ne: è sopravvenuta"la cura d'anime", la struttura gerarchica, l'amministrazione,gli è statodato"unpopolo".Se ancheegliimpareràaconoscerlocosìcomecontinueràadamarlo,si tratteràpur sempredi qualcosadi preesistente,di esterno.Al contrario,ogni sacerdotedeve imitareCristo nel farsi discepoli con la parola e l'azione di grazie. X) Non per questo,tuttavia, perMilani,la strutturagerarchica è privadi senso;direi,piuttosto,che è privadi valore,o almeno ha valoredi controllomoralee giuridico,ma non corrisponde ad essa alcun segnoparticolaredi salvezza(nessunprincipiodi elezione).Perquvsto la relazioneconessaè sotto il caratteredell'obbedienza, una delle virtù. Xl) SenegliscrittidiMilaninon è possibile,ame sembra,trovareun'ecclesiologia,e per le tesigiàdette,senonvi è, credo,una "definizione"di Chiesa (popolodi Dio, corpomisticoo società perfetta,procedendoaritroso),tuttavialaChiesaèpresenteinMilani comecoleiche amministrai sacramenti.E non vi è compito, o funzionepiù alta e, per lui, più necessaria:la Chiesa, cioè, privata di una sua storia,neppure iscrittacomepartecipeo protagonista della storia della salvezza, neppure considerata nei suoi membri e appenanel suo Pastore, recuperatuttavia in Milani il suocompitoper eccellenzachenonha immediatamente,almeno, caratteremagisteriale,o dottrinale,mapuramentesalvifico. È la chiesa che salva.E anche extraEcclesiamnulla salus. C) Desideroesporre,orae per concludere,alcunicorollarichederivano,mi sembra,dalle tesi e dalleconseguenzegià esposte. Ma mentrele tesie leconseguenzesi riferisconoaMilanie al suorapporto con gli altri, le osservazioniche seguonoriguardanopiuttosto il rapportodegli altri con lui. I) Se sono vere le tesi già dette, risulta per lo meno difficile "storicizzare"la figurae l'opera di Milani,ascriverloa un tempo dellachiesa,a un'epoca della storiacivile.Vale, infatti, in noi, la persuasionedi avere a che fare con un "singQlo",con un "accidens" che si è postonei confronticon la realtàdel suo tempocome unpresentemetastorico,e ha trascuratolecategorieinterpretativedella culturacontemporanearecuperando,come si è visto, premesse, conseguenze,e terminidi unsillogismodi veritàassolutae nonrelativaal nostrotempoo a untempostorico.Vaie,controdi noi, incertomodo,la suapersuasionedellanecessitàdi non mediare,con lui, così come egli non ha mediatocon noi e di non fare intervenireconcettie formea luiestranee,di nonconfrontarlo con la classee il partito, di non sottoporloa un sistemadi misuradiversodal suo.D'altra parte, il suosuccessoderivaproprio dal!'estraneitàdellasuafigura,comedichi siè posto inprimapersonadi frontea tutto il mondo, al confrontocon altri. Se, infatti, egli non si è misuratocon il pensierodi nessuno,risultadifficile, per noi, direi improprio,connettereciòche ha detto con le riflessionirelative,abbiamovisto,di pensatorio esegeti.Opera,incerto modo, in noi, una sorta di "ricatto" sublimesimile a quellodi un morentedi unadellesue lettere allamadre,da calenzano, che diede al sacerdoteche sta per ascoltarnela confessioneestrema, infastiditoe anchestordito dai rumoridi ungruppodi ragazziche SAGGI/RANCHETTI viene dallapiazzae non sa più capire cosae chi sianoquellevoci di festa: "Ma che fanno? Ma che fanno?". ID Infatti, l'accusa che egli muoveagli intellettuali ha senso e derivadalla sua concezionedellaparola:gli intellettuali,coloro che hanno superatola soglia della terzamedia, hanno infranto o disattesoil nesso: istruzione-salvezza.E tuttaviacontinuano a parlare. Soloche, credendodi parlared'altro, parlano, invece, di Dio. E ne parlano invano e male. Essi sono colpevoliperché hannopeccatocontro il secondocomandamento. III) Se,comesi è visto,non è possibileparlaredi unasuaconversione,mapiuttostodi una cesurae di unconseguentetrasferimentodi tutto il significatocercatoin precedenzanel sensodell'essere riconosciutopresente,vi è però,per tutto l'arco dellasua esistenzaun testimone,l'unico che, per così dire, è presentenello stesso"valore" in entrambele parti della sua vita. È la madre. Il rapportodi Milanicon la madresi comprende,mi sembra,ricorrendoalmodellodellafamigliaoriginaria:l'imitatioChristiin Milanì si manifestaanchenella ripetizioneche egli opera, in sé, con i suoicari,di quelmodello:ripeteràilpadrenell'adozionedei figli, avrà versodi lui un affetto riconoscentema non "carnale"; si accompagneràcon la madre "vera" fino alla fine; saràessa ad assistere aU 'agonia,insiemeconi figlicheegli ha adottato,"i suoi ragazzi" (i suoi apostoli, i suoi discepoli,i suoi Kinder). IV) La ripetizionedel modellova ancheoltre la famiglia,come è naturale.Da qui, mi sembra, l'assenza di amicizie, lo scarsorilievo,credo,deiconfratelli,per lui-almeno nel sensodiuna condivisionedell'esperienza- cheavrebbecontraddettoilprincipio dell'apostolatoe del discepolatodiretto; in un certo senso l'uso degli altricome strµmentiper uncertolavoro,ridotti-anche loromalgrado,probabilmentecon unacerta sofferenza- al ruolodi artigianidi unacerta arte: la filosofia,il diritto,comechi è vistonell'ambitodi unprogettoenonrispettoallasuaindividualità. L'individualità era, credo, recuperata,oltre che nel grande amoree nellacarità,nell'unico attopercuiessameritavaunaconsiderazione assoluta: l'amministrazione del sacramento.E in questo,e forsesolo in questo, si riproponevaanche la sua individualità,ritornavaadessere"peccatore"almomentodellasuaconfessione.Maera,credo,perpoco tempo,pertutta laduratadell'atto sacramentale,non oltre. V) Se linguae parolasono linguae paroladi Dio, se vi è unsolo linguaggio,nonè possibile distinguereuna linguaparticolare e propria in cui si riconoscaun autore, sacro o profano:chi parla, quindi, non è soggettoindividuale,nondispone di uncarattere o un talentoche gli sia proprio: egli parla la lingua di tutto(e diDio).SequestosembravaveroaMilanidurantelasuaesperienzadi pittore(questasì un'esperienza,nelsensodi unaprova,di un tentativodi "espressione"tramiteunmezzoparticolare:lapittura-e perquestorifiutavaqualsiasiartistachemostrasse,cheesibisse, la sua"visionedel mondo",che si affidasse al suoestro), è per luicertamenteverodopolaconversione.Per questo,inunpercorsochiarissimodi unaprogressivapresadi coscienza, il soggetto individualedelle EsperienzePastorali, diviene "naturalmen61
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