sembra, alcuna "cristologia" o "pneumatologia", che non vi siano, per cosl dire "competenze" religiosedel suodiscorso, parti di un'oratoria che si distingue in sacra e profana. Il suo è soloun discorso di Dio - nel senso, lo ripeto, che gli appartiene, qualsiasi cosa egli venga dicendo. E non perché egli sia o si senta ispirato, maperchénonpuòesserealtrochecosì.Anzi, ladottrinadel- }"'ispirazione" -nel sensodi una forma,o "elevazione"particolare della parola che si fa vera espressionedi un contenutodi verità è, per Milani, un non senso, una contraddizione. VIII) L'identificazione fra parola e Scrittura ha come conseguenza che l'insegnamento della parola è implicitamente insegnamento di verità, se il sapere è solo saperedi Dio (e quindi sapere di verità). All'interno di un sapere unico (e di una unica lingua) cadono dunque le distinzioni fra sapere sacro e sapereprofano in senso teoretico:tale distinzionemantienesolo un significato etico (come vedremo). IX) Conseguenzaancorapiù rilevante:non vi è differentiaalcuna fra istruzionecivilee istruzione religiosa,in sensoassoluto; ma in senso relativo l'istruzione civile precede l'istruzione religiosa, nell'economia dell'insegnamento: in sensoproprio, laprima dà luogo, sboccanella seconda,necessariamente.I fondamenti dell'istruzione religiosa sono, infatti, contenutinella istruzione primaria (o civile).Conuna coincidenzaparadossalecon la lettera delle istruzioni relativeali' insegnamento allora (e credoancora) in vigoreper donMilani "la scuolaprimaria ha( ... ) come suo fondamentoe coronamentol'insegnamento delladottrinacristiana", ma la "dottrina" in cui sboccherà l'insegnamento avrà quasi esclusivamenteun carattere etico (e sacramentale). X) Altra conseguenzà,non solo teoretica:il nesso tradizionale: istruzione= salvezza (si ricordi la formuladel catechismo: le cose necessariealla salvezza) diventa, in Milani, ima coincidentia.Non già imparare le cose necessarieper salvarsi ma, inuncertomodo: istruirsi è salvarsi. In altri termini: l'istruzione nonha il carattere di una condizione, né la salvezzail carattere di un fine: i due termini sono fatti coincidere:l'istruzione è salvezza. Xl) Altra conseguenza,anche questa non solo teoretica: nel1'uso della lingua (apprendimento ed esercizio) si dissolve, per Milani, l'antinomia fra teoresi e prassi.Chi impara la parola, impara la verità, nell'esercizio della parola si opera un sapere, si fa un sapere. Analogamente,la Scrittura non si conosce ma si esegue: soprattutto, insegnando la parola. · Apparentemente,quindi, non vi è alcun problema conoscitivo, in Milani. Una volta stabilito, fissato, il nesso parola-scrittura, lingua-verità,nonvi è più un oggettodel conoscere,cadonole curiosità teoretichedi cui difatti nonvi è traccianei suoi scritti,cade, si potrebbedire, il problemadella stessaespressione"adeguata" della realtàdivinae umana. Per questo, se la sua è teologiaassoluta, in sensoproprio (e qui anche di discorso su Dio), le teologie relative dei diversi fùosofi non presentanoper lui alcun interesse. B) Se sonoqueste,secondome, le tesi maggioriche sembradi poSAGGI/RANCHE1TI ter individuarenegli scrittidiMilani,oltrealleconseguenzçinterne ad esse, che ho indicato, figurano, sia nei suoi scritti che nella sua "predicazione" (la sua attività di pastore e di maestro)alcune conseguenzeverso l'esterno. Aquesteconseguenzedesidero dedicare le tesi che seguono.Esse differisconodalleprecedenti non perché di minore rilevanza teoretica,ma perché riguàrdano il suo rapportocon gli altri, ilmodo incui egli ha intesoadem- · piere alla suavocazioneo, come avrebbecertopreferitoesprimersi, al suo compito. I) Dallaprima tesi, relativa allamancanzadi mediazioni,ame sembrachederivila conseguenzadi un'assenza inMilanidelsenso, del bisognoedella stessanecessitàdell'appartenenza relativa, che è la forma istituzionale, storicadella mediazione.L' appartenenza all'istituzione ecclesiastica (sia nell'aspetto dottrinale: magistero, sia in quello disciplinare) è risolta nell'ambito della obbedienza, non dell'adesione o della partecipazione. Lo stesso vale per l'appartenenza civile: l'istituzione civile, il partito, la stessa associazioneper un fine (anche un fine di carità) sonovisti da Milani come dati di una realtà storica, dati dall'esistente, non sono certo investitidi un qualsiasi valore, né meritano una considerazioneparticolare. Per essi,mi pare, non si dà un compito: essi, paradossalmente, "non appartengono" a un disegno di salvezza · m Dalla stessa tesi prima, nell'ordine non della istituzione, ma dellacultura,così come non vi è alcunacuriositàper il pensiero relativo del singolonon vi è alcunaattribuzione di valore"autonomo"almondoprofano-che nonesistedi per sé, neppurecome parte avversada combattere.Pertanto,gli è estranea,mi sembra, qualsiasiconcezionestrategicao teoretica,del dialogo,qualsiasi forma di apostolatoche presuppongaun bisogno di conversione di qualcosa che ha una sua dignità, un suo senso, a qualcos'altro che questo senso e questa dignità ingloba e conferma nella propria perfezione. Di qui, mi sembra, l'impossibilità di considerareMilanicome un"convertito"e l'inanità di interrogarsi sulla sua conversione (ragioni e modi). Dalla cesura della sua vita di cui sappiamo("io prenderò il suoposto") deriva quindiun trasferimentototale, assoluto di tutto l'esistente nella dimensione diversa che in apparenza lo lascia intatto,meglio, lo fa riconoscere come redento. Di qui, nessuna nostalgia, in lui, che avrebbe comportatomemoria, idillio o tragedia III) Altra conseguenza, dalla stessa tesi, e in relazione alla identificazionefra istruzione religiosae istruzionecivile, la concezione della storia come storia sacra.Non esistono, dunque,per Milani, storie diverse, ad esempio una storia religiosa e una storia civile, ma una sola storia, una e una sola storia sacra in cui si eseguono i disegnidi Dio. Inoltre, e analogamenteali' assenza di competenzereligiosedicui già si è detto,analogamenteali' assenza ad esempio di una cristologia, di un'ermeneutica, non vi è, in Milani, un'interpretazione della storia; non si tratta neppure, quindi, di "interpretare"i segni dei tempi,o di comprendere,neppure di conoscerei disegni di Dio: si trattasolo, anchequi, di eseguirli, così come la parola "esegue" la Scrittura. Interverranno, forse, a suggerirciun'indicazione del camminoda percorrereal59
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