scomoda, perché il fabbro del paese non ci sa fare con quel tipo di serratura, le chiavi funzionano male, e l'ultima volta abbiamo dovuto ricorrere alla fiamma ossidrica, che data la posizione è un bel rischio. Aspettiamo la Sua cortese rispostaentro breve tempo, caroMinistro, altrimenti saremo costretti a rivolgerci a Scalfari, che è l'unico oltre a Lei a darci piena fiducia. Nel frattempo, non creda che vogliamo adularLa se Le diciamo che nemmeno l 'Aids vien solo per nuocere, se ci permette di assaporare la limpideu.a della Sua prosa, come peraltro la peste di Milano, che diede modo al Manzoni di scrivere pagine indimenticabili. Concludiamo con la speranza che in tutte le altre famiglie d 'Italia chi conduce, al pari di noi, una vita affettiva e sessuale normale, esulti per questa Sua iniziativa, e si premuri di manifestarLe il proprio consenso e testimoniarLe la propria esperienza a stretto giro di posta. FilippinaFilippetti Disegno di Fablan Gonzalez Negrin. Frontiere vuote . GianfrancoBettin La droga, la strada, la legge. •I morti non è quel che di giorno in giorno va sprecato,ma quelle toppe d'inesistenza, calce o cenere prontea farsi movimentoe luce. VittorioSereni Unanottedi questogennaioil mioamicoMemee io, checon altri lavoriamoinungrµppodi interventosul"disagiosociale",ci siamosentitidisperaticome mai forseci era accaduto.Chiamiamo"disagio",conuneufemismo,ilcumulodi emarginazioni,povertà, ingiustizievecchiee nuove,derive,che segnanola vitasocialedellanostracomedi qualsiasialtracittàd'oggi, machespesso scompaiono,rimosse- come"topped'inesistenza" appunto. Si tratta di una "zona grigia", e a volte decisamentescura,della nostrasocietàal cuicentro,comeunchiodoconficcatopiù inprofondità, sta l'esperienza della droga. Sottolineiamospesso, nel nostrolavoro,il termine esperienza, cercandodi indicarelacomplessitàe l'articolazionedella condizionedel tossicodipendente, troppo spessoridotta invece ai suoi terminipiù ovvi, agli aspetti estremi: il rischiodi morte, la reclusione,la pericolositàsociale. Sappiamo,certo, che a questi aspetti è difficile sfuggire,ponendosi in modo centrale e quasi esclusivonel senso comunee nella comunerappresentazionedel problema. Zona grigia In quellanottedi iniziod'anno, comeaccadenellecanwni di Springsteen,Memeeioeravamofermiinautoaparlareeadascoltaremusica-a consolarcicon lamusica,inverità.Avevamoap- ■ pena saputoche un ragazw di vent'anni, che ben conoscevamo e che seguivamoda tempo, si era impiccatoquel giorno.Si trattava, nel girodi neanche tre settimane,del quartocaso di questo genere- di ciòche i giornalichiamanotragedieo morti"annunciate", per la sommadi elementi che le fanno presagire:un percorsodi disagio,di violenza, l'emarginazione,la droga, l'alcool, gli psicofarmaci,lo statodi abbandonoe di solitudine.Noi siamo convintichebisognaagiresull'insiemedi questacondizioneeche bisognafar emergeredall'interno,e daidintorni,di essa lostimolo, la volontà,le risorseper farvi fronte.Che soprattuttoa questo servonoanchegliaiutiesterni, i servizisociali,l'assistenza, lacatena di solidarietà,il volontariato,le istituzioni. Il nostro lavoro consisteperciòin prevalenzanel tentativodi costruiredei "ponti", dei "passaggi"tra il singolocasoe il serviziopreposto,tra la "strada" e l'istituzioneo il "reticolo"(gliamici, i parenti,le figure significative)in grado di fornireappoggi e vie d'uscita. Il percorsovero, poi, potrà essere solo di chi è direttamente coinvoltoe di chi vorrà davveropercorrerlo.Costruire"reti" di solidarietàe di disponibilitàattorno ai singoli "casi", offrireoccasioni concretee risorse, tracciaredelle piste individuali.Questo è ciòchechiamiamo"volontariato".Agire sul contestoin cui tali "casi" si producono,progettarestrutture,denunciarelimitie ritardi istituzionali:questa è invecel'altra faccia, inscindibile,la faccia politica,del nostrolavoro. È unadoppiafaccianecessaria, oggi, a chiunquesi occupi di questiproblemi. I servizi istituzionali e lecomunitàesistentiinItaliacoinvolgonosolo il 20percento dei tossicodipendenti.Tutti gli altri, 1'80 per cento, sono soli "sulla strada",nella "wna grigia" - o frontiera vuota, cioè ne-

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