ti equivocifinoadarrivareallaridicolizzazione. "Besoin" può infattivoler direnecessità,termineche implicauna situazioneinun primo tempopassiva, visto che ci si trovaesposti a qualcosache induce, in un secondotempo, per non esseresopraffatti,a unarisposta;ma può volerdireanchebisognocon in sé il significatodi un atto di volizione,e quindi attivo, sindall'inizio. Una interpretazionein questasecondaaccezioneverrebbea far poggiarel' intera teoria di Lamarcksu di una consciae miratavolontàdi cambiamentodegli esseriviventi.Segpendoquesta secondainterpretazionesi aprivaanche il fiancoallecritichepiù radicalicomepure alle più velenoseprese in giro. Lamarck stesso non ha d'altra parte fatto sforzoalcunoper evitare le ambiguitàdi interpretazione del termine, dato che almeno in un punto (P.Z. p. 6) usa "besoins" proprio nell'accezione attiva. Lamarck sin dall'inizio si dissocia dal concettodi specie intesa come una costanteassoluta nella natura (P.Z. p. 54).Lanatura "ricomincia ancora tutti i giorni", dichiarazioneche fa riferimentoalla plasticitàdel vivente,ma che implical'accettazione dellagenerazionespontanea,unconcettoaquel tempoancora largamente condiviso.Dai corpi più semplici,con appena una parvenzadi organizzazione,sotto l'influsso dei fattoriambientali,in condizioni favorevolie nell'arco di tempi lunghi, si arriva man mano alla costruzionedi organizzazionipiù complesse. "Lanaturaha fatto tuttopocoapoco". La definizionedi specievienedata nel modo seguente:"E utile di dare il nomedi speciea ogni insiemedi individuisimili, che la generazioneperpetuanello stessostato,fintantochelecircostanzedellalorosituazionenoncambiano a sufficienzaper far variare le loro abitudini, il loro carattere e la loro forma" (P.Z. p. 75). . Lamarckerabencoscientedei tempilunghinecessariallaproduzionee fissazionedei cambiamenti:"Ci sonosenzadubbiovoluti un tempoenormee unavariazioneconsiderevoledellecircostanze che si sono succedute,per far sì che la natura abbia potutoportare l'organizzazionedeglianimalial gradodi complicazione nella quale noi la vediamo"(P.Z.p. 80). Una frase questache non sarebbe forsedispiaciutaa Darwin, sequestiavesse lettogli scrittidiLamarcknell'originale e nonattraverso le interpretazionifatte da altri. . Ogni cambiamentoimportante e persistentedell'ambiente è ali' originedi uncambiamentoreale dellenecessità (besoins) degli animali che vivono, e questo è a sua volta ali' origine di nuovi comportamentiper soddisfarealle nuovenecessitàe, in seguito, a nuove abitudini (P.Z. p. 233-234)."Il tempoe le circostanze favorevolisono,comel'ho già detto, i duemezziprincipaliimpiegati dalla naturaper dare vitaa tutti i suoiprodotti: si sa che il tempoper lei non ha limiti e che di conseguenzane ha semprea disposizione.Quantoallecircostanzedellequalihabisognoedelle quali si serve ancoraogni giorno per variare tutto ciò che lei continua a produrre, si può dire ch'esse sono, in qualche modo, per lei inesauribili. Le principali nascono dall'influenza del clima; dalla diversitàdei luoghi e della loro situazione;dalle abitudini, dai movimentipiù ordinari, dalle azioni più frequenti; infine dall'influenza dei mezzi per conservarsi,della manieradi vivere, di difendersi,di moltiplicarsi,etc. Ora, a seguitodi queste diverse influenze,le facoltà si estendonoe si fortificanocon I'u- . so, si diversificanoattraverso le nuove abitudini conservateper SCIENll/TOMATIS lungotempo,e insensibilmentela conformazione,la consistenza, inunaparola lanaturae lostatosiadellepartichedegliorganipartecipanosenzainterruzionedi tuttequesteinfluenze,si conservano e si propaganocon la generazione" (P.Z. p. 238-239). Lamarckvivevain un'epoca nella quale erano inmolti acrederealla generazionespontaneae nellaqualele conoscenzedi fisiologia erano limitate. Se è stato capacedi proiettarsi in avanti inalcuneareedellescienzenaturali,inaltre è rimastoun figliodei suoitempi.Citareosservazioniededuzioniche oggi sappiamoerrate non sarebbequindi difficile (basterebbeper tutte la spiegazione dell'origine delle coma dei ruminanti),ma mi pare più importante e costruttivomettere in luce dove e in qual modoLamarck è andatoall'avanti dei suoi tempi e dove in particolaresi è avvicinato, se non ha fino a un certo puntopreceduto,Darwin. Questonon per toglierequalcosa a Darwin, che non deve molto a Lamarck, ma per cercare di chiariredei malintesi. La convinzioneprofonda di Lamarck è che i corpi viventisi sono formati in successionee non tutti allostesso tempo,e che si sono formati in progressione dai più semplici ai più complessi. Per Lamarckesisteun pool inizialeprimitivoche si riformacontinuamentecostituito dai corpipiù sempliciche hannoperòla capacitàdi nutrirsi,di crescere,di moltiplicarsie di conservareiprogressi raggiuntinella loro organizzazionee infine di trasmetterli aidiscendentiottenendocosi, nei tempilunghienell'enormediversità delle circostanze(ambientali)che cambianodi continuo, i corpi viventidi tutte le classi e ordini (P.Z. p. 274). "Le abitudini, lamanieradi viveree tutte lealtrecircostanzeinfluenti... hanno, con il tempo,costituito la formadel corpo e delle parti degli animali. Con delle nuove forme, sono stateacquisite anchenuove facoltà e poco a poco la natura è giuntaa formare gli animali quali noi li vediamo attualmente" (p. 268). "Ogni progressoacquisito nella composizione dell'organizzazione e nelle facoltà che ne sono derivate, è stato conservatoe trasmessoad altri individui per mezzodella riproduzione,e... con questo mezzo,continuatoduranteunamoltitudinedi secoli,la natura è giuntaa formare in successionetutti i corpi viventiche esistono" (p. 369). La grandenovitàdella posizionedi Lamarck è quelladi aver rotto con la tradizionecreazionista,di aver immaginatol'evoluzione dal più sempliceal più complesso,di aver concepitouna continuità fra gli animali più semplicie l'uomo, pensieroquesto che ai suoi tempi'venivaconsideratoaddiritturablasfemoe, infine, di aver considerato,seguendoCabanische "il fisico e il morale... hanno la lorobase comune nell'organizzazione" (p. 365). Lamarck afferma che "tutte le facoltà. senza eccezione, sono completamente fisiche, ciascuna d'esse cioè deriva essenzialmente da atti dell'organizzazione... La natura ha potutoarrivare a creare le facoltàdell'intelligenza, a partire da quelle più oscure, fino alle più sviluppate" (p. 369-370). Il personaggioLamarck non è probabilmente di quelli che possono ispirareuna vera e propriapassione; si è piuttosto tentati, credo, di provareuna sorta di tenerezzanei confrontidi questo legnosogiovanottoche prima vuole a tutti i costi mostrareil suo valore in battaglia,poi incontra l'apertabellezzadella primavera mediterranea,se ne lascia conquistaree quando è al culminedel1'incanto si fa quasi svitare la testa da un commilitone ubriaco. L'episodio cheAragodescrivedell' inèontroconNapoleonenon 69
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