Linea d'ombra - anno VII - n. 36 - marzo 1989

gatotuttoconmoltapazienza Dativo,accusativoe tuttaquellaroba; mi ha semprecorretto. lo l'ho aiutata un po' in matematica. In matematica ero bravo, ma appunto solo in matematica. Poi Ibrahim, il miomiglioreamico, mi ha detto: "Quella vuolequalcosa da te. Fatti avanti. Lo hanno detto anchegli altri ti ha messo gli occhi addosso.Non essere sciocco,nonperdere questaoccasione.Nonneavraiun'altra tantopresto".Cosìho fatto.Manon subito,ci è volutodel tempo.Dopo la scuolaandavo spesso apasseggio con lei. La accompagnavoa casa. Infine glielo ho detto. Katja- ho detto- mi piaci molto:Lei ha sorrisoe ha dettoanche tumipiaci,Zafer.Hadettopropriocosì,Zaferanchetumipiaci, ma nonè possibile.Perché- hodetto io- perchénonè possibile?Perchéè inutile- ha detto lei- nonpossiamofarcelainsieme. Perché,perché no, tu mi piaci, io ti piaccio, lo hai appena detto.Non c'è futuro per noi, viviamoinduemondi diversi. Inoltre miopadreècontrario.Si trovanosuquesto,anche il mioècontrario.Vedi, te lodicevo,così nonpuò funzionare.Manonimporta non devonosaperlo.Credi, non ho vogliadi incontrarmidinascostocon te, sarebbeuna sciocchezza.Se uscissicon i mieiamici nonci saresti.Lemieamiche al cinemao in discotecacon i loro ragazzi mi prenderebberoin giro. Non potrei neanche telefonarti. Non mi va di fare la vedova. Mi sentii morire. Proprio ora che mi ero fatto coraggio e le avevodetto tuttoguardacosa va a succedere;se soloavessi tenuto la bocca chiusa. Sei caro - mi disse - non essere cosi triste. Saremo sempre amici, è meglio così per noi. No, Katja, nonpotrò più guardartinegli occhi. Non dirloneanche, non farne subito una tragedia Forsepuoi ancora cambiareidea. No, certamente no, ci ho pensatoabbastanza Ma mi piaci lo stesso, rimaniamo amici. È veramentemeglio cosi. Non ha cambiato idea. Non fino a ora almeno. Parla ancora conmecomesenientefosse;continuaaesseremoltogentile,moltoaffettuosa.Manon facciamopiù nienteassieme.Non l' accompagno più a casa Quando, finita la scuola, la vedo andarea casa con i suoi amicimi si spezza il cuore. Ai miei amici non ho raccontatoniente,macredoche lo sappiano.Soloa Ibrahiml'ho detto. Sonocosi le ragazze tedesche- ha detto - non ci puoi contare. Se non ottengonoquello che voglionosi rivolgonoaltrove. Dice bene, ma non è lui a essere rimasto a mani vuote. Del resto sta anche peggiodi me. Suo padre è sarto, ha un piccolo negozio di sartoria.Subitodopo la scuola Ibrahimdeve andare al negozio · ad aiutare suopadre, poi vanno a casa insieme.-Ancheil sabato. Solola domenicapuò uscire.Nonsocomefacciaa sopportaretutto questo. Forse con le ragazze turche avrei più fortuna, dice Ibrahim. Beh, buon divertimento allora. Non fa per me. Ci sono due tipi di ragazze turche.Con le prime non sai che farci. Portano vestiti lunghie antiquatie giranocon un fazzolettoin testa.Quellenon fannoperme,preferireimorirepiuttostoche farmivedereconuna così.Sonopropriocontentochemiasorellanonsiacomeloro.Sono spaventosamentetimide e arrossiscono immediatamentese per caso gli chiedi una matita o qualcosa di simile. E già pensano che l'indomani andrai a chiedere la loromano.Che arretratezza Avolte pensochenon sianonemmenodi questopianeta,vengono dalla luna o giù di lì. Non c'è nulla da sperare con loro. Lealtresonoanchepeggio.Portanoabitiallamoda,hannoimSTORII/KURT parato il tedesco,pensano di essere sempreal centro dell'attenzione. Superbe.Aspettano il principeazzurro.Cercanodi essere comele ragazzetedesche,ma bastaun'occhiata per capirechi sono. Anchequestenon fannoper me.No, grazie.Penseretechesto dando i numeri.Ma non sono l'unico a pensarla così. Mia sorella Sevil la pensa allo stesso modo, lei è la prima della classe, e questo non è poco.Anche lei sa quelloche dice. Conoscetuttele ragazze turchedella scuola, e pure i ragazzi. Anche lei dice che non si sposeràmai.Non può figurarsidi dover cucinare e lavare per un uomo e rattoppare i suoi calzini.Vuole vivereda sola, in una casa conmoltigatti. Per lomenoduedozzine.E fare solociò che vuole. Lo ha detto a nostra madre e si è beccata uno schiaffo. Ha idee originalivuole studiare e scrivere per dei giornalie se questononle riuscissefarà l'insegnanteo aprirà unaboutique. lo credoche ce la farà. È in gamba,devodirlo, sì, è propriolamigliore. Per me a scuolanon c'è più nientedi nuovo. Se non fosseper Katjaavreigiàgettatola spugna Inmatematicamela cavoma tedesco,geografia,storiapuoi scordarteli.Non soproprioperchési impara tutto questo.Non serve a nulla. Anchemio padre lo dice sempre, lui diceche devo trovarmi un posto di apprendistae andare a lavorare.Tutto il resto non contaniente.Non vuoleneanche che Sevilstudi,benché sia in qualchemodoorgogliosodi lei. Ed è contentoquando viene a casa conbuoni voti.Ma il vecchio ha le sue paure e non vuole fare concessioni. Dovrestevederloin Turchiamio padre, quando andiamoper le vacanzeestive.Si trasformagià durante il viaggio e si può vedere chiaramentecome entra nella sua secondapelle. Giocaa fare il duro. Qui si lamenta lì è un re. Ogni giorno indossaqualcosa di nuovoperfettamentestiratoe messoa punto. E noidobbiamo lustrarglilamacchina tutti i giorni.Tutti chiedonodi lui,HuseinBey, vieni,siediticonnoi, vuoi tè ocaffè.Fa ballareleragazze e fa regali a tutti i parenti. Quandosi è sposato mio zio è stato lui a regalare la somma di danaropiù alta. Se noi qui però gli chiediamo un po' di soldi allora fa lo spilorcio. Fa lo spaccone. Incredibile.Tutta finzione, solo finzione.A voltemi chiedose è davveromiopadre.Soloqui aBerlinoloriconoscodi nuovo,purtroppo. Qui a Berlino ricompare la suagrettezza,ridiventa il vecchio tiranno. È lui che ha rovinato la mia storiacon Katja. Katjasenteancoraqualcosaperme,madicechenonvuole.Miguardasempre in un certomodo quandomi vede. Io glielo ho chiestoancora, un giornoche l'ho trovata da sola.Diceche è megliocosì,che siamobuoni amici e che è inutilepensarci.Mi ha anche invitato al suo compleanno.Vieni anche tu - ha detto - vengonotutti i miei amici. Tre giorni fa davanti alla scuola. Abbiamoparlato a lungo e miopadre ci ha visti. Cosa fai con quella ragazza,mi ha detto, non ne hai ancora abbastanza?Tutti i vicini ne parlano, vuoirendermiridicolo?Vuoichesi sparlidi me?Tuttoquestodavanti a Katja Avrei potuto ammazzarlo,proprio ll. Anchea casa ha continuatola scenata.Mi manderaial manicomio,diceva·. È lui che manderàme al manicomio,se continua così. Non ce la faccio più! (traduzionedi RosaAlessandraCimmino) Copyright Kemal Kurt 1988. 73

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==