spossato,la faticaera talmenteintensache il suopoverocorponon riuscivaa sopportarlaoltre, era dura esserecombattutida desideri contrastanti,mentre l'amaro del ricordo lentamentesale dallo stomacoverso la gola inesorabile.La lotta lentamentesi trasforma in sogno, la stanchezzal'ha snervata, sicuramentenon uccisa. Dolcemente,con una progressione lenta e insinuante,i ricordi cominciaronoa mettersi in ordine e le immaginidi molti anni prima venneroalla luce senza dolore: i lunghi giorni e le lunghe notti trascorsenellastanzadi suo cuginoa leggerecon ingordigia i libri che erano l'unico arredo della casa, e a studiarecon testardaggine per evitare il seviziomilitare.Sono ricordi che portano pacenell'anima: i discorsi, gli scherzi,la passioneper il futuro,il piacere di esserci in due riempivano le giornate di fantasiae di gioiadi vivere;ripensòalla dolcespontaneitàdi suo cuginoquando esponeva le sueaspirazioniquasimai realizzate, senzariuscire ad assaporarenemmenoper un attimo l'atmosf~ra incredibile che li circondavain ogni momento. Senù una fitta allo stomaco, un qualcosadi grossoche si agitava. Che fare?Ripensareai preparativi della partenza, alla noia di un lavoroche definiva"inutile, tra gente inutile, insopportabile", lo agitò ancora di più·.Si guardò intorno: la sua camera era diventataenorme, gli sembrava di essere diventatoqualcosa di minuscolo,dimenticato,come se non ci fosse nullapiù piccolo di lui. In questomomentonon c'è nienteche possaaiutarloa uscire da questo statodi prostrazioneche diventasemprepiù profondo. L'unica soluzioneè continuarea sprofondareper poi tentaredi risollevarsi dal fondo. Si decise ad aprire la lettera: "Signor Dia, primadi tutto, il tuo ultimo invitomi riempiedi gioia.Come sarebbea dire, visitarel'Italia per la sua ricchezzaartistica? A che mi servirebbe,se non ho, come te, il permessodi soggiorno e quindi la possibilità di studiare? Vuoi unire il mio destino al tuo in modo da poter dire che in compagnia si è felici!! Come faia direchetuttoèa posto,segli studinon vannoavanti? Vorresti realizzartifacendo l'amore con una puttanao con un frocioche ti ricorderebbecon nostalgiail mancatoamorecol figlio dell'infermiera del quale eri follementeinnamorato? Aspetti forseunaiutoda quel tirchiodi Yusif?Stai sognando? Tu e Yusif siete una faccia della stessamedaglia. Dimmi, figlio di Khiara, sei partito per l'Italia senza documenti, non potevocredere a quello che leggevo:ma tu sei l'asino della favola, un dinosauroestinto, o stai per estinguerti? Quindi, che cosa è tutto a posto? I froci? Non so chi di noi due siadiventatoil personaggiodella Metamorfosi di Kafka,Grigori (?)che è diventatounoscarafaggio,io, tu o entrambi?E l'ultima è la più giusta. La realtà, Dia, è che il giornale del Golfoè conservatore.Ho pubblicatodue raccontie una poesia. Figurati, io che scrivo poesia d'avanguardia come scriveva Abud al-Karki che fu cacciato via con il suo giornale. Quandogli diedi il mio terzo racconto,ebbi una discussionecon il poeta Almagot (?) che non volle pubblicarloper oscenità. In realtàilproblemaerasolo labrevedescrizionedellagambadi una puttana. Vedi a che livello siamo! La scusa, naturalmente,è che STORIE/STIPHAN siamoinunpaeseislamico. La miasituazioneè moltobrutta,sempre la stessa: ogni giorno vado da casa al giornale. Vorrei farti visita ma temo di perder metà di quello che posseggo. Non ho ancora trovato la medicinaper la mia solitudine: le donne qui sonorare più dei diamanti,più avare di Kafurverso il Mutanabbi (che ricevette solo dieci dinari). Ci credi se ti dico che tutto quello che ho ora sono settecentodinari? E per di più guadagnati in quattro anni lunghi come la guerra. Ti ho spedito trecento dollari per non farti mandar via. Mi devi dire che cosa piace alle donne di Roma, oro, profumi,vestiti o cosmetici? Ricordati di parlarmidi sesso e di altre cose. Copyright Thea Laitef 1982. NON VOGLIO MORIRE IN SILENZIO Martin Stephan TuoAmin" Mi chiamoKlaraWessei, compiròsettant'anni a ottobre.Ho avuto tre figli, i padri erano tipografi, cioè, i padri di due di loro, l'ultimo figlio,Erich, l'ho avuto da unaiuto tipografo,cosìalmeno stava scritto sul suo libretto di lavoro, mentre, in realtà, avrebbe potuto bagnare il naso a qualunque tipografo provetto. Beh, è passato ormai tanto tempo... Certochesonopensionata,hoquasisettant'anni.Cosafaccio? Lavoronella tipografia.Sì,con le rotative.Da cinquant'anni.No, non smetto mica. Sono ancora in gamba. Potrei raccontarledi com'ero bella, prima, allora avevo tutto a posto e non era certo troppopoco. I tipografierano pazzi di me,beh, l'ho anchepagatacara: tre figli,ioda solae a quei tempi... Oggi sembrounvecchio, colpa anchedi queste tute, ho sempresudei pantalont epoi tutto quello sporco nel reparto delle rotative, quei pezzettini di carta piccolipiccoli,ah, non può saperlo,è impossibiledadescrivere. A volte, nel turno di notte, quandoporto i pacchi di giornali dall'impacchettatricefino alla rampa,gli addetti all'imballaggio si divertonoa chiamarmi:Klara, vengaqui! Ma nonsonocattivi, quei ragazzi, potrebbero essere miei nipoti... Faccio quindi sempreil turnodi notte. È bello di notte nelreparto delle rotative, in estate, poi, con le finestre aperte, e a giugno fioriscono i ciliegi nel cortile, e sotto gli alberi ci sonodue panchine, dove si siedono sempregli autisti delle vetture'postali che aspettanodi caricare i nostri giornali, loro fumano, chiacchierano,e ogni tantouno di lorobutta la testa all'indietro e ride. Ma i rumori e le risate non riesco a sentirli, le rotative fanno un talbaccanoche,quandospengonolemacchine, il silenziosembraessererumoroso.Seci si puòabituareal frastuono?Certamente. A me il silenziofa paura. Quandospengono le macchine,nel turno di n~tte verso le quattro e mezzo, mi sembra che il cuore si fermi e, di nascosto, mi tocco il petto per sentire i battiti. Sì, di salute stò bene. Una volta andai a fare le cure. Per un mese le mie mani erano pulitissime,me le dovevo sempreguardare, non sembravanoneanche più le mie. Deve sapere che noi 75
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