Linea d'ombra - anno VII - n. 36 - marzo 1989

SAGGI/RANCHIE'nl te" soggetto collettivo con la Lettera. VI) Quali, secondo queste tesi, le ragioni dello straordinario rilievo che è venuta assumendo la figura di Milani? La primaragione,credo, è contenutanellaprima tesi: l'assenza di mediazioni,culturali, istituzionali,ancheecclesiali, l 'assenza di riferimenti,pone chi legge in una disponibilitàparticolare: egli divieneprimo lettore, primo destinatario, il discorso si indirizza a lui e gli viene esposto da chi, come lui, in apparenzanon possiede "altro che la parola" e non si cela dietro citaziòni e allusioni: ciò che viene detto lo riguarda quanto riguarda chi parla. Inoltre è undiscorsoche "non ha contenuti", è del tuttoprivocioè di aspetti "conoscitivi", almenonel sensodi un riferimentoa nessi teoretici propri di una concezione filosofica e anche religiosa. Per questo, è undìscorso in prima personadi fronte alla realtà,di cui presuppone il solo ordinamento rivelato: nella letterae nello spirito.Tuttoquestoha un valore straordinariamenteliberante(in apparenza); solo più tardi si scopre che l'apparente "libertà'' da nessi teoreticie ideologici riposa su presuppostidi uneccezionale rigore, presuppostiche sono tantopiù operantiquantomenoresi espliciti dal riferimentoad essi (nel sensodella citazionescritturistica)e diffusi,per così dire, discioltinellaparola "qualsiasi". Solo più tardi, infatti, si può forse riconoscere che la tabellina infantilee il "pezzodi bravura" della lettera a Pipetta, se inapparenza richiamanole "monellerie" del giornalinodella domenica, rivelano, in filigrana, il calco delle Cronache o dell'Esodo. Così chi legge è introdotto,quasi senzauna sua consapevolezza,in un ambito incui vigonocategoriediverse(salvezza,alleanza,lebeatitudini)che inqualchemodoriconosceproprioperchénongli sono imposte nella loro definizione scolastica,ma le vede operanti a costruire i veri nessi dell'argomentazione. La secondaragione, che è una conseguenza,dellaprima: l' apparente,anchequi, semplificazione.Semplice,qui, vuoldire:oriBarblanas una lezione all'aperto, ginario: la storiafutura, infatti, corrispondealla storiadelleorigini: ne è esempio la dedica delle EsperienzePastorali: il carattere mistericopiù che profetico del testo che segue è indicato,da Milani, per un'imprudente onestà giovanile, nell'introibo. Sappiamo cosl, siamoavvertiti, che si tratta di una storia sacraquanto elementare,che la riduzione del "popolo" ai nomi dei collaboratori giovinetticorrispondea unprecisodisegnodi pastoraleche sostituisceall'astratto il concreto: i 11omtioscani, i Marescoche stanno per i Nataniele e Geremia; ma la storia è quella. Una terza ragione: l'eliminazione delladialettica.Non soloe non proprio nel senso classico dell'argomentazione retorica, quantonellaconsuetudine, invalsa,di confrontarefra due,di contrapporreper costringere alla sintesi.E, naturalmente, di mediare, con il mediodell'invenzione ideologica Qui, invece, non figura alcuna autonomia: alle coppie tradizionali: scienza e fede, chiesa e mondo,ancheborghesia e proletariato,non corrisponde, di fatto-e di diritto- nulla che abbiavalore di verità.Alla dialettica,Milani- e senzadirlo esplicitamente-contrappone una storia unitariadove i termini del contrastooriginario sono individuati unicamentenel rapporto fraDioe il suo popoloelettoe "tutto il resto".La dialettica,quindi, riacquistala suadimensionestorica, ma della storia sacra originariae ancora "e per sempre"presente. L'unica mediazione, il mediointrodottoper solitonella figura dell'istituzione (civile o ecclesiastica)(il partito o la chiesa) è qui Cristo; ma egli è riconosciutocome un medio di salvezza, non di sintesi. Una quartaragione. Il ripristino, in lui, di un concettoe di una prassi dell'autorità che non dipende dal potere ma dal possesso dellaparola,che, inoltre,non si connettecon la istituzione,nonha a che farecon l'appartenenza. Mapoiché la suaparola, questaparola è parola di verità, è verità, ecco che chi dispone della parola, dispone della verità, ha un potere di verità che è la formapiù alta di potere, è l'autorità massima.Di questo, come di tuttoil resto, don Milani era perfettamente consapevole.

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